2 set (Prensa Latina) Il vicepresidente Alvaro Garcia Linera considerò che le violente mobilitazioni del settore cooperativo boliviano avevano un fondo politico e cercavano la destabilizzazione del governo di Evo Morales.
Ci fu intenzionalità politica di fare pressioni sul governo per obbligarci ad effettuare concessioni minerarie ad aziende multinazionali.
Però noi non l'abbiamo accettato e sarebbe stato un'avventura terribile per loro venire a La Paz ed occupare istituzioni pubbliche, perché il popolo non li appoggia, affermò Garcia Linera in un'intervista con la rete televisiva multinazionale Telesur.
Rivelò che piccoli gruppi di lavoratori delle cooperative minerarie volevano che il governo consegnasse loro nuove aree di sfruttamento ricche in argento, stagno e wolframio per associarsi con aziende straniere, fatto proibito dalla Costituzione Politica dello Stato.
Volevano consegnare il patrimonio dei boliviani ad aziende straniere ; ma abbiamo detto NO, perché questo non è cooperativismo, bensì “multinazionalizzare” l'economia, spiegò.
In questo senso, il vice presidente sostenne che le battaglie si vincomo sempre con la cittadinanza.
In Bolivia vince chi sta col popolo. Nel 2003 abbiamo vinto contro un governo criminale non con la violenza bensì con la mobilitazione del popolo. Sconfiggiamo i lavoratori delle cooperative col popolo, perché il popolo è molto saggio, il popolo appoggia le cause giuste, puntualizzò.
Rimarcò che il presidente Evo Morales ha una missione molto chiara che è la difesa ad oltranza degli interessi del popolo boliviano.
Alla fine del suo intervento, Garcia Linera ha insistito “sull'importanza dell'unità delle forze popolari latinoamericane per evitare di avere un continente nuovamente diviso che ci trasformerà in una regione di schiavi e colonie, come succedeva in altre epoche”.