La LAB (Langile Abertzaleen Batzordeak) Sindacato dei Paesi Baschi SOLIDARIZZA CON LA CLASSE LAVORATRICE PORTOGHESE PER LO SCIOPERO GENERALE DEL 24 NOVEMBRE.
Written by nuestra america
Paesi Baschi 10 novembre 2011
La LAB, centrale sindacale dei Paesi Baschi, ancora una volta solidarizza con la lotta della classe lavoratrice del Portogallo e, quindi, appoggia la convocazione dello Sciopero Generale per il prossimo 24 novembre dalla confederazione sindacale “ Confederazione Generale dei Lavoratori del Portogallo (CGTP-IN)”.
Questo Sciopero Generale si terrà contro gli ultimi tagli programmati dal governo socialdemocratico portoghese, che vengono a sommarsi a quelli già realizzati precedentemente. Tra i tagli programmati si distinguono per la loro brutalità i seguenti:
- Aumento della giornata lavorativa di 2,5 ore settimanali ( da 40 a 42,5 ore), il che implica una riduzione media dei salari del 7,5%, oltre un aumento della disoccupazione.
-Eliminazione della tredicesima per tutti i lavoratori e lavoratrici nel 2011 e per gli anni 2011 e 2012 in caso di impiegati pubblici.
-Facilitare i licenziamenti senza giusta causa e riduzione delle compensazioni per questo motivo.
-Smantellamento progressivo della negoziazione collettiva.
- Maggiori tagli di salari e pensioni.
- Aumento delle tasse sui consumi e sui redditi .
- Riduzione del sussidio di disoccupazione.
- Riduzione delle festività.
- Aumento delle privatizzazioni, inclusa l’acqua.
- Chiusura dei servizi pubblici e tagli alla sanità e istruzione pubbliche.
Tutte queste misure, e altre simili, vengono applicate nei diversi Stati dell’Unione Europea (UE), specialmente nei paesi del sud del continente (Portogallo, Grecia, Italia, Paesi Baschi, Spagna e Francia).
Il fatto che le misure siano identiche, a parte alcune caratteristiche specifiche di ciascuno dei paesi, dimostra che la UE ha un progetto economico, politico e sociale molto specifico, che mira a smantellare il settore pubblico e che la classe lavoratrice paghi le conseguenze di questa crisi del capitalismo, che non è stato generata a causa nostra, ma dalle politiche speculative che seguirono le grandi banche nel settore finanziario.
Di fronte a questa situazione insostenibile è più che mai necessario per i lavoratori europei , se possibile, organizzarsi e lottare contro le pretese del grande capitale, delle banche, delle imprese multinazionali e la loro classe politica servile, che è quella che oggi governa nella UE e nei singoli stati che la compongono.
Perciò, noi sosteniamo la CGTP-IN e gli altri sindacati, così come classe lavoratrice portoghese, in questa convocazione di sciopero generale. Con il vostro esempio si mostrerà al resto dei lavoratori europei che non possiamo stare a guardare gli avvenimenti passivamente, ora più che mai è necessario lottare.
Dai Paesi Baschi, la LAB e la classe lavoratrice basca uniscono la loro voce a quella dei lavoratori e lavoratrici portoghesi.
L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona. Siamo con voi!
Jo ta ke irabazi arte (=Lottiamo senza tregua fino alla vittoria!)
Traduzione a cura della Commissione Internazionale della Rete dei Comunisti
NOTA INFORMATIVA INVIATA DALLA CGT Portoghese AL MOVIMENTO SINDACALE INTERNAZIONALE SCIOPERO GENERALE
Written by nuestra america
24 novembre 2011
CONTRO LO SFRUTTAMENTO E L’IMPOVERIMENTO
PER UN PORTOGALLO SVILUPPATO E SOVRANO
In seguito all’accordo sottoscritto con la Troika FMI/EU/BCE , il Portogallo deve confrontarsi con un nuovo programma di austerità aggravata, senza precedenti dall’instaurazione della democrazia.
E’ la recessione economica, lo sfruttamento dei lavoratori e l’impoverimento del paese.
La situazione ha i suoi responsabili: il memorandum delle Troike nazionali e straniere e la politica del governo del PSD/CDS .
La campagna che proclama la sua inevitabilità è falsa e ignobile. Inevitabile è la resistenza e la lotta persistente dei lavoratori e del popolo portoghese contro queste politiche.
Si tratta ora in sintesi di:
Aumento illegale della durata del lavoro di 2 ore 30 minuti (da 40 a 42 ore 30 minuti a settimana), il che implica la riduzione dei salari del 7%, in media, e l'aumento della disoccupazione;
Furto della tredicesima per tutti i lavoratori nel 2011 e delle tredicesime e delle indennità di ferie dei lavoratori nella Pubblica Amministrazione e del settore imprenditoriale dello Stato – come anche per i pensionati in generale - per i prossimi due anni 2012 e 2013;
Altri tagli di salari e pensioni;
Forte aumento delle tasse sui consumi e redditi da lavoro;
Riduzione delle indennità di disoccupazione;
Eliminazione dell’indennità familiari e dell’integrazione del reddito sociale a migliaia di famiglie;
Riduzione dei giorni festivi;
Più privatizzazione (compresa l'acqua);
Chiusura di molti servizi pubblici e tagli alla sanità e all'istruzione.
Come parte del programma, il governo e le associazioni dei datori di lavoro hanno intenzione di mutilare i diritti dei lavoratori, compreso il divieto di licenziamento senza giusta causa, il diritto costituzionale alla contrattazione collettiva, le compensazioni per motivi di licenziamento, la protezione sociale della disoccupazione e la regolamentazione dell'orario di lavoro.
Siamo di fronte a un vero programma di aggressione ai lavoratori, al popolo e al paese. Le misure presentate sono una calamità. Se si concretizzeranno, faranno precipitare il Paese in una recessione (che il governo ammette già l'ordine del 3% nel 2012), che esacerberà piuttosto che ridurre, il peso del debito.
Se la recessione si approfondirà, si creerà un ciclo distruttivo delle politiche di austerità, più recessione e debito crescente, la copia di ciò che sta accadendo, soprattutto in Grecia, con risultati disastrosi per i lavoratori, il popolo e il paese, che ora sono sotto gli occhi di tutti.
Il nuovo pacchetto di misure di austerità impone la recessione economica e regressione sociale, l'impoverimento generalizzato della popolazione, l'aumento della disoccupazione. Per l'ampiezza e la gravità del suo contenuto - che sfida i principi di base della struttura sociale e dei diritti e garanzie fondamentali sanciti dalla Costituzione della Repubblica del Portogallo - il nuovo programma del governo rappresenta un enorme passo in dietro di civiltà e un brutale attacco alla democrazia.
La rottura del potere d'acquisto ha effetti devastanti sul mercato nazionale, portando a cessazioni di attività e alla conseguente perdita di posti di lavoro. La generalità della popolazione, dei lavoratori e delle lavoratrici, dei giovani, dei disoccupati, dei pensionati pagano il conto di una crisi che non hanno causato. Nel frattempo, i più grandi gruppi economici e finanziari continuano ad accumulare migliaia di milioni di utili e, proprio per il primo semestre del 2011, sono usciti dal paese più di 10.370 milioni di euro, il valore più alto di sempre.
Queste sono le politiche seguite dai governi successivi che hanno portato alla perdita di competitività dell'economia portoghese; alla liquidazione di una parte del nostro tessuto produttivo; ai contratti disastrosi per lo Stato nel quadro della partnership pubblico/privato; al buco nel BPN - Banca Portoghese di Affari, che può consumare 3.000 milioni di euro; alla non canalizzazione dei crediti al settore produttivo; all'inefficienza e scarsa produttività di molte aziende; alla corruzione; alla frode e all'evasione fiscale e l'economia sommersa.
Questa è una politica della terra bruciata! Se non la si ferma, la realizzazione di più privatizzazioni, compresa la cattura, la lavorazione e distribuzione di acqua e rifiuti, di riduzione dei servizi nelle aziende di trasporto e tagli allo Stato sociale, specialmente alla sicurezza sociale, sanità e istruzione, con l'aggravarsi dell’inflazione porterà ad effetti devastanti nello sviluppo del paese e nella qualità dei servizi pubblici, e causerà un aumento della precarietà, della disoccupazione, della povertà e del l'esclusione sociale.
Il Portogallo ha bisogno di una nuova politica che esiga la rinegoziazione del debito – i ritardi, gli interessi e valori da pagare - e che promuova la crescita e l'occupazione con i diritti, che si concentri sul rilancio del settore produttivo, che garantisca l’aumento dei salari delle pensioni, che assicuri la difesa e il rafforzamento delle funzioni sociali dello Stato e servizi pubblici, che valorizzi il lavoro e ridia dignità ai lavoratori.
In questo senso, il Consiglio nazionale della CGTP-IN, riuniti il 18 e 19 ottobre 2011, ha deciso di:
riconoscere le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti i settori e tutti coloro che hanno partecipato alle manifestazioni di massa convocate dal CGTP-IN il 1° ottobre scorso a Lisbona e Porto, chiedendo di perseguire l’azione, a partire dai luoghi di lavoro, richiedendo una risposta positiva alle loro proposte e rivendicazioni;
intensificare il chiarimento e la mobilitazione dei lavoratori per le lotte che sono in corso e, sin da ora, per la preparazione di sensibilizzazione, mobilizzazione e presenza nelle strade, che si svolgeranno tra il 20 e 27 Ottobre;
chiamare tutte le organizzazioni sindacali, nonché i lavoratori dei settori pubblici e privati, per la convergenza necessaria per rafforzare l'unità d’azione a partire dai luoghi di lavoro, nella lotta contro questo programma di aggressione, per delle migliori condizioni di vita e di lavoro, per un Portogallo con un futuro;
convocare lo sciopero generale per il 24 novembre 2011, contro lo sfruttamento e l'impoverimento, per un Portogallo sviluppato e sovrano, per l’occupazione, i salari, i diritti e i servizi pubblici;
promuovere, attraverso le Organizzazioni Sindacali di Distretto il giorno dello sciopero generale, azioni pubbliche nei vari quartieri, per dare un’ espressione pubblica all'indignazione generale contro la politica di destra e le posizioni retrograde dei padroni e richiedere un cambiamento di politica che rispetti e valorizzi i lavoratori e assicuri lo sviluppo economico e sociale del paese.
Lisbona 19/10/2011
Traduzione a cura della Commissione Internazionale della Rete dei Comunisti
Bienveniue Palestine scalda i motori ad Aprile 2012 la partenza della nuova Air Flotilla verso la Palestina
Written by nuestra america
Intervista del Forum Palestina a Nicholas Shahshahani
Dopo la missione di luglio della Flytilla una nuova missione Benveniue Palestine sta raccogliendo forze e adesioni internazionali per rompere il divieto di libera circolazione in Palestina ne parliamo con uno dei coordinatori Nicholas Shahshahani
Puoi descriverci la missione Beneveniue Palestine ?
Meglio di me può rispondere l’appello che diverse personalità tra cui Desmond TUTU, Noam CHOMSKY, l’ex Ministro inlgese Tony BENN, la storica figura della resistenza francese Stéphane HESSEL o il disegnatore italiano Vauro SENESI :
« Noi, firmatari della presente lettera, aderiamo all’appello di “Bienvenu en Palestine 2012” per permettere agli attivisti per i diritti umani e per i diritti nazionali del popolo palestinese di entrare liberamente in Palestina nell’aprile 2012.
Attualmente, l’unica possibilità per entrare in Palestina è quella di passare attraverso i posti di controllo israeliani, in questo modo Israele ha fatto della Palestina una gigantesca prigione, impedendo addirittura agli stessi prigionieri di ricevere visite.
“Bienvenu en Palestine 2012” contesta la politica israeliana d’isolamento della Cisgiordania, nello stesso momento in cui i coloni paramilitari e l’esercito israeliano commettono crimini contro la popolazione palestinese indifesa. Noi ci appelliamo ai nostri governi affinché sostengano il diritto dei palestinesi a ricevere liberamente i loro visitatori, e il diritto per questi ultimi di visitare liberamente la Palestina.
I partecipanti alla missione “Bienvenu en Palestine 2012” chiedono che venga rispettato il loro diritto di transitare per l’aeroporto di Tel Aviv senza impedimenti, al fine di potersi recare direttamente in Cisgiordania dove sono attesi per la realizzazione di un progetto educativo dedicato ai bambini palestinesi. »
Ai primi di luglio del 2011 mentre la Freedom Flotilla veniva bloccata su richiesta israeliana nei porti greci , oltre 350 sostenitori del popolo palestinese organizzati nel Flytilla tentavano di prendere i voli alla volta dell’aeroporto Ben Gurion. L’intenzione era quella di dichiarare alle autorità di frontiera sioniste di andare in Palestina, rivendicando per se e per i palestinesi il diritto alla libera circolazione e l’implicito riconoscimento della Palestina. Le autorità israeliane emisero una lista con i nomi dei partecipanti e molti di loro furono bloccati negli aeroporti europei, altri riuscirono ad arrivare e furono arrestati e poi espulsi .
Nicholas che bilancio fate della Flytilla di luglio ?
Assolutamente positivo. Il giudizio è innanzitutto quello dei nostri compagni palestinesi, ma anche quello dei nostri compagni israeliani, e di tutte le delegazioni coinvolte nell’iniziativa (Francia, Belgio, Reame Unito, Irlanda, Australia ...) La realtà del blocco della Cisgiordania è stata svelata al mondo intero, con una copertura mediatica che non potevamo neanche immaginare. Tanto che le adesioni alla nuova “onda” ( BienvenuePalestine prevista per Aprile 2012) si moltiplicano un pò dappertutto, includendo persino compagne e compagni che nel luglio del 2011 sono stati incarcerati per alcuni giorni nelle prigioni israeliane.
Bienvenue Palestine come prima la Freedom Flotilla e la Flytilla richiedono un grande sforzo umano ed economico, alcuni criticano questa modalità di concentrare forze su un evento? Non capisco bene la domanda. Il popolo palestinese, sopratutto gli abitanti di Gerusalemme e della Cisgiordania, devono contrastare la progressiva distruzione della loro terra e delle loro città. Una distruzione che Israele mette in pratica con l’appoggio o almeno con il silenzio dei governi. E perciò il dovere dei cittadini comuni, dell’opinione pubblica internazionale, fare tutto il possibile per intervenire in questo gioco mortale. Cittadini che non rischiano un centesimo in paragone con le sofferenze inflitte ogni giorno al popolo palestinese.
Che tipo di risposta vi aspettate da Israele ? Vedremo bene. Se il governo israeliano vuole proibire il passagio a piu di 1,000 persone di tut eta e tutte citadinanze, e metterle in carcere, ed affare suo
I governi europei sia per la Freedom Flottilla che per la Flytilla hanno confermato la loro complicità con 'loccupazione israeliana, questa missione si da anche l'obiettivo di attaccare questa complicitità? E’ ovvio .
Questa missione cade in uno scenario di evoluzione rispetto al quadro dell'area, pensate che questo crei delle condizioni migliori per il vostro intervento ? Migliori non lo so. Indispensabile sicuramente. Constatiamo che Israele non sopporta neanche i piccolissimi passi diplomatici in favore della Palestina (adesione all’Unesco). A nostro parere, è un segno dell’isolamento crescente di questo Stato. Non è il momento di mollare.
Come si può aderire dall'Italia facendo riferimento al gruppo francese ? Alcuni Italiani già hanno preso il biglietto. Dalla Francia, saremmo felici dare informazioni e consigli a tutte le persone interessate. Si prega rivolgersi ( anche in italiano) a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. . La risposta assicurata
Chi non può partecipare come può sostenere Benveniue Palestine ? Finanziarmente! Sul nostro sito trovate tutte le informazioni per aderire e sostenerci www.bienvenuepalestine.com
La portaerei “Admiral Kuznezov” e la grande nave antisommergibile “Admiral Ciabanenko” hanno attraversato il mediterraneo alla volta delle coste siriane. Le due navi da guerra della Flotta Settentrionale Russa hanno getteranno le ancore a Tartus, vicino Latakia In questa città costiera siriana la marina da guerra di Mosca ha una base sin dai tempi dell’URSS ed il cui utilizzo è stato rinnovato con accordo intergovernativo solo pochi anni fa.
Nonostante le autorità russe e siriane confermino che si tratta di una missione di routine pianificata da tempo, questo viaggio sottolinea, se mai fosse possibile dimenticarlo, che la Russia in Siria Russia ha dei solidi interessi politici nonché commerciali e cosa non trascurabile una cooperazione anche di carattere militare.
In queste ore, a quanto riferisce il sito egiziano YOUM 7, navi da guerra USA hanno attraversato il canale di Suez, si tratterebbe della portaerei USS George HW Bush e la rotta sarebbe la medesima delle navi Russe … Tartus .. Siria.
Una mossa, quella della marina USA, a cui fanno eco le parole di Ilary Clinton, secondo la quale per dare una prospettiva democratica alla Siria non basta mettere fine al governo Assad .
Si prepara quindi una nuovo scenario di aggressione neocoloniale sul modello della guerra in Libia. Su questo gli statunitensi hanno una lunga tradizione e vantano milioni di vittime innocenti sacrificate sull’altare della difesa degli interessi statunitensi e dell’avanzata della democrazia.
La Siria è un paese determinante nello scacchiere medio orientale,.Libano, Turchia, Iraq, Giordania, Mediterraneo e Israele ne segnano i confini. Per di più la Siria ha un vulnus nella sua storia ha lottato contro il colonialismo liberandosi dal dominio francese. Molto diversa è la storia degli oppositori con sede a Londra, Istanbul e con protettori in Qatar, Arabia Saudita ed una sostenitrice come la Clinton.
Attaccare la Siria, logorarla attraverso la tensione militare, lo strangolamento commerciale e diplomatico, sono solo alcune delle tattiche per raggiungere un obiettivo strategico, normalizzare la regione e mettere a frutto le sue ricchezze .
Per raggiungere questo scopo bisogna mettere fine all’ostacolo rappresentato dalla via nazionale che Baas, sciiti Iraniani ed Hezbollah hanno provato a tracciare, sotto le insegne dell’islam o del nazionalismo pan arabo. Il nuovo grande medio oriente progettato dall’alleanza tra petromonarchie, Turchia, USA e UE non prevede ostacoli alla messa profitto delle ricchezze e pretende stabilità politica. I movimenti di liberazione nazionale compreso quello palestinese e i popoli arabi saranno le prossime vittime.
A cura della Commissione Internazionale della Rete dei Comunisti