“La donna è vitale nella costruzione della Patria Socialista. Le invito a continuare a combattere per la Patria Libera, continuino ad assumere il ruolo di avanguardia e salvino la patria con il loro amore, passione, intelligenza e acutezza”. (Hugo Chávez Frías)
11 marzo 2012, Redazione rivista NUESTRA AMERICA - Italia
Anche in Venezuela l’8 marzo si è festeggiato il Giorno Internazionale della Donna Lavoratrice che ha visto partecipare a Caracas migliaia di donne alla manifestazione - convocata dall’Istituto Nazionale della Donna (Inamujer) e dal Ministero del Potere Popolare per la Donna e l’Uguaglianza di Genere - che ha inondato con un corteo colorato, festoso e battagliero le vie del centro.
Alla marcia hanno partecipato anche le rappresentanti dei collettivi del Potere Popolare. Tra le invitate internazionali spiccava la presenza di Hebe de Bonafini, attivista argentina per i diritti umani e Presidente dell’Associazione delle Madri di Piazza di Maggio, e della guatemalteca Rigoberta Menchú, premio Nobel della Pace, che il giorno prima avevano partecipato alla Conferenza “La lotta dei popoli e la donna socialista nel secolo XXI” svoltasi presso il Teatro Municipale di Caracas.
I collettivi operai e sociali di vari stati del paese hanno approfittato della ricorrenza per consegnare ai rappresentanti del Governo un documento con le proposte, approvate dalle organizzazioni di base delle donne in tutto il paese, per la nuova Legge Organica del Lavoro - LOT che sarà promulgata il 1º maggio dal presidente Hugo Chávez .
Tra le proposte avanzate si parla di diritto di tutte le lavoratrici a un permesso remunerato per maternità di due mesi prima e di sei mesi dopo il parto; la richiesta della riduzione dell’orario di lavoro a sei ore; mentre le casalinghe organizzate propongono di includere nella nuova legge del lavoro il riconoscimento di due giorni di salario come un'indennità annuale a questo settore, che a loro giudizio apporta un 3% del PIL, e che questo bonus sia pagato a dicembre con le risorse provenienti dalle imprese private.
Ma la mobilitazione non finisce qui: nella prossima settimana si prevede la distribuzione capillare nelle stazioni della metropolitana della copia della Legge Organica sul Diritto delle Donna a una Vita Libera dalla Violenza. Si distribuiranno anche copie del libro “Mujeres en Revolución”, un’antologia di biografie di eroine popolari dell’epoca dell’indipendenza. Inoltre, in varie istituzioni, si svolgeranno seminari sulla prevenzione della violenza di genere e sul “machismo”.
In Venezuela, nel secolo scorso le donne hanno lottato duramente per la conquista dei diritti basilari, contro le dittature di Gómez, di Pérez Jiménez, nel 1944 per la prima volta hanno commemorato il Giorno Internazionale della Donna, nel 1947 hanno acquisito il Diritto di voto e hanno continuato a lottare nelle fabbriche, nei campi, nella lotta armata; sono riuscite a far approvare leggi a favore dei diritti delle donne, leggi che sono sempre rimaste lettera morta, perché nella realtà quotidiana predominava la discriminazione, la repressione e la esclusione propria del sistema capitalista e della IV Repubblica.
Come ricorda Blanca Romero, Membro del Buró Político del Partito Socialista Unito del Venezuela – PSUV, nel suo articolo sul Giorno Internazionale della Donna Lavoratrice, le donne venezuelane hanno sempre dovuto combattere contro la cultura maschilista e patriarcale, per cui la loro è sempre stata una lotta permanente che le ha portate a identificare la liberazione della donna con la lotta per una Società Socialista.
Solo con la Rivoluzione Bolivariana le lotte delle donne sono diventate realizzazioni concrete, grazie alla Costituzione Nazionale della Repubblica, approvata nel 1999, nella quale le donne ottengono la visibilità attraverso il linguaggio.
Anche Yadira Córdova, Vicepresidente per l'Area Sociale del Consiglio dei Ministri Rivoluzionari del Governo Bolivariano, in occasione del Giorno Internazionale della Donna Lavoratrice, sottolinea come la Costituzione Nazionale dia visibilità alla donna ed elimini il linguaggio sessista presente nella Carta Magna del 1961.
La Córdova che è anche Ministro dell’Istruzione Universitaria, ricorda che “grazie all’approvazione della nuova Costituzione Nazionale della Repubblica promossa dal Governo Bolivariano è iniziato un processo di partecipazione e inclusione delle cittadine venezuelane.”
L’articolo 88 della Costituzione, che afferma che “Lo Stato garantirà l’uguaglianza e l’equità di uomini e donne nell’esercizio del diritto al lavoro. Lo Stato riconoscerà il lavoro domestico come attività economica che crea valor aggiunto e produce ricchezza e benessere sociale”, è una piattaforma di lotta per costruire una società di uguaglianza e giustizia, ricorda la Romero che riconosce a Hugo Chávez Frías il ruolo avuto in tutte le immense realizzazioni conseguite a favore delle donne nell’istruzione, nella salute, nelle missioni, nei programmi.
Anche Luisa Estella Morales, Presidente del Tribunale Supremo di Giustizia - TSJ, nel suo intervento nella sessione speciale del Parlamento Latinoamericano (Parlatino) per il Giorno Internazionale della Donna Lavoratrice, afferma che i diritti della donna devono essere riconosciuti come un fatto politico, “la rivoluzione senza donne, non è una rivoluzione” e che in Venezuela inorgoglisce presentare leggi per proteggere la donna contro la violenza (Legge Organica sul Diritto delle Donna a una Vita Libera dalla Violenza), istituzioni per sviluppare gli studi sui suoi diritti per garantire il libero sviluppo della personalità.
Tutti questi progressi in materia legale sono di esempio per altri paesi latinoamericani che devono fare ancora parecchia strada in tal senso.
Un’altra realizzazione che caratterizza il Governo Rivoluzionario del presidente Hugo Chávez per Nora Castañeda, presidente della Banca dello Sviluppo della Donna (BanMujer), è l’inclusione delle donne nella costruzione del processo socialista e rivoluzionario. il Governo rivoluzionario in 12 anni ha restituito dignità alle donne in maniera ugualitaria ed equa.
Con la creazione di BanMujer, più di due milioni di donne in difficoltà sono riuscite a inserirsi con successo in tutti i settori socio produttivi, avendo avuto accesso a prestiti di micro credito a un tasso di interesse basso o addirittura, se facenti parte del programma Madri del Barrio, senza pagamento di interessi.
Anche per la Castañeda la Costituzione e la Legge Organica sono strumenti legali rivoluzionari che riconoscono i diritti sociali, politici e umani delle donne.
Elsa Gutiérrez Graffe, ministro del Poder Popular per il Trasporto Marittimo e aereo, ha ricordato a tutte le donne che l’8 marzo si commemorano tutte quelle eroine che hanno lottato durante la storia del Venezuela e la lotta della donna come essere sociale e non come oggetto che si possa mercificare.
La Graffe ha, inoltre, ringraziato il Presidente Hugo Chávez per essere colui che più si è impegnato a dare alle donne il posto che meritano, come esseri ugualitari e con gli stessi diritti e responsabilità degli uomini, e che è l’unico che ha inculcato nelle cittadine venezuelane valori e principi.
Marbelys Mavárez, giornalista e Professoressa Universitaria della UBV, afferma che “la Costituzione Nazionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela ha legittimato nuove relazioni di potere, sulla base del principio dell’uguaglianza. Ha concesso diritti a parità di condizioni e opportunità. Ha offerto nuovi meccanismi per l’organizzazione e la partecipazione sociale e politica”.
Attualmente, continua la Mavárez, i meccanismi di partecipazione sono tanto importanti che in Venezuela dei cinque poteri pubblici tre sono diretti da donne: l’elettorale (Consiglio Nazionale Elettorale), il giudiziario (Tribunale Supremo di Giustizia) e il cittadino (Ministero Pubblico). Non solo, a livello governativo ben 12 Ministeri sono guidati da donne.
E’ per questo che nell’ambito del nuovo Stato Sociale, di Giustizia e di Diritto, è possibile che le cittadine e i cittadini, come le comunità, svolgano un ruolo attivo e di primo piano negli affari di Stato. Questa partecipazione crescente e attiva alla gestione pubblica non è fortuita o un capriccio del caso: in un modello socialista la donna deve assumere un ruolo attivo e da protagonista nella presa di decisioni.
Nel XXI secolo non si può immaginare un modello di società senza la presenza delle donne e non si può avere socialismo senza uguaglianza. Così sta accadendo in Venezuela e l’evidenza dei fatti parla da sola.
Certo per le donne italiane, abituate allo squallore della politica nostrana che nel passato governo ha portato alla ribalta di Consigli Regionali o sui più alti scranni della Camera dei Deputati, igieniste dentali, ex veline, ex soubrette, in quanto “amiche” personali del Presidente del Consiglio e non per loro intrinseche qualità; assuefatte alla mercificazione del corpo della donna da parte della pubblicità; impotenti davanti alla violenza, soprattutto domestica, esercitata sulle donne; colpite da una crisi occupazionale femminile cronica che ci relega negli ultimi posti, con un tasso di occupazione femminile al 46,8% e un tasso di disoccupazione al 9,6% (dati ISTAT a dicembre 2011); non può che far piacere e dare soddisfazione che nella giovane Repubblica Bolivariana del Venezuela le donne abbiano un ruolo e un potere riconosciuto e favorito dalla società, dai partiti e dalle più alte istituzioni politiche.
Ma dobbiamo ammettere che non tutti sono così interessati ad approfondire l’analisi delle nuove realtà che avanzano nel continente latinoamericano, e che molti più o meno inconsapevolmente, per ignoranza e disinformazione politica, si fanno influenzare dalle tesi americane sugli stati canaglia intesi come stati ostili agli USA.
E’ forse questo il caso del deputato del PD Giulio Santagata che ha addirittura presentato un'interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri italiano relativamente alla mostra fotografica “Risveglio Rivoluzionario. Il popolo contro il neoliberalismo”, organizzata dall’Ambasciata venezuelana in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Culturali di Roma Capitale e il Nuovo Cinema Aquila.
L'esposizione ricordava il “Caracazo”: la violenta rivolta popolare scoppiata il 27 febbraio 1989 contro l’allora presidente Carlos Andres Perez e gli accordi firmati con il Fondo monetario internazionale (e con questi l'imposizione di durissime misure di austerità che fecero esplodere il diffuso malessere sociale, cresciuto in un decennio di continuo deterioramento delle condizioni di vita soprattutto dei meno abbienti).
Chiede il deputato “se si ritenga opportuno celebrare un dittatore, condannato da tutte le Ong che si occupano di diritti civili, con una mostra ospitata a Roma”.
Vorremmo ricordare che Hugo Chávez governa il Venezuela perché la maggioranza del popolo venezuelano, condividendo e sostenendo le sue scelte di nazionalizzazione delle risorse energetiche e di rifiuto dei dettami del FMI, lo ha votato nelle numerose tornate elettorali e referendarie; e che il Venezuela fa parte di quella Comunità degli Stati Latino-Americani e Caraibici (Celac) disposti a cercare un’integrazione del continente, per liberarsi dell'influenza statunitense e delle interferenze dei paesi imperialisti.
Del resto siamo consapevoli che il 7 ottobre – giorno delle elezioni in Venezuela – si giocherà una partita importantissima per lo scacchiere internazionale, per cui la campagna elettorale non si svolgerà soltanto in Venezuela, ma troverà ampio spazio sul palcoscenico internazionale, dove siamo convinti non mancheranno colpi bassi e scorrettezze da parte di quelle forze reazionarie che sognano la caduta di Hugo Chavez e un ripristino di quelle stesse condizioni che 23 anni fa hanno portato al “Caracazo”.
Ma sappiamo bene che il popolo venezuelano sosterrà ancora una volta il suo presidente, dicendo al mondo che ha deciso di essere libero e sovrano e che mai più torneranno i lacchè dell'impero e dell'oligarchia.
http://www.aporrea.org/actualidad/a139832.html
http://www.avn.info.ve/node/102589
http://www.aporrea.org/actualidad/n200402.html
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http://www.granma.cu/italiano/nuestra-america/8mar-Una%20marcia.html
http://www.aporrea.org/actualidad/n200399.html
http://monicacaracas.blogspot.com/2012/03/italia-tutti-contro-il-venezuela-di.html