Il Socialismo è in cammino con l’ALBA dei popoli , dalle Ande al Mediterraneo
Written by di Bruno Settis e Carlo ParisiIntervista a Luciano Vasapollo
Il socialismo è in cammino? Sembra che una delle realtà politiche più avanzate delle sinistre siano oggi i paesi dell'America Latina: non solo l'Argentina ed il Brasile protagonisti di boom economici che cambiano gli equilibri politici, economici ed energetici del globo, ma anche i paesi dell'ALBA (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra America), come Cuba, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Nicaragua, dove movimenti di ispirazione rivoluzionaria e di carattere socialista sono arrivati al governo ed hanno avviato programmi di investimenti sociali e nazionalizzazione delle grandi imprese. Nuove riflessioni su questi processi e le loro prospettive sono state stimolate dalla scomparsa (solo fisica perché è sempre vivo il suo pensiero!), poche settimane fa, di Hugo Chavez, che era stato il primo e principale sostenitore di un indirizzo esplicitamente socialista e di un cambiamento dei rapporti di forza internazionali, anche guardando al per lungo tempo isolato esempio di Cuba (socialista). E proprio a partire dalla collaborazione tra Venezuela e Cuba è nata nel 2004 l'alleanza dell'ALBA, si è allargata a Nicaragua, Ecuador, Bolivia, e le isole caraibiche di Antigua e Barbuda, Saint Vincent e Granadine. La struttura fondamentale di questa alleanza è una rete di scambi commerciali fondata non sul profitto, ma sulla solidarietà e complementarità delle risorse (in origine fu lo scambio del petrolio venezuelano con i medici cubani), e regolata da una propria moneta di conto, il Sucre.
Le elezioni Presidenziali statunitensi si sono chiuse consegnando le chiavi della Casa Bianca a Osama Barack Obama, una riconferma salutata da un coro di giudizi positivi che ha accumunato istituzioni e personalità di tutto il mondo, che pur partendo da posizioni politiche diametralmente opposte hanno sostenuto la rielezione del candidato democratico. L’esultanza per la vittoria di Obama, oltre a Marchionne, ha accumunato buona parte del mondo politico italiano, da Vendola, a personaggi come Frattini, passando per Gianfranco Fini, al direttore del Tempo Mario Sechi e naturalmente a Renzi in coppia con Bersani.
Paradossalmente, al contrario di Obama, Romney, non ha trovato molti estimatori neppure nel campo del centro destra italiano ed europeo, a conferma del fatto che la borghesia si posiziona politicamente in base ai propri interessi.
Monti, un uomo della Troika, il cui governo con il sostegno di PD e PDL ha sostenuto e dato seguito alle riforme strutturali imposte dall’ FMI, dalla BCE e dai vertici dell’UE, ha salutato positivamente il secondo mandato ad Obama, ma lo ha fatto per ragioni contingenti e di interesse.
Per prima cosa, in questa fase, l’amministrazione guidata da Barack al contrario di Romney e dei repubblicani è tendenzialmente meno ostile all’UE. Secondo poi le critiche degli USA nei confronti di Berlino, sono state sfruttate da pezzi della borghesia europea ed italiana, per contenere le ambizioni di quella parte dell’establishment tedesco che puntava ad imporre il proprio modello a scapito degli interessi delle restanti borghesie europee.
Obama: il male, ma non il peggio
Written by nuestra americaQuasi la metà della popolazione sopra i 18 anni (è lontano il record dell’elezione di John F. Kennedy, nel 1960: 62.8 %) si è avvicinata martedì alle macchine elettorali per affrontare il crudele dilemma: chi eleggere? Mettendo da parte la retorica di entrambi i candidati e le inverosimili promesse reiterate dai loro “commandos” di campagna, l’elezione era tra il male e il peggio. Il male perché, come dimostrano senza ombra di dubbio le statistiche ufficiali, la situazione dei salariati, che costituiscono la vasta maggioranza della popolazione degli Stati Uniti, non solo non è migliorata ma, in rapporto ai suoi cittadini più ricchi, è sensibilmente peggiorata. Un esempio basta e avanza: secondo l’Ufficio Censimento nel 2010 l’entrata media per famiglia è stata di 49.445 dollari, cioè il 7,1% sotto la cifra del 1999. E, a causa dell’aggravarsi della crisi economica generale, nei due anni successivi questa tendenza, lungi dall’invertirsi, si è invece accentuata. Se, come facevano le generazioni precedenti, quella famiglia volesse mandare uno dei suoi due figli a seguire un master, per esempio alla Harvard Kennedy School, dovrebbe affrontare un costo totale (iscrizione, assicurazione sanitaria, alloggio e vitto) di 70.802 dollari all’anno, e questo spiega il fenomenale indebitamento della famiglia tipo negli Stati Uniti e il fatto che rimangono sempre meno studenti nord americani nelle università d’élite di quel paese.
Come sotto il nazifascismo in Grecia si riaffaccia lo spettro della povertà e della fame
Written by nuestra americaUn report del KOE, Organizzazione Comunista Greca, offri spunti di riflessione e di proposta politica :"DENTRO L'EUROPA, MA FUORI DALLA UE", QUINDI ROMPERE L’UNIONE EUROPEA PER RICOMPORRE L’UNITÀ DELL’INTERNAZIONALISMO DI CLASSE DEI LAVORATORI , IN UN’ALTERNATIVA SOLIDALE DA SUD A SUD
Recentemente i compagni del KOE (Organizzazione Comunista Greca) hanno affidato ad un documento, da loro stessi definito informale e di semplice informazione, il compito di tracciare il quadro sociale della Grecia colpita dalla crisi economica e aggredita dalle direttive del FMI, della BCE, dell’UE. Il documento prende in esame i dati pubblicati dall’Ente di Statistica greco sotto l’egida dell’Eurostat.
Per quanto i tecnocrati di Atene si siano sforzati di temperare i risultati del loro rapporto, i dati in esso contenuti riportano alla mente scenari di povertà ottocenteschi; si tratta invece del frutto delle ricette economiche attuate dal governo formato da Nuova Democrazia, PASOK e Sinistra Democratica.