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AI PARTITI, ALLE FORZE POLITICHE E AI MOVIMENTI SOCIALI DEL MONDO, AMICI DELLA RIVOLUZIONE CUBANA


Dal 16 al 19 aprile é stato celebrato a L’Avana il VI Congresso del Partito Comunista di Cuba, che ha coinciso con i 50 anni dalla Vittoria di Playa Girón e dalla Proclamazione del Carattere Socialista della Rivoluzione.
Hanno partecipato oltre mille Delegati e Invitati nazionali in rappresentanza di circa 800 mila militanti, raggruppati in 61 mila organizzazioni di base dei diversi settori di tutta la societá cubana.


La Relazione Centrale, presentata dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, é un’analisi profondamente autocritica ed opportuna della cruciale congiuntura attuale del processo storico della costruzione del socialismo a Cuba. In questo contesto, vengono precisati aspetti essenziali che danno fondamento alla necessitá di continuare le trasformazioni economico-sociali, finalizzate all’aggiornamento del modello economico ed al rafforzamento delle strutture economiche e sociali che garantiscano di avanzare nell’edificazione della nuova societá socialista. In essenza, la Relazione Centrale al Congresso é diretta ad identificare i problemi cardine che il paese affronta e come risolverli.
Il dibattito sui temi fondamentali che sono stati analizzati, ha ratificato l’applicazione conseguente del pensiero creatore del fondatore del Partito, leader storico e Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz.
Dall’altra parte, é stato riaffermato che l’aggiornamento in corso del nostro processo é concepito essenzialmente sulla base delle particolaritá storico-culturali concrete di Cuba, sottoposta ad un ferreo blocco economico, commerciale e finanziario da quasi 50 anni, e non a partire dalla copia meccanica di esperienze simili in altre parti del mondo.


Sono state approvate le Linee Guida della Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione, precedute da un ampio dibattito popolare sul Progetto, svoltosi nel corso di cinque mesi, al quale
parteciparono oltre otto milioni di persone (alcune di esse in piú di una occasione) e dove si sono avuti circa tre milioni di interventi da parte della popolazione, con 781.644 opinioni espresse, garantendo in questo modo che i partecipanti esternassero liberamente ed esprimessero le loro insoddisfazioni e divergenze.
Sono state analizzate tutte le proposte formulate dal popolo. L’87,4% delle questioni sollevate, raccolte in questi dibattiti, sono state prese in considerazione, mentre per il restante 12,6% é stato deciso di continuare a studiare la possibile applicazione di una parte delle questioni sollevate e di non prendere per il momento in considerazione le rimanenti.
E’ stata ratificata, con l’appoggio maggioritario del popolo, la validitá del predominio della proprietá statale socialista sui mezzi di produzione, e della pianificazione, come basamento essenziale dell’economia nazionale. E’ stata confermata la ferma volontá dello Stato Socialista di mantenere le conquiste sociali raggiunte come risultato dell’opera rivoluzionaria, espressione dello spirito umanista del nostro progetto sociale e di sostenere l’accesso gratuito di tutti i cittadini allo stesso modo all’istruzione, alla sanitá pubblica, alla pratica di massa dello sport ed alla cultura.
Il processo, che di fatto é stato un referendum di tutto il popolo, frutto del quale é stato modificato il 68% delle Linee Guida originali proposte, ha confermato la fiducia e l’unitá dell’immensa maggioranza dei cubani intorno al Partito Comunista ed alla Rivoluzione che non lascerá mai nessuno in stato di abbandono. E’ stata dimostrata, una volta ancora, la validitá del pensiero del compagno Fidel: “ ..... la forza del Partito risiede nel suo legame stretto e permanente con le masse ...”
E’ stato senza dubbio un processo democratico e trasparente, con un’ampia partecipazione popolare che si é sviluppata sulla base del principio che deve essere il popolo con il Partito alla guida chi deve decidere il destino del paese.
Ora si impone, per un periodo di vari anni e in modo graduale, senza fretta, l’implementazione delle misure contemplate dal Nuovo Modello Economico e Sociale del Paese.
I delegati al congresso hanno preso in considerazione la volontá del compagno Fidel Castro Ruz di non essere incluso nelle candidature del Comitato Centrale e la sua decisione di continuare ad essere “militante del partito e soldato delle idee”.
Sono stati eletti i compagni Raúl Castro Ruz e José Ramón Machado Ventura, come Primo e Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba.
E’ stato altresí eletto un Comitato Centrale con 115 membri, che ha rinnovato la metá dei suoi effettivi, con una rappresentanza femminile del 41,7%. E’ stato eletto anche un Ufficio Politico di 15 membri ed una Segreteria del Comitato Centrale. Questa elezione non é stata frutto di improvvisazione, ma di una politica diretta ad incorporare, gradualmente, la reale rappresentativitá del nostro popolo e, soprattutto, di una nuova generazione di cubani che possa garantire, insieme alla Generazione Storica, la continuitá del socialismo a Cuba.
Il Congresso ha approvato la Convocazione per il 28 gennaio del 2012 della Conferenza Nazionale del Partito, incontro che costituisce la continuitá del VI Congresso del Partito.
Avrá come obiettivo principale potenziare il Partito sulla base del principio secondo cui il Partito Comunista di Cuba dirige e controlla; ma non amministra. Per questo la Conferenza deve adottare le decisioni necessarie dirette ad adeguare gli Statuti, le normative interne, la struttura, i metodi e gli stili di lavoro del Partito alle attuali circostanze storiche che il paese vive, oltre che a fornire speciale attenzione alla formazione e allo sviluppo dei quadri dirigenti, come aspetto prioritario e strategico per tutto il Partito e determinante per il futuro della Rivoluzione.
La Conferenza deve inoltre dibattere ed approvare le definizioni fondamentali relative alla politica estera ed ai rapporti internazionali del Partito. In questo senso, il Congresso ha reiterato la invariabile posizione di Cuba
di difendere i principi universali di sovranitá, indipendenza, autodeterminazione, del non uso uso della forza nella soluzione dei conflitti e della non ingerenza negli affari interni dei paesi.
E’ stata ratificata la disponibilitá a dialogare con il governo degli Stati Uniti su qualsiasi tema di interesse comune, sulla base del riconoscimento e del rispetto reciproci, senza condizionamenti.
E’ stata approvata la Risoluzione sul Perfezionamento degli Organi del Potere Popolare, del Sistema Elettorale e della Divisione Politico-Amministrativa.
Amiche ed amici del mondo:
Il VI Congresso del Partito Comunista di Cuba ha confermato che per i militanti ed i patrioti la nazione, l’indipendenza ed il socialismo sono tra loro indissolubilmente uniti, per cui é e sará sempre la loro difesa irrinunciabile la bandiera principale del processo rivoluzionario cubano.
Nelle parole di chiusura del Primo Segretario recentemente eletto, Raúl Castro Ruz ha reiterato la solidarietá militante dei cubani verso i popoli fratelli del Terzo Mondo e l’appoggio ai Partiti Comunisti ed alle altre forze progressiste di tutto il mondo che lottano senza sosta per un mondo migliore.
Cogliamo questa occasione per ringraziare i partiti e le forze politiche, i movimenti sociali, le personalitá e gli amici per i messaggi di incoraggiamento e di solidarietá ricevuti nel corso del grande evento.

 

DIPARTIMENTO DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI DEL COMITATO CENTRALE DEL PARTITO COMUNISTA DI CUBA


L’Avana, 20 aprile 2011

( Roberto Battiglia Redazione Nuestra America )

Conclusi i lavori del VI Congresso - Raul Castro eletto Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba - Secondo Segretario è stato eletto José Ramón Machado Ventura.


Resterà sempre impresso nella giornata conclusiva del VI Congresso del Partito Comunista di Cuba, l’emozionante applauso con il quale i mille delegati hanno accolto il leader della Rivoluzione Fidel Castro, accompagnato da suo fratello Raul, al suo ingresso nel Palazzo delle Convenzioni dell’Avana.
Il Comandante en Jefe aveva spiegato nelle riflessioni scritte la notte precedente perché il suo nome non sarebbe apparso tra i membri del nuovo Comitato Centrale, “Raúl sapeva che oggi io non avrei accettato nessun incarico nel Partito”. “Penso d’aver ricevuto troppi onori e non ho mai pensato di vivere tanti anni.

Il nemico ha fatto tutto il possibile per impedirlo, un incalcolabile numero di volte ha cercato di eliminarmi e molte volte io ho “ collaborato” con loro”.
Sempre nelle “riflessioni”, Fidel spiega come tra gli obbiettivi del Congresso ci fosse anche quello di realizzare un rinnovamento del Comitato Centrale incrementando la presenza delle donne, dei neri e dei meticci discendenti degli schiavi provenienti dall’Africa, le due componenti più povere e sfruttate quando Cuba era sotto il domino capitalista.
E nell’intervento conclusivo del Congresso è Raul Castro, eletto Primo Segretario del Partito Comunista Cubano, a chiarire che “cambiare tutto ciò che deve essere cambiato” significa anche che “Per avere successo, la prima cosa che dobbiamo cambiare nella vita del partito è la mentalità… Sarà anche necessario correggere gli errori e conformare, sulla base della razionalità e della fermezza dei principi, una visione globale del futuro per il bene della conservazione e dello sviluppo del socialismo nelle attuali circostanze”. Prosegue Raul: “con l'elezione del nuovo Comitato centrale, il suo Segretariato e l'Ufficio Politico, presentato nella mattina di oggi, abbiamo fatto un primo passo verso il completamento che ci eravamo prefissi…Il Comitato Centrale è composto di 115 membri, di cui 48 sono donne, 41,7 per cento, più del triplo rispetto al tasso raggiunto nel congresso precedente, che era del 13,3 per cento. I neri e i meticci sono 36, in crescita del 10 per cento della loro presenza, che oggi ammonta al 31,3 per cento.
Oltre ad eleggere i nuovi organismi dirigenti, i partecipanti alla riunione iniziata il 16 aprile, hanno discusso e approvato la relazione centrale presentata da Raul Castro al Congresso, il giorno di apertura e le linee guida della politica economica e sociale discusse nelle cinque commissioni e poi approvata in seduta plenaria.
Un'altra importante decisione assunta dal VI Congresso è stata quella di limitare ad un massimo di due periodi consecutivi di cinque anni la durata degli incarichi politici e statali fondamentali. Questo cambiamento, come è scritto nella relazione centrale, “è reso possibile e necessario nelle attuali circostanze, ben distinte da quelle dei primi decenni della Rivoluzione ancora non consolidata ed inoltre sottoposta a costanti minacce e aggressioni”.
L'esortazione a realizzare le linee guida, di lavorare con intensità e cambiare la mentalità dove questo rallenta lo sviluppo della società socialista, ha segnato la chiusura del sesto Congresso del partito comunista di Cuba.
Nell’intervento conclusivo del Congresso, Raul ha ribadito che “L’attualizzazione del modello economico non è un miracolo che possa compiersi dalla notte alla mattina, come alcuni pensano, il suo pieno dispiegamento sarà raggiunto gradualmente nel corso dei cinque anni, sarà molto più lavoro di dettaglio, progettazione e coordinamento, sia sul piano giuridico quanto nella preparazione approfondita di tutte le misure necessarie per la sua attuazione pratica”.
Fondamentale sarà il ruolo del partito in questo sforzo cruciale. Ciò richiederà una quantità enorme di lavoro, lo sforzo organizzativo ed un costante ed efficace lavoro ideologico, lontano dal formalismo, basato sul contatto permanente con la popolazione.
Per questo la prossima tappa sarà la Conferenza Nazionale che il Congresso ha convocato per il 28 gennaio 2012, allo scopo di valutare con obiettività e senso critico, il lavoro svolto dal Partito, in questo lasso di tempo, insieme alla rinnovata volontà di determinare i cambiamenti necessari nelle attuali circostanze.
I documenti che saranno presentati alla Conferenza Nazionale saranno discussi in precedenza dai militanti del partito e, dalle strutture della gioventù comunista (UJC) e in tutti i livelli delle organizzazioni di massa.
Nel discorso di chiusura, il Primo Segretario Raul Castro ha ricordato che nella stessa data di ieri, 50 anni prima, l'imperialismo ricevette la sua prima sconfitta, nelle sabbie di Playa Girón, e che le Forze Armate Rivoluzionarie che ha avuto l’onore di guidare per 49 anni, mai rinunceranno a svolgere il loro ruolo al servizio della difesa del popolo, del Partito, del socialismo e della Rivoluzione.
Come associazione e rivista Nuestra America, abbiamo creduto utile proporre una cronaca quotidiana dei giorni del Congresso, che rispettasse il lavoro dei compagni cubani fornendo notizie non manipolate o falsificate, come purtroppo è tradizione e costume degli organi di informazione nostrani. Nei prossimi giorni entreremo più nel merito delle importanti, storiche decisioni assunte dal Partito Comunista Cubano.
Per oggi ci accontentiamo di salutare i nemici e i detrattori della Rivoluzione Socialista Cubana, con l’affermazione del Primo Segretario del Partito, il compagno Raul, al quale già in questa sede formuliamo i più fraterni auguri e la nostra totale vicinanza, che ha dichiarato “di assumersi la responsabilità di continuare a migliorare il nostro socialismo e non permettere mai il ritorno del regime capitalistico”.


"Il Congresso è finito - ha concluso-" "ora, al lavoro".


Compagne e compagni,


Ci stiamo avvicinando alla fine del Congresso, dopo intense giornate in cui noi comunisti cubani abbiamo discusso ed approvato le Linee Guida della Politica Economica e Sociale del Partito e della Rivoluzione, la Relazione Centrale e le diverse risoluzioni sui principali temi analizzati.


Credo che la meniera piú degna ed allo stesso produttiva di commemorare il 50° Anniversario della Vittopria sull’invasione mercenaria di Playa Girón, in un giorno come quello odierno, il 19 aprile del 1961, é precisamente aver realizzato un magnifico Congresso del Partito, riunione che culmina dopo qualcosa come piú di cinque mesi dall’inizio delle discussioni sulle Linee Guida, processo dal profondo carattere democraticio e trasparente, il cui protagonismo indiscutibile é stato assunto dal popolo sotto la direzione del Partito.


A nome dei quasi 800 mila militanti comunisti, dei mille delegati al Congresso, della nuova direzione della nostra organizzazione e, in particolare, del compagno Fidel Castro Ruz, desidero felicitare tutte le cubane ed i cubani per la loro decisiva partecipazione al dibattito e per l’indubbia dimostrazione di appoggio alla Rivoluzione, che costituisce per noi motivo di soddisfazione e, cosa ancora piú importante, una responsabilitá
ed un impegno superiori per ottenere, con il concorso di tutti, l’aggiornamento del modello economico al fine di garantire il carattere irreversibile del Socialismo a Cuba.


Abbiamo giá espresso nella Relazione Centrale che non ci facevamo illusioni sul fatto che le Linee Guida e le misura ad esse associate rappresentassero, di per sé, la soluzione a tutti i problemi esistenti. Per ottenere il successo in questa questione strategica come nelle altre, é assolutamente necessario che ci concentriamo immediatamente nel fare adempiere le decisioni approvate da questo Congresso, con un denominatore comune nella nostra condotta: ORDINE, DISCIPLINA, ESIGENZA.


L’aggiornamento del modello economico non é un miracolo che puó realizzarsi dalla sera alla mattina, come qualcuno pensa; il suo totale dispiegamento si otterrà gradualmente nel corso del quinquennio, giacché é molto il lavoro di dettaglio, di pianificazione e di coordinazione, sia sul piano giuridico che per preparazione minuziosa di tutti coloro che interverranno nella sua esecuzione pratica.
Sará inoltre necessario sviluppare un intenso lavoro di divulgazione tra la popolazione su ogni misura che andremo ad adottare e, allo stesso tempo, mantenere i piedi ben piantati a terra e l’udito attento, per superare gli ostacoli che dovessimo incontrare e rettificare rapidamente gli errori eventualmente commessi nella loro applicazione.


Siamo convinti che il principale nemico che affrontiamo e affronteremo saranno le nostre stesse deficienze e che per tanto, un compito di tale dimensione per il futuro della nazione, non potrá ammettere improvvisazioni ne azioni affrettate. Non rinunceremo a realizzare i cambiamenti necessari, come ci ha indicato Fidel nella sua riflessione di ieri, e che realizzeremo al ritmo richiesto dalle circostanze oggettive e sempre con l’appoggio e la comprensione della cittadinanza, senza mai mettere a rischio la nostra arma piú poderosa, l’unitá della nazione intorno alla Rivoluzione e ai suoi programmi.
Senza la minima smania di sciovinismo, penso che Cuba sia tra il ridotto numero di paesi del mondo che possiede le condizioni per trasformare il proprio modello economico ed uscire dalla crisi senza traumi sociali perché, in primo luogo, abbiamo un popolo patriottico que sa di essere potente per la forza rappresentata dalla sua unitá monolitica, dalla giustezza della sua causa e dalla preparazione militare, con elevata istruzione e con l’orgoglio per la sua storia e le sue radici rivoluzionarie.


Andremo avanti con decisione nonostante il blocco nordamericano e le avverse condizioni imperanti nel mercato internazionale che si traducono, tra le altre cose, nelle restrizioni per l’accesso di Cuba a fonti di finanziamento e nella spirale del costo del petrolio, che trascina il resto delle materie prime e dei prodotti alimentari; in poche parole, rincara tutto ció che acquistiamo all’estero.
A pochi mesi dall’inizio del 2011 e secondo dati molto recenti, é giá arrivato a oltre 800 milioni di dollari il costo aggiuntivo delle importazioni di quest’anno, solo a causa dell’incremento dei prezzi, per acquistare le stesse quantitá pianificate, e ció ci obbligherá, non appena sará terminato il Congresso, a realizzare adeguamenti al piano approvato nello scorso mese di dicembre.
Attualmente il risparmio di risorse di ogni tipo continua ad essere una delle fonti fondamentali delle entrate del paese, dato che ancora esistono spese irrazionali ed immense riserve di efficienza che dobbiamo sfruttare con molto senso comune e sensibilitá politica.


Nonostante l’accettabile comportamento ottenuto fino ad oggi nella consegna in usufrutto di terre non sfruttate, in base al Decreto Legge 259 del 2008, ancora esistono migliaia e migliaia di ettari di terre coltivabili in attesa di braccia disposte ad ottenere da esse i frutti tanto richiesti dalla popolazione e dall’economia nazionale, e che possiamo raccogliere nei nostri campi per sostituire le sempre piú costose importazioni di molti prodotti, che oggi beneficiano i fornitori stranieri invece che i nostri contadini.
La prima cosa che dobbiamo fare é adempiere ció che abbiamo 

appena approvato in questo evento e per questo non é casuale la decisione che il Comitato Centrale analizzi nelle sue riunioni plenarie, almeno due volte l’anno, come vengono adempiute le decisioni approvate dal Congresso, in particolare l’andamento dell’aggiornamento del modello economico e l’esecuzione del piano dell’economia.
In questo senso, devo sottolineare l’estrema importanza del compito assegnato alla Commissione Permanente del Governo per l’Implementazione e Sviluppo, che guiderá armonicamente gli sforzi e le azioni degli organismi e degli enti nazionali coinvolti nell’aggiornamento del modello economico con l’appoggio, in particolare, del Ministero dell’Economia e la Pianificazione, che rappresenta lo Stato Maggiore del Governo per questa occupazione nazionale.


Dall’altra parte, i nostri deputati hanno davanti a loro un maggior lavoro, dato che le Linee Guida approvate dal Congresso saranno sottoposte all’analisi dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, per la loro ratifica legislativa nei vari periodi di sessioni, man mano che completeremo la elaborazione delle corrispondenti. normative legali.
Come avete ascoltato, il Congresso ha deliberato di convocare per il 28 gennaio del prossimo anno, data in cui ricorre il 159° anniversario della nascita di José Martí, la Conferenza Nazionale che in pratica rappresenterá una continuazione del 6° Congresso, dedicata a valutare con realismo e spirito critico il lavoro del Partito e a precisare anche le trasformazioni necessarie per svolgere il ruolo di forza dirigente superiore della societá e dello Stato che gli spetta in virtú dell’Articolo cinque della Costituzione della Repubblica. Abbiamo inoltre deliberato di assegnare a tale Conferenza la facoltá di aggiornare i metodi e lo stile di lavoro, le strutture e la politica dei quadri, compresa quella di ampliare e rinnovare il Comitato Centrale.
Come indicato nel testo della Convocazione, la Conferenza Nazionale sará presieduta dalla determinazione di “cambiare tutto ció che deve essere cambiato” contenuta nella brillante definizione del concetto di Rivoluzione del compagno Fidel.


Per avere successo, la prima cosa che siamo obbligati a modificare nella vita del Partito é la mentalitá che, come barriera psicologica é ció che, secondo me, ci costerá piú lavoro per superarla in quanto é rimasta legata per lunghi anni agli stessi dogmi e criteri obsoleti. Sará inoltre imprescindibile rettificare gli errori e modellare, sulla base della razionalitá e della fermezza dei principi, una visione integrale del futuro in ossequio alla preservazione e sviluppo del Socialismo nelle attuali circostanze.
In materia di politica dei quadri, con la elezione del nuovo Comitato Centrale, della sua Segreteria e dell’Ufficio Politico, presentati questa mattina, abbiamo compiuto un primo passo per adempiere a quanto deliberato dal Congresso, in modo particolare per quanto si riferisce all’inizio di un processo graduale di rinnovamento e di ringiovanimento della catena delle cariche politiche e statali, mentre é stata migliorata, in maniera sostanziale, la composizione razziale e di genere.
Il Comitato Centrale é risultato composto da 115 membri, dei quali 48 donne, il 41,7%, di oltre tre volte superiore alla proporzione raggiunta nel precedente congresso che fu del 13,3%. I negri ed i meticci sono 36, aumentando di un 10% la loro rappresentanza che é ora pari el 31,3%
Questo risultato che, ripeto, rappresenta un primo passo, non é frutto di improvvisazione. Il Partito, da vari mesi, sta lavorando con profondità in questa direzione allo scopo di conformare una candidatura che tenesse in considerazione il bisogno di ottenere proporzioni giuste di genere e di razza nella composizione del Comitato Centrale. Sono stati scelti dalla gigantesca fucina di laureati e di specialisti qualificati, che la Rivoluzione non ha perso tempo a preparare. Sono figli della classe operaia, nati dalle viscere più umili del popolo, con una vita politica attiva nelle organizzazioni studentesche, la UJC ed il Partito; giovani che nella loro maggioranza possiedono più di 10,15 o 20 anni di esperienza nella base, senza smettere di lavorare nelle professioni per cui hanno studiato e quasi tutti sono stati proposti dai nuclei in cui militano, come parte del processo di preparazione del Congresso. D’ora in avanti ci spetta seguirli e far proseguire la loro formazione per prepararli affinché progressivamente, con il loro lavoro, possano occupare responsabilità superiori. Nella composizione degli organi superiori del Partito, nonostante l'uscita dal Comitato Centrale di 59 compagni, la metà dei suoi membri effettivi, la maggioranza di essi con un positivo curriculum al servizio
della Rivoluzione;

abbiamo mantenuto diversi veterani della generazione storica ed è logico che sia così, come una delle conseguenze delle deficienze commesse in questo ambito, criticate nella Relazione Centrale, che ci hanno impedito di poter contare oggi su una riserva di sostituti maturi e con l’esperienza sufficiente per potersi assumere nuove responsabilitá nelle principali cariche del paese. Di conseguenza, continueremo ad adottare misure simili in questa decisiva direzione durante la prossima Conferenza Nazionale del Partito e nella vita giornaliera della nostra attivitá di Partito, di governo e statale. Il compagno Fidel Castro Ruz, fondatore e Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, ci ha dato il primo esempio di atteggiamento conseguente in questa materia, nel richiedere espressamente di non essere incluso nelle candidature del Comitato Centrale. Fidel è Fidel e non ha bisogno alcun incarico per occupare, per sempre, un posto di primo piano nella storia, nel presente e nel futuro della nazione cubana. Fino a quando avrá le forze per farlo, e fortunatamente si trova nella pienezza del suo pensiero politico, dal suo modesto stato di militante del Partito e soldato delle idee, continuerà a contribuire alla lotta rivoluzionaria e ai propositi più nobili dell'umanità. In quanto a me, assumo il mio ultimo compito, con la ferma convinzione ed impegno d’onore che il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba ha come missione principale e senso della sua vita difendere, preservare e continuare a perfezionare il Socialismo e non permettere mai il ritorno del regime capitalista. Nell’Ufficio Politico, come potrete osservare, si riflette un'adeguata proporzione di Capi principali delle Forze Armate Rivoluzionarie. È naturale che sia così, e ciò lo spiego citando le parole del compagno Fidel nella Relazione Centrale al Primo Congresso del Partito: "L'Esercito Ribelle è stato l'anima della Rivoluzione. Dalle sue armi vittoriose è sorta libera, splendida, vigorosa e invincibile la patria nuova… Quando venne fondato il Partito… il nostro esercito, erede a sua volta dell'eroismo e della purezza patriottica dell'Esercito Liberatore e continuatore vittorioso delle sue lotte, depose nelle sue mani le bandiere della Rivoluzione e fu a partire da quell’istante e per sempre il suo più fedele, disciplinato, umile ed fermo seguace". Fine della citazione. Ho fin troppe ragioni per affermare che le Forze Armate Rivoluzionarie, rispetto alle quali conservo l'orgoglio di esserne stato ministro per quasi 49 anni, non rinunceranno mai a compiere tale ruolo al servizio della difesa del popolo, del Partito, della Rivoluzione e del Socialismo.

La condizione di membro del Comitato Centrale, sebbene in parte era stato finora un riconoscimento la storia di lotta degli eletti, cosa che è stata giusta, da questo momento dovrà predominare il concetto secondo cui, in essenza, tale categoria rappresenta un'enorme responsabilità nei confronti del Partito e del popolo, giacché da un congresso all’altro, il Comitato Centrale è l'organismo superiore di direzione del Partito al quale spettano, tra le altre, secondo gli statuti, ampie facoltà nel controllo dell'applicazione della politica tracciata e dei programmi di sviluppo economico e sociale del paese, così come nella politica dei quadri e nel lavoro ideologico. In consonanza con ciò, è necessario elevare la preparazione e il miglioramento costante dei suoi membri, giacchè ci proponiamo di utilizzare attivamente Il Comitato Centrale nella materializzazione delle decisini deliberate dal Congresso, come foro per analizzare in maniera collegiale, senza ombra di formalismo, i principali temi della vita del Partito e della nazione. Faremo lo stesso nell’Ufficio Politico, secondo quanto gli compete, iin quanto é l'organismo superiore di direzione nel periodo tra una riunione plenaria e l’altra del Comitato Centrale. L’Ufficio Politico si compone di 15 membri, con una riduzione, rispetto al precedente, di 24 componenti, numero che in pratica è risultato eccessivo. In esso sono entrati tre nuovi compagni: Mercedes López Acea, Primo Segretario del Comitato Provinciale del Partito all'Avana; Marino Murillo Jorge, Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Capo della Commissione Permanente del Governo per l'Implementazione e lo Sviluppo e Adel Yzquierdo Rodríguez, che recentemente è stato nominato Ministro dell’Economia e della Pianificazione.

Queste promozioni non sono casuali, nel primo caso ubbidisce alla priorità che il Partito assegna al suo lavoro nella capitale, di oltre due milioni di abitanti, mentre per i restanti compagni risponde al significato strategico dell'aggiornamento del modello economico e dello sviluppo dell'economia nazionale. Manterremo l'utile pratica di riunire insieme, settimanalmente, la Commissione dell’Ufficio Politico con il Comitato Esecutivo del Consiglio dei Ministri, per valutare i temi fondamentali degli avvenimenti nazionali, mentre continueremo a promuovere la partecipazione nelle sessioni mensili del Consiglio dei Ministri, secondo i temi da dibattere ed in qualità di invitati, dei membri dell’Ufficio Politico e della Segretaria del Comitato Centrale, del Consiglio di Stato e della Presidenza dell'Assemblea Nazionale; dei quadri principali della Centrale dei lavoratori di Cuba (CTC), delle altre organizzazioni di massa e della UJC, così come deii primi segretari dei comitati provinciali del Partito e dei presidenti dei consigli dell'Amministrazione Provinciale. Questo metodo ha dimostrato la sua efficacia per trasmettere, senza intermediari, ai principali dirigenti di tutto il paese, informazioni indispensabili ed orientamenti per lo svolgimento delle loro responsabilità. Alla fine, a nessuno di noi sfugge l'importanza storica che ha avuto per il destino della Rivoluzione la schiacciante sconfitta dell'invasione mercenaria di Playa Girón, risultato della ferma, incessante e decisa azione dei nostri combattenti, che sotto il comando diretto del Comandante in Capo Fidel Castro, rimasto tutto il tempo nel teatro delle operazioni dove avevano luogo le azioni combattive, frantumò in meno di 72 ore il tentativo del governo degli Stati Uniti di creare una testa di ponte sulla spiaggia in uno sperduto angolo della patria, alla quale pretendeva popi di trasferire, da una base militare in Florida, un governo fantoccio che chiedesse all'Organizzazione degli Stati Americani, la famigerata OSA, l'intervento militare di forze nordamericane, situate in acque molto vicine che avevano accompagnato il contingente mercenario fin dalla sua partenza dalle coste centroamericane, come aveva già fatto in Guatemala nel 1954, sette anni prima, nel rovesciamento del governo progressista di Jacobo Arbenz.

Propizia é l'occasione per ripetere le parole di Fidel nel quindicesimo anniversario della Vittoria, il 19 aprile 1976 quando dichiaró: "A partire da Girón, tutti i popoli d’America sono stati un poco più liberi" fine della citazione. A Girón per la prima volta fu impiegato in difesa del socialismo a Cuba l'armamento fornito pochi mesi prima dall'allora Unione Sovietica, senza nemmeno averlo potuto assimilare completamente. È giusto, in un giorno come quello odierno, riconoscere che senza l'aiuto dei popoli che facevano parte di quell’immenso paese, soprattutto del popolo russo, la Rivoluzione non avrebbe potuto sopravvivere negli anni iniziali di fronte alle crescenti e continue aggressioni dell'imperialismo, e per questo gli saremo eternamente grati. La nostra gratitudine, in un giorno come quello odierno, va agli attuali paesi socialisti per la loro costante cooperazione ed appoggio in tutti questi anni di dure battaglie e sacrifici. I popoli fratelli del Terzo Mondo, soprattutto quelli dell’America Latina e dei Caraibi, che si sforzano di trasformare l'eredità di secoli di dominazione coloniale, sanno che potranno contere sempre sulla nostra solidarietà e sul nostro appoggio. Un caloroso saluto fraterno ai partiti comunisti ed altre forze progressiste di tutto il pianeta, che lottano senza sosta, partendo dalla ferma convinzione che un mondo migliore è possibile. Desidero inoltre esprimere la gratitudine del popolo cubano a tutti i governi che, anno dopo anno, hanno preteso, con il loro voto e con la loro voce, alle Nazioni Unite, la fine del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba. Finalmente, giunga il nostro ringraziamento a tutte e tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno partecipato alla positiva organizzazione e realizzazione di questo Congresso. Credo che non esista migliore modo di celebrare il 50° Anniversario del Giorno della Vittoria a Playa Girón, che chiudere questo storico Congresso del Partito con il simbolismo racchiuso nella "Elegia delle Scarpette bianche" dell'Indio Naborí, declamata vibrantemente dall'attore Jorge Ryan e con le emozionate parole di Nemesia, la bambina carbonaia che vide morire sua madre indifesa, e le ferite provocate a sua nonna e ai due fratelli dall'azione assassina di aeroplani con le insegne cubane dipinte, le cui scarpe bianche, perforate dalla mitraglia nemica, sono esposte nel museo di Playa Girón, come concreta testimonianza che la Rivoluzione si mantiene vittoriosa 50 anni dopo, rendendo onore ai suoi caduti.

 

Molte grazie.

Piena solidarietà al Governo del Presidente del Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías, contro le ingerenze statunitensi

per installare sette minacciose basi militari in Colombia

Promosso dal Gruppo Giovanile di Studenti a Roma e il Comitato di Donne Latinoamericane di Roma solidali con la Rivoluzione Bolivariana del Venezuela,e con la partecipazione della Rete dei Comunisti, del Partito di Rifondazione Comunista , del Partito dei Comunisti Italiani e di varie associazioni italiane di solidarietà con la Rivoluzione Socialista Bolivariana, si è tenuta una manifestazione sit-in di fronte alla sede dell’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Via Nicolò Tartaglia 11, in appoggio al Governo del Presidente del Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías e in rifiuto alle pretese statunitensi di installare sette basi militari in suolo colombiano.

Nel corso della manifestazione, il rappresentante del Gruppo Giovanile di Studenti a Roma, Ian Carlos Torres, ha consegnato un documento ai rappresentanti del governo venezuelano lì presenti, l’ambasciatore presso l’Italia, Luis Berroterán, l’ambasciatore presso la Santa Sede, Iván Rincón, l’ambasciatrice presso la FAO, Gladys Urbaneja e un deputato al parlamento nazionale del Venezuela, esprimendo solidarietà e pieno appoggio al governo venezuelano, e condannando “l’ingerenza statunitense in America Latina” con il tentativo di condizionare negativamente lo sviluppo delle nascenti unioni latinoamericane, quali Unasur, Alba e Petrocaribe” e “la logica della guerra preventiva”.

Il Prof. Luciano Vasapollo a nome delle organizzazioni politiche e di tutte le associazioni italiane presenti ha espresso la piena solidarietà al governo del Venezuela e il forte appoggio a tutte le rivoluzioni e i processi di democrazia partecipativa in atto per rafforzare il processo di integrazione dell’America Latina, per  il rispetto dell’autodederminazione dei popoli e per la costruzione della NUESTRA AMERICA TERRA DI PACE E DI LIBERTÀ.

È stata una importantissima giornata di mobilitazione democratica al fianco di tutto il popolo sudamericano che desidera costruire la propria storia in pace e per la pace. La manifestazione si è svolta in un clima di allegria e partecipazione tra popolo e istituzioni governative venezuelane.

Gruppo Giovanile di Studenti a Roma solidali con la Rivoluzione Bolivariana

Comitato di Donne Latinoamericane di Roma solidali con la Rivoluzione Bolivariana

Rete dei Comunisti

Partito Rifondazione Comunista

Partito dei Comunisti Italiani

Rivista Nuestra América

La Villetta per Cuba

Radio Città Aperta

Casa del Popolo Tor Pignattara

Centro Studi Cestes Proteo

 

Di Henrike Galarza Dipartimento di Economia,Università Pubblica della Navarra       

   ( Traduz. di Giulia Alteri)

 

È impossibile riassumere in queste poche righe l’enorme ventaglio di temi ad analisi affrontate da Luciano Vasapollo nel suo Trattato di Economia Applicata. Il sottotitolo “Analisi critica della mondializzazione capitalista”, e l’interessante appendice, aiutano a farsi un’idea della portata teorico-pratica degli oltre trenta capitoli nei quali si articolano le sette parti che compongono questo eccellente lavoro. L’autore è riuscito ad impostare le questioni socioeconomiche più cruciali nei corrispondenti termini marxisti, attualizzandoli e argomentandoli, rendendo evidente la superiorità del metodo marxista sulle misere estrapolazioni ed i giochetti matematici della tradizionale ortodossia economica, o del presunto pensiero unico neoconservatore.

Che sia sull’intensificazione del contenuto immateriale della produzione, sulle nuove figure del lavoro, sulla privatizzazione dei servizi pubblici, sulla finanziarizzazione dell’economia, o anche sulla nuova divisione internazionale del lavoro, per citare solo alcune delle questioni, il trattato propone con chiarezza e rigore un’analisi che supera il vaglio di qualsiasi lavoro scientifico nel campo delle Scienze Sociali: il confronto con la realtà. Di fronte agli “idealismi” filosofici propri dei pensatori postmoderni di qualsivoglia ideologia, Vasapollo ci offre un trattato materialista di grande valore, in funzione delle necessità teorico-pratiche poste dall’attuale fase capitalistica.

 Detto questo, mi limiterò ad esporre gli aspetti che, nel complesso, hanno attirato di più la mia attenzione, con l’intenzione di invitare alla lettura dei singoli temi in base agli elementi di interesse sollevati da ciascuno. Come un’opera completa sa fare, grazie all’elevato livello di astrazione e all’enorme quantità di temi trattati, questo eccezionale testo è di grande aiuto per ogni persona interessata alla critica dell’economia, e ancora di più per i militanti della sinistra di classe: smentisce e supera le mezze verità e le continue menzogne economiche diffuse dai mezzi di comunicazione, dai gabinetti di esperti (think-tank) e dalle organizzazioni economiche capitaliste; facilita l’uso di rigorose argomentazioni rivoluzionarie e anticapitaliste da parte di chiunque, comprese le attuali generazioni di studenti.

 Successivamente alle presentazioni di noti pensatori e accademici, e ad una prefazione dell’autore stesso, la prima parte del libro, composta da tre capitoli, inizia con un’introduzione in cui si insiste sull’obiettivo generale dell’opera: la comprensione critica dell’attuale fase capitalistica. A tal fine, la prima parte è dedicata alla definizione delle categorie fondamentali dell’analisi marxiana del processo produttivo, rivendicandone la validità e l’utilità per l’analisi delle nuove realtà sociali contemporanee. La rassegna di storia del pensiero economico marxista è unita all’esame degli aspetti metodologici relativi alla definizione e concettualizzazione delle categorie economiche generali. Come negli altri capitoli del libro, abbondano i riferimenti a Marx e ad autori marxisti, ma anche ad autori di rilievo di scuole non marxiste, e in particolare dell’ortodossia dominante.

Nella seconda parte, “Categorie e dinamiche del sistema capitalista”, l’autore presenta in forma sintetica ma rigorosa la metodologia contabile propria delle economie capitaliste dominanti.

I concetti di base della Contabilità Nazionale, il loro adattamento alle categorie marxiste introdotte nella prima parte, e la critica alle teorie dello sviluppo economico di uso corrente preparano il terreno per le successive tre parti, senza tralasciare la lunga analisi dell’accoppiata teorica “lavoro improduttivo-lavoro produttivo”.

Una volta fissato il contesto teorico-pratico della sua analisi, Vasapollo approfondisce la conoscenza scientifica critica della realtà economica attuale nella terza, quarta e quinta parte del trattato , che costituiscono l’unità analitica più corposa del suo lavoro: la critica all’Economia Applicata in tre campi della conoscenza.

Nella terza parte, “Critica all’Economia Applicata alla struttura gestionale”: il sistema impresa e il sistema pubbliche amministrazioni”, la teoria microeconomica socialista e un’introduzione all’analisi del ruolo sociale ed economico dello Stato completano la prospettiva critica        sull’impresa, in quanto unità di produzione capitalista. La trasformazione dello Stato sociale  (Welfare State) in Stato del Profitto (Profit State) è un tema conosciuto a fondo dall’autore, e gli permette di affrontare sia i principi della gestione aziendale socialista, sia i più generali strumenti di intervento economico dello Stato Socialista.

 Nella quarta parte, “Critica all’Economia Applicata ai sistemi economici: regolamentazione e pianificazione nel capitalismo e nel socialismo”, il primo capitolo offre una sintesi della critica allo pseudo-liberalismo dominante attraverso l’analisi del settore finanziario, la cui crescita sproporzionata è storicamente intrinseca al capitalismo.

Vasapollo chiarisce la duplice prospettiva analitica sull’economia finanziaria: da un lato, la sua crescita eccessiva (la bolla finanziaria) riflette la strategia del capitale, che cerca l’incremento dei profitti al di là delle possibilità dell’economia reale, ovvero, la produzione e distribuzione di beni e servizi; per altro verso, l’economia finanziaria non può svincolarsi dalla produzione reale, ne dipende poiché è qui che si creano, e si ottengono, i profitti, ed il plusvalore appropriati dalla classe capitalista finanziaria. Da ciò, le contraddizioni generate da tale predominio, tensioni che sfociano in bolle finanziarie che poi scoppiano, sollevando altrettanti scandali finanziari, inclusi quelli di natura fraudolenti, o che svelano le bugie contabili di grandi aziende “al di sopra di ogni sospetto”. In ogni caso, la mancata valorizzazione di questi capitali va a danno dei piccoli risparmiatori e dei lavoratori licenziati dalle imprese coinvolte.

In una messa in scena tipica del “poliziotto buono-poliziotto cattivo”, la classe lavoratrice assiste alle lamentele del capitalista industriale verso i banchieri e le loro pretese, per poi, subito dopo, utilizzare questi ultimi come scusa di fronte alle richieste operaie di aumento del personale, di salari più alti, di migliori condizioni di lavoro o di riduzione della giornata lavorativa.

La presenza di settori, attività e imprese di taglio fordista e postfordista nei paesi industrializzati, complica ancora di più il mantenimento della stabilità sociale e genera differenze tra le frazioni di capitale che possono essere delocalizzate o avere a disposizione le tecnologie più avanzate e quelle che non possono. A partire dagli anni Settanta, la cosiddetta “flessibilità del lavoro” e la sua imposizione generalizzata confermano la tesi di Vasapollo sul predominio del capitale finanziario nella gestione globale dell’attuale economia capitalista. Come ben ricorda l’autore in diverse parti del libro, la globalizzazione, così come sta procedendo, è molto più rapida nell’ambito finanziario che nel resto: il protezionismo nelle relazioni commerciali e le leggi ingiuste che criminalizzano l’immigrazione nei paesi più potenti sono una prova della fallacia che si nasconde dietro al credo liberale ostentato da governi e istituzioni: si tratta di una “posa” pubblicitaria finalizzata a portare avanti la vecchia strategia di spoliazione e degrado dell’ambiente naturale; tutto ciò avviene in nome del libero mercato e, a volte, persino della democrazia politica.

La finanziarizzazione dell’economia si inserisce nel contesto del conflitto di classe anche sul piano internazionale, via via che favorisce il processo di concentrazione e centralizzazione del capitale su scala sempre maggiore, mettendo in pericolo, pertanto, l’autonomia e l’esistenza di capitali, imprese ed imprenditori di minori dimensioni e/o importanza nei mercati nazionali; la tendenza al monopolio si riflette nelle fusioni milionarie di imprese all’interno di singoli settori e tra quelle di differenti settori, sia a livello nazionale che transnazionale. Il dibattito in corso nei paesi dell’Unione Europea sul “consolidamento” (anglicismo usato per non dire “concentrazione”) dei settori energetico, dei trasporti e delle comunicazioni è, in merito,  molto significativo, e conferma l’esistenza di gruppi distinti di capitalisti con interessi contrapposti in gioco. Dunque, questioni come la “crisi delle ipoteche” o la variabilità del corso delle valute sul lungo termine, sono perfettamente coerenti con analisi che facciano uso delle “vecchie” categorie marxiste.

Parallelamente, al di là dell’apparente consenso diplomatico tra potenze capitaliste, copione messo in scena nelle riunioni di vertice del G-8, in quelle dell’Unione Europea o delle Nazioni Unite, ciascun blocco strategico mondiale cerca di limitare le conseguenze negative dell’indebolimento delle proprie istituzioni nazionali, in primis gli Stati, configurando lo scenario di competizione globale nel quale ci troviamo.

Di fronte a tale realtà, nel secondo e terzo capitolo viene affrontata la questione della programmazione economica, e in particolare di quella socialista. Come ricorda l’autore, nel capitalismo, lungi dall’essere assente, la pianificazione, o “programmazione”, è un fatto, anche se avviene a livello microeconomico, ovvero nelle singole aziende. Il mercato capitalista è il meccanismo di determinazione macroeconomica rispetto al quale ogni impresa deve stabilire le proprie strategie e la pianificazione a lungo o breve termine, tenendo conto degli esiti critici che esso implica. Al contrario, la pianificazione socialista può essere uno strumento macroeconomico chiave, in grado sia di instradare la società intera verso gli obiettivi decisi a livello politico, sia di “imparare” dalle transazioni microeconomiche realizzate nei diversi mercati nel corso del tempo. A titolo di esempio, il quinto capitolo passa in rassegna le differenti fasi storiche della pianificazione economica nella Cuba socialista, insistendo sugli errori commessi e sulle iniziative con cui in seguito il governo rivoluzionario ha reagito alle peripezie sopportate dall’economia cubana.

Questa quarta parte si chiude con la rivendicazione dell’uso socialista di alcuni strumenti quantitativi tipici dell’economia capitalista. Le tavole input-output racchiudono, a giudizio dell’autore, un notevole potenziale per l’applicazione ad un’economia socialista, nonostante le inevitabili difficoltà di adattamento alle categorie contabili marxiste.

Nella quinta parte del Trattato, dal titolo: “Critica dell’Economia Applicata al Sitema-Mondo. Economia internazionale ed imperialismo”, vengono descritte e analizzate le relazioni socioeconomiche internazionali riflesse nella teoria e nella pratica dominante del Commercio Internazionale. Riprendendo i concetti introdotti in precedenza, i primi due capitoli della quinta parte riassumono le principali idee e teorie sul commercio internazionale (vantaggi assoluti e comparati, costi comparati), la bilancia dei pagamenti e la relativa critica dal punto di vista marxista. Negli altri due capitoli viene proposta un’analisi critica delle relazioni internazionali in termini di imperialismo, capitolo terzo, e, nel capitolo quarto, conclusivo di questa parte, la sua applicazione all’analisi del cosiddetto sottosviluppo, nel contesto delle pratiche imperialiste del commercio internazionale contemporaneo. A partire dai concetti marxiani e dal pensiero leniniano sull’imperialismo, la convulsa evoluzione del capitalismo negli ultimi due secoli viene presentata sotto la prospettiva della continua competizione tra capitali, vecchi e nuovi, alla ricerca del maggior tasso di profitto per investimenti e capitale accumulato. D’accordo con l’autore, in questa ricerca del profitto nulla tiene a freno gli interessi dei capitali dominanti, e dei più dinamici. Nulla. La guerra, l’industria degli armamenti e degli altri strumenti di repressione violenta sono alcune delle “risorse” in mano ai capitalisti per il conseguimento dei loro obiettivi. Così, dal punto di vista dell’“economia di guerra”, possiamo meglio comprendere la realtà attuale dell’invasione di Iraq e Afghanistan, o l’abominevole storia del colonialismo europeo a partire dal XV secolo. L’attuale supremazia militare degli Stati Uniti fa di questo paese un punto di riferimento importante nell’analisi dell’autore. La natura imperialista del complesso della politica economica internazionale delle differenti amministrazioni, poco conta che i presidenti siano repubblicani o democratici, è palese anche negli aspetti più nuovi dell’evoluzione economica: la finanza, l’economia della conoscenza, le tecnologie di punta; o in questioni come la conservazione dell’ambiente naturale o l’istituzione di un Diritto Internazionale. Nella gran parte dei casi, i governi statunitensi non hanno avuto scrupoli nel boicottare qualunque accordo che, a loro parere, ne “danneggiasse i diritti”, o meglio, ostacolasse l’accesso delle multinazionali statunitensi alle fonti di profitto, dovunque si trovassero.

La sesta parte si intitola “Tendenze attuali del capitalismo: tra crescita quantitativa e crisi strutturale”, e include quattro capitoli nei quali l’autore sintetizza le idee e le analisi proposte nei capitoli precedenti, teso a formulare la propria diagnosi sulla globalizzazione, intesa come attuale fase di sviluppo del capitalismo. Nel primo capitolo vengono fissati i riferimenti teorici che riassumono le caratteristiche generali di funzionamento del capitalismo contemporaneo. Nel secondo e terzo capitolo l’autore passa in rassegna l’evoluzione storica del capitalismo a partire dalla prima Rivoluzione Industriale, e l’analizza attraverso differenti teorie (secondo capitolo), per poi (terzo capitolo) approfondire la natura e la dinamica dell’accumulazione capitalista su scala internazionale. Utilizzando i necessari dati e con il supporto di alcuni grafici, Vasapollo dimostra la superiorità, sulle altre scuole del pensiero economico, della prospettiva critica marxista nella comprensione e spiegazione della realtà economica capitalista presente e passata. Nel quarto capitolo (l’ultimo della sesta parte) l’analisi della globalizzazione neoliberista mostra, alla luce di quanto argomentato, come, in modo inesorabile e indipendentemente dalla volontà delle persone coinvolte, la dinamica capitalista trasformi in feroce competizione globale sia l’internazionalizzazione della finanza, sia l’exploit dell’economia della conoscenza.

Infine, la settima ed ultima parte del manuale costituisce un invito, più che una conclusione, a partecipare al dibattito sul superamento del capitalismo e sull’instaurazione del socialismo. Nei primi tre capitoli l’autore analizza le tendenze emergenti nella dinamica di accumulazione capitalista, primo capitolo; secondo capitolo, il ruolo dell’economia della conoscenza in quest’ampio contesto in continua trasformazione; nel terzo capitolo, le questioni relative all’intervento dello Stato nella sfera economica, sia interna che esterna, completano la riflessione analitica.

Il quarto capitolo (l’ultimo della settima parte), è intitolato: “Nuova composizione del mondo del lavoro e costruzione del blocco sociale anticapitalista”. Ancora una volta, la riflessione dell’autore parte dai testi di Marx, dalla legge del valore-lavoro, e dai risultati dell’analisi precedente, stavolta per mettere a fuoco le sfide poste dalle trasformazioni del capitalismo alle generazioni, attuali e future, di persone e degli altri esseri viventi. D’accordo con l’autore, precarietà e disoccupazione sono caratteristiche proprie del postfordismo in quanto sistema. Le delocalizzazioni, la separazione crescente tra il concetto e la realtà del lavoro, la deregolamentazione del contratto del lavoro, la presenza di manodopera immigrante nella gran parte dei paesi, potenze economiche e non, sono altrettanti indizi della necessità di ampliare l’approccio al “lavoro”, per abbracciare nell’analisi l’insieme di paesi compresi nella sfera del Capitalismo, così come le nuove figure del lavoro, contrattuali o meno, senza dimenticare la crescita della produzione immateriale.

L’analisi marxista, critica dell’Economia Applicata, ha una validità di cui è conferma la capacità di spiegare la realtà mutevole del capitalismo nell’attuale fase di globalizzazione, validità pienamente dimostrata da questo Trattato di Economia Applicata.

Il ventaglio di iniziative, di forme di lotta operaia e popolare, che può contribuire al progresso sociale è molto ampio, come si evince dal trattato, e si può dire che l’opera di Luciano Vasapollo ne faccia parte a pieno titolo.

 

Henrike Galarza

Wednesday, 13 February 2013 23:30

NUESTRA AMERICA TERRA DI PACE E DI LIBERTA’

Manifestazione/sit-in di fronte all'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma,

giovedì 8 ottobre 2009, ore 17:30

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Come ha  sottolineato il Comandante Fidel Castro,in  Honduras si è generata una nuova rivoluzione pacifica, ed anche in America Latina”, ha detto Zelaya

E' proprio tale volontà di cambiamento radicale che non è piaciuta alle forze militari e all’oligarchia Honduregna più conservatrice, come non  è piaciuto che  l’Honduras abbia  aderito alcuni mesi fa all’ALBA (Alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra America) scegliendo così definitivamente la strada dell’indipendenza, dell’autodeterminazione senza alcun compromesso con i regimi delle multinazionali, con  l’imperialismo e i suoi organismi internazionali.Coprifuoco, mandati di cattura ,arresti  e dirigenti sociali e sindacali assassinati , la dura e ripetuta la condanna della comunità internazionale del colpo di Stato e della disarticolazione del regime costituzionale  e democratico esistente con il governo di Manuel Zelaya,  mostrano un clima politico repressivo e guerrafondaio CHE CI RIPORTA agli anni ’70/’80 quando gli Stati Uniti pensavano di gestire il continente come un "cortile di casa", con il suo carico di terrore, sfruttamento, dittature.

Siamo con le organizzazioni sociali dell’Honduras che hanno nuovamente proclamato lo stato di agitazione per imporre il ritorno del presidente Zelaya, la fine dello STATO D’ASSEDIO e il rispetto dell’ordinamento costituzionale, soprattutto stanno chiedendo a tutte le istituzioni latinoamericane e internazionali di pronunciarsi contro il COLPO STATO e hanno chiamato alla mobilitazione in tutto il mondo in solidarietà con il popolo dell’Honduras.

  Ci uniamo alla protesta mondiale che disapprova e condanna il regime militare imposto in questa nazione a chiamiamo all’applicazione di misure  energiche e profonde, per ottenere il ritorno alla normalità e la restituzione del potere al suo Presidente eletto in maniera leggittima e democratica , come manifestazione della volontà del suo popolo.

Si susseguono appelli internazionali di  movimenti sociali e organizzazioni  di base di lavoratori e di intellettuali (tra i più importanti ad esempio quelli della Red De Las Redes En Defensa De La Humanidad e di Via Campesina Internazionale, e Venezuela Solidarity Campaign) in solidarieta’ con le organizzazioni e i movimenti sociali honduregni  che continuano ad esprimere con la resistenza la volontà popolare di modificare radicalmente la Costituzione Honduregna ,affermando pienamente l’indipendenza e affiancarsi al cammino di quei paesi come Bolivia, Ecuador, Venezuela, Nicaragua e tanti altri che anche se con forme diverse stanno cercando una loro soluzione e una loro autonoma via allo sviluppo autodeterminato e a processi reali di democrazia partecipativa,sempre con la Rivoluzione socialista di Cuba come riferimento imprescindibile. 

E proprio Cuba continua a pagare la sua scelta di autodeterminazione nel processo rivoluzionario socialista con 50 anni di bloqueo economico da parte dei governi USA,di aggressioni terroriste che hanno provocato oltre 3800 morti, con atroci provocazioni come quella che ha portato da oltre   undici anni dall’ingiusto arresto dei 5 agenti dell’antiterrorismo cubano, che non hanno mai attuato atti di spionaggio, non hanno mai violato le leggi e le regole di sicurezza degli Stati Uniti, non hanno mai commesso alcun atto di violenza; i 5 agenti dell’antiterrorismo cubano hanno messo a rischio le loro vite per salvaguardare le vite di noi tutti , per controllare ed impedire l’attività di gruppi terroristici che dal territorio degli Stati Uniti progettavano e attuavano attentati non solo contro Cuba. Dalla data dell'infame arresto i 5 cubani sono stati sottoposti a torture fisiche e psicologiche, a violazioni dei diritti umani, impedendo la visita di alcuni dei loro familiari, a carcere duro motivato da sentenze della magistratura tutte a carattere politico e senza alcuna prova.

I fatti parlano da soli: i veri terroristi come Posada Carrilles, Orlando Bosch, Josè Basulto e tanti altri godono di piena libertà e impunità protetti dal governo degli Stati Uniti e ai 5 cubani si confermano intatte le condanne e l’ingiusta carcerazione. Allo stesso tempo il bloqueo economico, finanziario, commerciale imposto dal governo degli Stati Uniti continua a soffocare le possibilità di ulteriore sviluppo economico e sociale di Cuba, la sua sovranità e i suoi processi di autodeterminazione. Il nuovo governo ed amministrazione degli Stati Uniti non possono parlare di cambiamento delle loro politiche estere con nuovi processi democratici verso l’America Latina se prima non pongono immediatamente fine all’infame bloqueo contro Cuba, alla colossale ingiustizia contro i 5 cubani e se non si adoperano in tutte le maniere contro il golpe fascista e per ripristinare la piena libertà in Honduras e l’immediato reinsediamento del legittimo Presidente eletto Zelaya.

 

LIBERI SUBITO, facciamoli tornare a Cuba!!

 

  • Con i 5 eroi Cubani, ancora prigionieri nelle carceri USA

  • Per la fine del bloqueo imposto dagli USA da oltre 50 anni, contro la sovranità di CUBA

  • Contro il golpe fascista appoggiato dagli Stati Uniti, solidarietà con il popolo  dell'Honduras e il suo legittimo presidente

  •  Piena solidarietà al governo e al Presidente del Venezuela, Hugo Rafael Chávez Frías ,sollecitando una netta presa di posizione delle istituzioni internazionali contro le pretese statunitensi d’installare sette basi militari in suolo colombiano

  • Forte appoggio a tutte le rivoluzioni e i processi di democrazia partecipativa in atto per rafforzare il processo di integrazione dell’America  Latina , per  il rispetto delll’autodederminazione dei popoli e per la costruzione della NUESTRA AMERICA TERRA DI PACE E DI LIBERTA’

 

Promuovono e organizzano:

La VILLETTA per CUBA - I Membri italiani  de La Red de la Redes en Defensa de la Humanidad (NUESTRA AMERICA, RADIO CITTA’ APERTA, CONTROPIANO, LABORATORIO EUROPEO PER LA CRITICA SOCIALE, NATURA AVVENTURA) – Tele Ambiente – Archivio Cubano – Comitato “Fabio Di Celmo”– Rete dei Comunisti - PRC –PdCI- Sinistra e Libertà– Italia Dei Valori – Comitato Palestina nel Cuore –  AIASP  – Comitato Provincia Avana – Promocaraibi – Ass. Sportiva Tor di Quinto – Artiglio Calcio – Polisportiva Roma 6 Villa Gordiani – Agenzia Giornalistica Televisiva Italiana – ANPI – La Rinascita - Liberazione –  USI-RdB  – Centro Studi CESTES-PROTEO  Ass. cult. Mezza Luna Rossa Palestinese – 

 

Aderiscono:

Rivista Essere Comunisti– Comunità Montana dell’Aniene– il Vecchio Mattatoio –Ass.Naz.Amicizia Italia/Cuba- Ass. Itaca – Ass. Articolo 3 - Angulo Cubano e Lato Cubano – TeleDonna – SiporCuba -Ass.Puntocritico

 

Aiutateci a diffondere l’iniziativa, per non continuare

ad essere censurati dall’informazione del pensiero unico

La manifestazione di inaugurazione del Centro studi di Politica Internazionale dell’Associazione Puntocritico, (CeSPIn) è stata un successo. La bellissima sala medioevale dei Cimieri presso l’Archivio Storico di Carpi (Mo) era completamente piena e varie persona hanno dovuto assistere in piedi allo svolgimento dei lavori.

 Dopo la presentazione della manifestazione da parte del Presidente di Puntocritico Andrea Genovali; Marco Zoboli Presidente del Centro Studi ha delineato il progetto scientifico della nuova struttura dell’associazione.

Struttura che si affianca a quella del Premio giornalistico-letterario Marenostrum dedicato alla cultura migrante in Italia.

 Il primo illustre ospite che ha preso la parola è stato l’Ambasciatore del Vietnam in Italia Dang Khanh Thoai che ha illustrato come il Vietnam sta portando avanti il suo progetto di industrializzazione e di emancipazione. Un progetto che non copia altri paesi ma che è peculiare alle necessità e ai bisogni del popolo vietnamita.

 Grande emozione ha suscitato il conferimento del premio Puntocritico al partigiano Ennio Tassinari che fu uno dei protagonisti della lotta partigiana nel modenese ma che riuscì anche a salvare centinaia di vite in provincia di Lucca e non solo.

 La seconda parte della manifestazione ha visto la partecipazione di tre importanti esponenti del mondo accademico, e non solo, latinoamericano coordinati dal professore di Economia dell’Università La Sapienza di Roma Luciano Vasapollo, che del Centro Studi è il Coordinatore del Comitato Scientifico. Vasapollo ha nella sua relazione comparato come le grandi conquiste in America Latina, da parte della rivoluzione cubana e dell’ALBA, in settori strategici per un paese come la sanità, l’istruzione e la ricerca siano invece in totale svendita in Italia e di come i media non parlino di queste fondamentali conquiste dei popoli latinoamericani ma, invece, si occupino solo di pettegolezzi e di menzogne quando si parla di Cuba, del Venezuela, della Bolivia ecc. Oscar Vega Camacho, consulente della vice Presidenza dello Stato plurinazionale di Bolivia e docente dell’Università di La Paz e la professoressa Ivonne Farah, della stessa università, hanno analizzato e illustrato il processo rivoluzionario in Bolivia esponendo anche i risultati fin qui ottenuti dal Presidente Morales. L’economista cubano Ramon Sanchez, dell’Università dell'Avana e direttore dip. Marxismo ministero educaz. Superiore di Cuba ha invece presentato il nuovo cammino del processo rivoluzionario cubano. La sua illustrazione è servita ad evidenziare come le nuove misure siano perfettamente dentro al processo rivoluzionario, smentendo così le menzogne e le dicerie che in Italia vogliono mettere in dubbio che Cuba sia ancora socialista.

 Al termine della manifestazione è giunta anche la conferma che la più grande astrofisica italiana, e non solo, Margherita Hack ha aderito al Comitato Scientifico del Centro Studi.

 

 

 

PACHAMAMA

L’educazione universale al Vivir Bien

vol. 1

Luciano Vasapollo e Ivonne Farah (a cura di)

Prefazione del Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia Evo Morales

 

Il mondo attuale sta attraversando un processo di transizione che molti analisti hanno denominato post-capitalista, poiché, al giorno d’oggi, il capitalismo sta sperimentando la convergenza di varie crisi che evidenziano, come mai era accaduto prima, gli effetti più devastanti e distruttivi del sistema. Contemporaneamente, alcune società stanno vivendo profonde trasformazioni politiche ed economiche, caratterizzate dalla contestazione del capitalismo e dalla costruzione di vie alternative. Questo grazie a percorsi di lotta di classe, fortemente caratterizzati dai popoli indigeni come parte integrante dei movimenti dei campesinos, dei mineros, dei cocaleros.

Queste ricerche di alternative al capitalismo, sviluppate soprattutto nel Sud del mondo, e in maniera notevole in America Latina, stanno rafforzando alleanze, reti e altre forme di condivisione degli sforzi riflessivi per il rinnovamento dell’umanesimo e del pensiero sociale. Una di queste, vista oggi come possibile alternativa all’etnocentrismo e all’individualismo proprio del capitalismo, è la cosmovisione e i saperi ancestrali del mondo indigeno e delle popolazioni andine, sintetizzata nel Suma Qamaña in aymara (in spagnolo Vivir Bien) o Sumak Kawsay in quechua (in spagnolo Buen Vivir), che si fonda su una relazione armonica e rispettosa tra gli esseri umani e tra questi e gli altri esseri vivi con cui condividono la natura.

Un paradigma quindi, quello del Vivir Bien, che sta trovando la sua naturale sintesi con le teorie marxiste e le esperienze del movimento di classe e quelle socialiste del XX e XXI secolo, in un paese come ad esempio la Bolivia, dove i movimenti sociali sono stati in grado di dotarsi della loro organizzazione politica e della loro forma partito come strumento di realizzazione del cambiamento radicale, ponendo così  il movimento indigeno nella dimensione di classe che si è affermato come tale  nelle lotte e nelle dinamiche del conflitto capitale-lavoro dei movimenti dei lavoratori contadini, dei mineros , dei cocaleros etc. in un processo rivoluzionario che si è fatto nuovo Governo e  società alternativa.

Un libro, curato da Luciano Vasapollo e Ivonne Farah e con i contributi di importanti ricercatori latinoamericani e indigeni, che partendo dal paradigma del Vivir Bien analizza le trasformazioni politiche e sociali in atto in America Latina e in particolare in Bolivia, dove i popoli indigeni sono tra i protagonisti del socialismo del XXI secolo in quanto soggetto di classe e parte attiva dei movimenti sociali, operai, contadini, delle donne .

 

CURATORI

Luciano Vasapollo: Professore alla “Sapienza” Università di Roma, all'Università de La Habana (Cuba) e alla Università di Pinar del Río (Cuba); direttore del centro studi CESTES e delle riviste PROTEO e NUESTRA AMÉRICA.

Ivonne Farah: Professoressa Emerita dell’Università Mayor di San Andres (La Paz – Bolivia). Direttrice del C.I.D.E.S. (Centro per la Ricerca sullo Sviluppo).

 

NOTE TECNICHE
Autori: Luciano Vasapollo e Ivonne Farah
Editore: Natura Avventura Edizioni
Collana: I Saggi
Supporto: libro
Formato: 15 x 23
Pagine: 320
Anno di edizione: 2010
ISBN: 978-88-95009-08-7
Prezzo: € 20,00

COMUNICATO DELLA RETE DEI COMUNISTI E NUESTRA AMERICA

Stati Uniti ed Unione Europea continuano a spalleggiarsi

 negli attacchi contro Cuba

Stati Uniti ed Unione Europea continuano a spalleggiarsi negli attacchi contro Cuba: si sostengono strutture e personaggi come Luís Posada Carriles o Orlando Bosch che, nonostante un infinito elenco di azioni terroristiche, se ne stanno tranquilli a Miami; si tengono in carcere i cinque eroici antiterroristi cubani; si premia a scatola chiusa con il Nobel per la Pace il presidente Obama che poche settimane dopo aumenta le truppe USA in Afghanistan, si accettano come “democratiche” le elezioni gestite dai golpisti in Honduras e poi si finanziano i cosiddetti “dissidenti” cubani, ci pensano da una parte la CIA e i suoi derivati e dall’altra l’Europa che consegna il premio Sakharov a Gulliermo Fariñas che da detenuto comune per aggressioni viene elevato al rango di “dissidente” come chiunque, del resto, attacchi il governo di Cuba. Un Parlamento Europeo che invece non riesce a prendere un solo provvedimento per risolvere i problemi di milioni di cittadini europei massacrati da una crisi economica, sociale e politica senza precedenti.

La Rete dei Comunisti sostiene fraternamente il popolo di Cuba, il suo Governo rivoluzionario e socialista ed il Partito Comunista Cubano contro gli attacchi dell’imperialismo statunitense ed europeo.

Rete dei Comunisti,

Nuestra América

Presentazione della rivista Nuestra América il 2 ottobre ore 18.00 all'Ambasciata di Cuba in Italia; Manifestazione- sit di fronte all'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma,il giorno 8 ottobre 2009, ore 17,30

LIBERI SUBITO, facciamoli tornare a Cuba!!

Sono passati undici anni dall’ingiusto arresto dei 5 Agenti dell’antiterrorismo cubano, che non hanno mai attuato atti di spionaggio, non hanno mai violato le leggi e le regole di sicurezza degli Stati Uniti, non hanno mai commesso alcun atto di violenza; i 5 agenti dell’antiterrorismo cubano hanno messo a rischio le loro vite per salvaguardare le vite di noi tutti , per controllare ed impedire l’attività di gruppi terroristici che dal territorio degli Stati Uniti progettavano e attuavano attentati non solo contro Cuba.

Dalla data dell'infame arresto i 5 cubani sono stati sottoposti a torture fisiche e psicologiche, a violazioni dei diritti umani, impedendo la visita di alcuni dei loro familiari, a carcere duro motivato da sentenze della magistratura tutte a carattere politico e senza alcuna prova.

 I fatti parlano da soli: i veri terroristi come Posada Carrilles, Orlando Bosch, Josè Basulto e tanti altri godono di piena libertà e impunità protetti dal governo degli Stati Uniti e ai 5 cubani si confermano intatte le condanne e l’ingiusta carcerazione. Allo stesso tempo il bloqueo economico, finanziario, commerciale imposto dal governo degli Stati Uniti continua a soffocare le possibilità di ulteriore sviluppo economico e sociale di Cuba, la sua sovranità e i suoi processi di autodeterminazione.

 Il nuovo governo ed amministrazione degli Stati Uniti non possono parlare di cambiamento delle loro politiche estere con nuovi processi democratici verso l’America Latina se prima non pongono immediatamente fine all’infame bloqueo contro Cuba, alla colossale ingiustizia contro i 5 cubani e se non si adoperano in tutte le maniere contro il golpe fascista e per ripristinare la piena libertà in Honduras e l’immediato reinsediamento del legittimo Presidente eletto Zelaya.

solidarietà internazionale per la libertà dei 5 eroi cubani”

 

In questi ultimi giorni, nello stadio di Nettuno,vicino Roma, per i campionati mondiali di baseball si sono  tenuti due incontri Cuba-Stati Uniti, di cui il secondo è stata la finalissima. Belle serate di sport, di festa popolare con la presenza di una numerosissima tifoseria a favore di Cuba; tanti i cittadini cubani presenti che si sono uniti a tanti sportivi italiani che sventolavano decine di bandiere cubane con striscioni e cori che hanno sostenuto la squadra di Cuba con grande calore. Durante le gare compagni di varie associazioni internazionaliste e di solidarietà con Cuba hanno ripetutamente fatto slogan e aperto striscioni che richiedevano la libertà immediata dei cinque agenti dell'antiterrorismo cubano; le forze dell'ordine hanno imposto l'immediata chiusura di tali striscioni e  hanno provveduto all'identificazione di compagni di Nuestra America, della Villetta e del Comitato Palestina nel Cuore, con minacce di denuncia in quanto si sarebbe tentato di interrompere una manifestazione sportiva con una manifestazione politica non autorizzata. Nella finale di domenica 27 settembre le forze dell’ordine hanno preteso addirittura che non venissero esposte sulle scalinate le bandiere nazionali di Cuba, adducendo la scusa ipocrita, falsa e ridicola che non permettevano una buona visione della partita, e solo dopo una lunga trattativa si è almeno ottenuto di poterle tenere in mano e sventolare. Alla faccia della democrazia, del rispetto della libertà  di espressione e del rispetto della sovranità dello Stato di Cuba!!

 

Ora dobbiamo proseguire nei percorsi di lotta già a partire dall'invito a tutti i compagni dei movimenti sociali,delle associazioni e  del sindacato di base e a tutti i democratici a intervenire alla presentazione del nuovo numero della rivista Nuestra America (con un inserto speciale sulla solidarietà internazionale con i 5 cubani) che si terrà il 2 ottobre alle ore 18.00 presso i locali dell’Ambasciata di Cuba in Italia; e continuare a dare il massimo supporto all’attività  realmente informativa svolta da Radio Città Aperta e Teleambiente e di tutti gli organi di informazione indipendenti che vorranno dare il loro contributo alla verità.

 A conclusione del mese di solidarietà internazionale per la libertà dei 5 eroi cubani si terrà una

Manifestazione- sit di fronte all’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma,il giorno 8 ottobre 2009,ore 17,30

 

  • Con i 5 eroi Cubani,ancora prigionieri nelle carceri USA
  • Fine del bloqueo imposto dagli USA da oltre 50 anni contro la sovranità di CUBA
  • Contro il golpe fascista appoggiato dagli Stati Uniti, SOLIDARIETA' CON IL POPOLO  DELL'HONDURAS E IL SUO LEGITTIMO PRESIDENTE 
  • Per l’autodeterminazione dei popoli e per un’America latina terra di pace e libertà

 

 

Promuovono e organizzano:

La VILLETTA per CUBA- I Membri italiani  de La Red de la Redes  en Defensa de la Humanidad  (NUESTRA AMERICA, RADIO CITTA’ APERTA, CONTROPIANO, LABORATORIO EUROPEO PER LA CRITICA SOCIALE. NATURA AVVENTURA)  -Tele Ambiente - Archivo Cubano- Comitato “Fabio Di Celmo” – AIASP  – TeleDonna – SiporCuba – Provincia Avana – Comitato Palestina nel Cuore - Angulo Cubano e Lato Cubano – Promocaraibi – Ass. Sportiva Tor di Quinto – Artiglio Calcio – Polisportiva Roma 6 Villa Gordiani – Agenzia Giornalistica Televisiva Italiana – ANPI – La Rinascita e Liberazione - il Vecchio Mattatoio –  USI- RdB – Lega Missionaria Cattolica –Centro Studi CESTES-PROTEO- Comunità Montana dell’Aniene –Ass. Itaca- Ass.Articolo 3-Ass.cult. Mezza Luna Rossa Palestinese- Rete dei Comunisti -PRC – PdCI – Italia Dei Valori - Sinistra e Libertà

Realizzazione: Natura Avventura

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