Rafael Correa critica davanti all’OEA la condanna degli antiterroristi cubani
Written by nuestra americaCochabamba, Bolivia 4 giugno (da Siempreconcuba) - Il Presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha criticato oggi nella 42ª Assemblea Generale della Organizzazione degli Stati Americani (OEA) la reclusione che soffrono cinque cubani nelle prigioni degli Stati Uniti.
Correa ha denunciato la doppiezza che esiste nel continente al momento di stabilire la giustizia e ha citato come esempio le sanzioni inique a cui sono stati condannati i cubani Gerardo Hernandez, Fernando González, Ramon Labañino, Antonio Guerrero e René González, per aver difeso il proprio paese dai tentacoli del terrorismo.
Il presidente ha citato i nomi di ciascuno e si è riferito al silenzio che hanno mantenuto i media al servizio della destra sulla loro situazione, nonostante la mobilitazione internazionale per la loro libertà.
Il Presidente ecuadoriano Rafael Correa ha annunciato, giovedì 15, che per protestare contro il boicottaggio degli Stati Uniti alla partecipazione di Cuba, non parteciperà al Vertice delle Amercihe che si svolgerà in Colombia il 14 e il 15 aprile prossimi riferisce una nota dell’Agenzia d’Informazioni Nazionali.
“Nella regione ci sono problemi molto importanti, ma questi non si dibattono mai in questi Vertici, come il blocco che gli Stati Uniti impongono a Cuba o l’occupazione britannica delle Isole Malvine”, ha detto Correa da Ankara, la capitale della Turchia, dove si trova in visita ufficiale.
Correa ha sostenuto che il veto degli Stati Uniti alla partecipazione di Cuba è il motivo per cui il suo paese non parteciperà all’appuntamento di Cartagena delle Indie, in Colombia. Partecipando ad una conferenza stampa in Turchia, il presidente ecuadoriano ha sottolineato che non si può accettare che un paese ne escluda un altro.
Traduzione di Granma Internazionale
2 Aprile 2012
Il Presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, non andrà a Cartagena al 6° Vertice delle Americhe. Ha scritto una lettera al Presidente colombiano, Juan Manuel Santos, con la quale conferma le motivazioni, che aveva già dato durante l’XI Vertice dell’ALBA tenutosi a Caracas il 5 febbraio e che aveva ribadito anche durante le celebrazioni dell’8 marzo nel suo paese chiamando anche la popolazione ad esprimersi nel merito.
Anche Evo Morales e Hugo Chavez sono fortemente critici contro l’esclusione di Cuba e diversi altri paesi dell’area non condividono questo ostracismo contro l’isola caraibica.
Mancano ancora un paio di settimane alla fatidica data. Vedremo cosa succederà. Intanto qui di seguito la chiarissima lettera di Rafael Correa a Juan Manuel Santos
Signor Dottor
Juan Manuel Santos
Presidente Costituzionale della Repubblica di Colombia
Stimato Presidente e amico:
Apprezzo e ringrazio il suo gentile e reiterato invito al 6° “Vertice delle Americhe”, che si terrà nella bella Cartagena delle Indie nei giorni 14 e 15 aprile. Purtroppo, malgrado che nel 5° vertice delle Americhe, tenutosi a Trinidad y Tobago dal 17 al 19 aprile 2009, si fosse rifiutata l’incomprensibile esclusione della Repubblica di Cuba dai Vertici delle Americhe, ancora una volta, questo paese fratello non è stato invitato.
Per definizione, non può chiamarsi “Vertice delle Americhe” una riunione dalla quale un paese americano è intenzionalmente e ingiustificatamente escluso. Si è parlato di “mancato consenso”, ma tutti sappiamo che si tratta del veto di paesi egemonici, situazione intollerabile nella Nostra America del XXI secolo.
È inaccettabile pure che in questi vertici si eludano temi fondamentale come l’inumano blocco contro Cuba, come anche l’aberrante colonizzazione delle isole Malvine, che hanno meritato il rifiuto quasi unanime delle nazioni del mondo. Non vorremmo mai causare il benché minimo problema né al suo governo, né alla nostra amata Colombia. Si tratta, come diceva Bolívar, di sentire veramente che la Patria è l’America, e a un certo punto cominciare a denunciare e affrontare con forza queste, ripeto, intollerabili e perfino aberranti situazioni.
Per questo, dopo aver riflettuto a lungo, ho deciso che, finché sarò Presidente della Repubblica dell’Ecuador, non tornerò a presenziare ad alcun Vertice delle “Americhe” finché non siano prese le decisioni che la Patria Grande esige.
I nostri popoli possono stancarsi che i loro governanti siano in tanti vertici, mentre ancora ci sono troppi abissi da superare, come la povertà e l’ineguaglianza che ancora mantengono l’America Latina come la regione più disuguale del mondo; l’inefficace strategia di lotta contro il problema mondiale delle droghe; la profonda trasformazione del Sistema Interamericano dei Diritti Umani, che oggi nasconde interessi alieni ai suoi principi fondanti; la validità di una vera libertà d’espressione che non sia ridotta agli interessi degli affari dedicati alla comunicazione sociale; o la completa supremazia del capitale sopra l’essere umano, come dimostra la crisi ipotecaria in Spagna, che colpisce centinaia di migliaia di cittadini, e tra loro molti migranti latino americani.
Speriamo che la nostra assenza sia un cordiale invito a dibattere l’essenziale e mettere in pratica conseguentemente, ratificando l’apprezzamento e il rispetto che sentiamo per tutti i nostri colleghi, Capi e cape di Stato del Continente, cari amici con cui condividiamo sogni di giorni migliori per i nostri popoli.
Ci auguriamo, per il bene della regione e del mondo, che il vertice di Cartagena abbia successo. Il desiderio di stare con voi è enorme, superato solo dalla fermezza delle nostre convinzioni.
¡Hasta la victoria siempre!
Rafael Correa Delgado
Presidente Costituzionale della Repubblica dell’Ecuador
Quito, 2 aprile 2012
http://www.cubadebate.cu/noticias/2012/04/02/correa-no-va-a-la-cumbre-de-las-americas/