L’ultima relazione del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo pone Cuba al 67º posto tra i paesi con un Alto Sviluppo Umano. Tra le 188 nazioni che presentano i dati di Sviluppo Umano al programma delle nazioni unite per lo sviluppo PNUD cuba occupa il 67º posto migliorando di due posti la sua posizione rispetto alla relazione del 2014, e la situa nuovamente tra i paesi con un Alto Sviluppo Umano.

“L’Indice di Sviluppo Umano (IDH) è un insieme composto dalla speranza di vita e dagli indici di reddito e d’educazione”, ha segnalato Juan Carlos Alfonso Fraga, direttore del Centro di Studi della Popolazione e lo Sviluppo dell’Ufficio Nazionale di Statistica e Informazione - ONEI.

“Il IDH, ha aggiunto, è stato creato per sottolineare la crescita economica, ma soprattutto le persone e le loro capacità, che devono essere il criterio fondamentale nella valutazione dello sviluppo di un paese.

I dati offerti del ONEI indicano che la speranza di vita alla nascita nell’Isola raggiunge i 79 anni e questo situa Cuba – in questo - indice al 33º posto della scala globale.

Ugualmente il PNUD valuta la media degli anni di scolarità raggiunta dalla popolazione con più di 25 anni. Questo valore tocca gli 11.5 anni e colloca Cuba al 30º posto.

Il PNUD valuta anche gli anni di speranza di scolarità che l’individuo può raggiungere nel paese. A Cuba questo indice tocca i 13.8 anni, cioè il secondo anno di università, e questo situa l’Isola al 73º posto.

Alfonso Fraga ha poi spiegato che il PIL - Ingresso Nazionale Lordo - permette di valutare la sua importanza in funzione della popolazione di ogni paese e nei termini di parità d’acquisto, per realizzare paragoni internazionali.

Qui Cuba occupa il 114º posto.

Il dirigente ha aggiunto che: “Cuba continua ad essere il paese che ascende maggiormente, perchè ha migliorato 47 posti in quello che riguarda il PIL e questo è stato possibile grazie ai valori raggiunti nelle sfere della salute e dell’educazione, perchè in queste materie l’Isola è all’altezza di quelli con il più alto sviluppo e riflette la portata delle politiche pubbliche applicate nel periodo rivoluzionario”, ha puntualizzato. (Traduzione GM – Granma Int.)

L’ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede è deceduto lunedi 14 dicembre 2015 all’Havana.

Il rivoluzionario  e diplomatico ha ricevuto molti premi nazionali e ha sempre svolto ruoli  importanti anche come ambasciatore in Romania, Germania, Gran Bretagna e Italia e Rappresentante Permanente di Cuba presso le Nazioni Unite.

Tutte le nostre associazioni politiche e sindacali, si associano al dolore della famiglia per la perdita di un vero rivoluzionario che ha vissuto tutta la sua vita per portare avanti i valori di libertà,eguaglianza, democrazia e per la rivoluzione cubana.

Con Rodney Lopez abbiamo sempre condiviso tutte le idee comuni rivoluzionarie e le lotte portate avanti dalle nostre organizzazioni politico, culturali in difesa di Cuba socialista, dei governi e dei popoli dell’ALBA e in difesa dell’umanità e ci ha sempre spronato come un vero maestro rivoluzionario  ad andare   avanti senza esitazioni nella lotta per i socialismo volando alto ma con i piedi per terra.

Caro Fratello, caro compagno,  che la terra ti sia lieve, resterai sempre nei nostri cuori! Le tue e nostre idee non moriranno mai!

Capitolo Italiano della Rete di Intellettuali Artisti e Movimenti Sociali In Difesa dell’Umanità (REDH.it):

Associazione e rivista Nuestra America

Rete dei Comunisti

Contropiano, giornale comunista online

Contropiano, rivista della Rete dei Comunisti

Associazione Marxista Politica e Classe per il Socialismo del XXI secolo

Associazione ed edizioni Natura Avventura

Laboratorio Europeo per la Critica Sociale

Centro Studi CESTES

Radio Città Aperta

e le tante associazioni culturali e strutture sociali e gli intellettuali militanti e artisti del Capitolo Italiano della Rete In Difesa dell’Umanità

 

E’ morto l’amico e compagno Rodney Lopez Pochi minuti fa ci è giunta la triste notizia che il nostro amigo e compagno Rodney Alejandro López Clemente è scomparso a l’Avana nel corso della notte. La Rete dei Comunisti e tutte le organizzazioni correlate che operano nei diversi fronti di lotta esprimono le più sincere e sentite condoglianze ai familiari, agli amici, ai compagni, al Partito Comunista e al governo della Repubblica di Cuba.

 

Nato il 3 maggio del 1946, a Holguín, Rodney Alejandro López Clemente participó alla Campaña Nacional de Alfabetización. Si impegnò in diverse attività come membro della Asociación de Jóvenes Rebeldes (AJR) e nel 1962 si unì alle Milicias Nacionales Revolucionarias (MNR). Tra il 1962 e il 1975 occupò diversi incarichi di responsabilità nella AJR e nella Unión de Jóvenes Comunistas. Divenne militante del Partito Comunista di Cuba a partire dal 1975.

 

Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerose decorazioni, tra queste la medaglia dell’Alfabetizzazione e quella Commemorativa del 40° anniversario delle FAR, così come altre decorazioni internazionali.

 

Nel 1975 è stato incaricato al Ministero delle Relazioni Internazionali dove ha assunto importanti responsabilità sia all’interno sia a livello internazionale, come ambasciatore in Romania, Germania, Gran Bretagna e Italia e poi come Rappresentante Permanente di Cuba alle Nazioni Unite.

 

Dal novembre del 2013 svolgeva il ruolo di Ambasciatore della Repubblica di Cuba presso la Santa Sede.

 

 Ci addolora la scomparsa di un diplomatico e di un rivoluzionario cubano che in moltissime occasioni, negli ultimi anni, ci ha onorato della sua presenza e della sua attiva partecipazione in occasione di numerose mobilitazioni, dibattiti, conferenze, attività di riflessione politica o di solidarietà internazionalista.

 

RODNEY PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI E NELLE NOSTRE LOTTE !!

 

Rete dei Comunisti

 

Roma, 15 dicembre 2015

 

 

 

 

Un comunicato degli organizzatori richiama il presidente Obama a dare priorità a questo tema e a formare una coalizione nazionale necessaria, per far sì che il Congresso annulli le leggi che formano questa politica genocida.

Le organizzazioni dell’emigrazione cubana in Miami che formano la Coalizione Alianza Martiana: la Brigata Antonio Maceo, la Alianza Martiana, come organizzazione individuale, l’Associazione José Martí, l’Associazione dei Lavoratori della Comunità cubana; l’Associazione delle Donne Cubane in Difesa della Famiglia; il Circolo Bolivariano di Miami e il Circolo degli Intellettuali e Artisti Ispanoamericani, convocano ad una manifestazione per appoggiare la campagna mondiale contro il blocco che è stata riaffermata martedì 27, con il poderoso voto nell’Assemblea Generale della ONU, esigendo l’eliminazione immediata del blocco con 191 voti a 2 su un totale di 193 membri della ONU.

La manifestazione si svolgerà domenica 1º novembre, nel primo pomeriggio, nel locale dell’Alleanza Martiana al 3009 N.W. di Calle 7, a Miami.

“Questa manifestazione riafferma la nostra continua e decisa campagna che da più di 37 anni, cominciando con la Brigata Antonio Maceo, ha condannato le leggi e i regolamenti che formano il Blocco che, con carattere criminale impediscono al popolo cubano di svilupparsi come stima convenientemente e in pace.

Si richiama il presidente Obama a dare priorità a questo tema e a formare una coalizione nazionale necessaria, per far sì che il Congresso annulli le leggi che formano questa politica genocida, che gli USA mantengono rigidamente imposte nonostante siano state definite inservibili dallo stesso presidente Obama, e sia stato annunciato il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti da 10 mesi, (Traduzione GM – Granma Int.)

Cuba non può esportare e importare liberamente prodotti e servizi da o verso gli USA, non può utilizzare il dollaro nelle transazioni commerciali.

Lo scorso 17 dicembre 2014, con l’annuncio contemporaneo dei presidenti di Cuba e degli USA della decisione di ristabilire le relazioni diplomatiche, è stato fatto un primo passo nel lungo e complesso processo verso la normalizzazione dei rapporti tra i due paesi. Barack Obama ha reso pubblica la sua intenzione di adottare misure dirette a modificare l’applicazione di alcuni aspetti del blocco e di sollecitare la sua fine al Congresso degli USA. Nonostante ciò, questa politica genocida continua intatta.

Il Ministro degli Affari Esteri di Cuba, Bruno Rodriguez Parrilla, ha informato durante il suo intervento del 16 settembre 2015 che, sebbene siano entrati in vigore alcuni emendamenti ai regolamenti dei Dipartimenti del Tesoro e del Commercio, questi risultano assolutamente insufficienti, non solo in considerazione della grandezza e della portata delle proibizioni e sanzioni stabilite dal blocco, ma anche in comparazione con tutto ciò che si potrebbe raggiungere qualora il presidente Obama facesse uso delle sue facoltà esecutive.

E’ necessario denunciare che dopo il 17 dicembre 2014 si è mantenuto l’inasprimento del blocco, come evidenziano le multe multimilionarie imposte a banche e altre entità a partire dalla persecuzione delle transazioni finanziarie internazionali cubane. A Cuba è ancora vietato esportare e importare liberamente prodotti e servizi da e verso gli USA, non può utilizzare il dollaro statunitense nelle transazioni commerciali né tenere depositi in questa valuta in banche di nazioni terze. Nemmeno le è permesso di accedere a crediti bancari negli USA, dalle loro filiali in terzi paesi e delle istituzioni finanziarie internazionali. Queste misure, insieme alle altre vigenti, continuano a causare gravi danni all’economia cubana, limitano il diritto allo sviluppo del nostro paese e causano privazioni dirette che influiscono sulla salute e il livello di vita della popolazione.

Cuba presenterà all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, come ha fatto anno dopo anno, la Risoluzione “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”. Ancora una volta la comunità internazionale si pronuncerà su questa politica crudele e immorale. Nella relazione resa pubblica, si fa un’analisi della legislazione del Congresso e delle disposizioni amministrative che stabiliscono la politica del blocco; le misure esecutive adottate dal presidente Barack Obama e i loro limiti; le prerogative esecutive cui il Presidente potrebbe far ricorso per modificare e svuotare l’attuazione del blocco e quali aspetti richiedono il consenso del Congressi per la loro eliminazione o modifica; esempi concreti delle sanzioni applicate posteriormente al 17 dicembre 2014 e il costo dei danni prodotti; un’amplia analisi della sua applicazione extraterritoriale; così come il rifiuto alla politica del blocco sia all’interno degli USA sia nel resto del mondo.

Crediamo che in questo nuovo scenario in cui i due paesi si propongono di dialogare con il fine di normalizzare le relazioni, sia inconcepibile il mantenimento di questa politica che viola i principi del Diritto Internazionale, che in 23 occasioni è stata condannata dall’assoluta maggioranza dei paesi membri delle Nazioni Unite. Sollecitiamo il Presidente degli USA a essere consequenziale con le sue dichiarazioni e far uso delle sue ampie prerogative esecutive per cominciare, veramente, una nuova fase delle relazioni tra i nostri due paesi.

Il blocco contro Cuba non sarebbe mai dovuto esistere e deve terminare una volta per tutte. La solidarietà non deve smobilitarsi. Dobbiamo continuare la lotta contro l’assedio che ha asfissiato il popolo cubano durante oltre 50 anni.

Convochiamo tutti le compagne e i compagni del mondo a pronunciarsi, aderendo a questo messaggio e a rafforzare la lotta contro il blocco in qualsiasi delle manifestazioni.

¡Hasta la victoria siempre! (Traduzione MB- Granma Int.)

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