Il compagno campesindio Presidente Evo Morales incontra a Milano i movimenti sociali , impartendo una una lezione di socialismo comunitario del vivir bien come teoria della pratica rivoluzionaria per la trasformazione radicale nell’unità nelle lotte anticapitaliste, contro gli imperialismi .
Il compagno Evo Morales ,Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia , è stato alla Expo a Milano il 12 giugno per una serie di incontri con enti e istituzioni italiane e di altri paesi latinoamericani.
Nel pomeriggio il compagno Evo ha incontrato i movimenti sociali tenendo una meravigliosa e appassionante Lectio Magistralis all'università Bocconi. Un intervento emozionante da maestro rivoluzionario leader delle lotte sindacali contadine, capace di trasmettere i valori della lotta di classe per l'emancipazione e l'autodeterminazione dei popoli nelle istanze della democrazia partecipativa. La sua lezione ha voluto sottolineare i progressi socio-economici , politici e nelle relazioni internazionali raggiunti dal popolo boliviano nelle varie fasi dei percorsi di attuazione della rivoluzione del Socialismo Comunitario. Un discorso di gran levatura politica , di alto senso della democrazia costruita dal basso con e per il popolo; una lunga esposizione da Presidente compagno intellettuale militante, sindacalista, uomo del popolo , del lavoro.
I temi politici centrali accompagnati da continui esempi popolari raccontati con il suo solito entusiasmo e profondità politica e intellettuale, hanno tutti riguardato gli assi portanti della transizione, dai successi raggiunti sul piano del rafforzamento della democrazia politica partecipativa, approfondendo sottolineando la forza dei movimenti sociali e l'unità delle lotte anti capitaliste e antimperialiste. Ha affrontato poi il tema dell'economia partecipata incentrata sulla valorizzazione delle risorse e competenze locali e sulla piena indipendenza dalle politiche di strozzinaggio del Fondo Monetario Iinternazionale e sul continuo rafforzamento delle nazionalizzazioni come proprietà collettiva dei lavoratori contro la barbarie delle privatizzazioni e dei profitti delle multinazionali. Centrale nel discorso del Presidente è stato sempre il riferimento alla questione sociale con al primo punto la redistribuzione dei redditi e della ricchezza ai lavoratori , approfondendo e allargando un sempre più efficiente uso gratuito dei beni comuni, dall’acqua, ai servizi della sanità, dell’istruzione e formazione, ai saperi.
Un discorso interrotto da continui e partecipati applausi. di grande ricchezza umana, spiritualmente legata ai principi della Pachamama, del vivir bien nel pluriverso, in difesa dell’umanità , una spinta nella lotta a quella politica con la P maiuscola al servizio dei bisogni del popolo del lavoro.
Nell'Aula Magna dell'università vi è stata una significativa partecipazione militante di tanti compagni giovani come quelli molto attivi del centro sociale Cantiere , dei movimenti sociali non solo milanesi , con una forte e sentita presenza di rappresentanti della Unione Sindacale di Base USB , che il Presidente ha voluto ringraziare pubblicamente.
La delegazione del CESTES – centro studi USB, formata da Rita Martufi e Luciano Vasapollo ,era presente per rappresentare in qualità di responsabili anche il Capitolo Italiano e il coordinamento europeo della Rete di intellettuali, artisti e movimenti sociali in Difesa dell'Umanità-REDH, legati fin dal suo nascere ai primi anni del 2000 con collaborazione politica e culturale militante a questa grande rivoluzione boliviana del socialismo del vivir bien guidata dal compagno sindacalista e campesindio Evo.
Successivamente Vasapollo e Martufi si sono incontrati con il compagno fratello Evo, in un lungo e cordialissimo colloquio nel quale si sono ribaditi i rapporti di amicizia e di collaborazione tra la varie istituzioni politiche e culturali della Bolivia e il centro studi CESTES della USB e di tutte le altre strutture che partecipano in maniera attiva continuativa all attività militante del Capitolo italiano della Rete in Difesa dell’Umanità fin dalla nascita della REDH.
In un colloquio molto fitto, di grande amicizia e fraternità ,si sono rafforzati gli intenti comuni e le prospettive di future intese e collaborazioni militanti con le diverse strutture e organizzazioni del capitolo italiano della REDH a partire dalle attività di studio e formazione del centro studi CESTES –USB , con l’associazione e rivista Nuestra America su linee di ricerca e nuove iniziative di editoria sui processi dell’ALBA .
Forte è stato l’interesse del Presidente anche sulla proposta della Rete dei Comunisti che si sta diffondendo in vari ambiti europei di intellettuali militanti, movimenti sociali , organizzazioni politiche e sindacali conflittuali, per la ripresa di percorsi di lotta e di iniziative politico-culturali nella costruzione dal basso dell’ALBA Euro-mediterranea con forti riferimenti all’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America- l’ ALBA indo-afro americana.
Grazie compagno , fratello , Presidente Evo per la tua amicizia e per averci dato ancora una volta una lezione di teoria nella pratica rivoluzionaria del socialismo comunitario del vivir bien , anche qui da noi nel cuore del neoliberismo , per la trasformazione radicale contro ogni occidentalcentrismo e solo a partire dall’unità della classe dei lavoratori nelle lotte anticapitaliste, contro gli imperialismi USA e dell’ Unione Europea.
Capitolo Italiano della Rete di intellettuali, artisti e movimenti sociali in Difesa dell'Umanità-REDH
La Bolivia “farà tutto quanto in suo potere” per recuperare l’accesso all’Oceano Pacifico perso nel XIX secolo a favore del Cile, in attesa di un verdetto che auspica positivo da parte della Corte Internazionale di Giustizia (Icj): lo ha ribadito nelle ultime ore il presidente Evo Morales nel corso di una cerimonia tenutasi a Plaza Eduardo Abaroa, a La Paz, per commemorare il 136 ° anniversario della difesa di Calama.
Morales ha ribadito la sua “piena fiducia” che la Corte Internazionale di Giustizia, “nell’esercizio della sua giurisdizione, saprà risolvere pacificamente la controversia, rafforzando così il dialogo e la pace tra le due nazioni.”
“La nostra richiesta – ha insistito il presidente boliviano – consentirà che questa ferita aperta nel cuore dell’America Latina abbia una soluzione definitiva attraverso il dialogo”.
Il presidente Morales ha approfittato delle celebrazioni per annunciare che il cosiddetto “Libro del Mare” sarà parte dei libri di testo nelle scuole boliviane, per “mantenere viva la memoria dei nostri figli sul significato dell’invasione cilena, sull’accesso sovrano all’Oceano Pacifico”.
Il conflitto territoriale risale al 1879, quando la Bolivia perse il suo sbocco al Pacifico nella guerra con il Cile, conclusa con il Trattato di Pace e Amicizia del 1904, sul diritto di libera circolazione delle merci boliviane da e verso porti di questo Oceano.
Secondo il Cile, l’accordo di pace – ratificato dai due parlamento 20 anni dopo – fissa le frontiere, anche marittime, sicché non vi sarebbe alcuna disputa. Per la Bolivia, l’accordo è “ingiusto, incompiuto e imposto” e andrebbe superato.
Nel tentativo di sbloccare il conflitto bilaterale, il governo di Morales e quello della presidente cilena Michelle Bachelet firmarono nel 2006 un’intesa di 13 punti per avviare negoziati sulla sbocco marittimo per la Bolivia. Tuttavia il dialogo non è mai cominciato veramente fino a che, il 24 aprile 2013, la Bolivia ha deciso di reclamarlo di fronte Corte dell’Aja.
Lezione di Evo Morales alla Università Sapienza di Roma, “Solidaridad, complementariedad y autodeterminación de los pueblos”
Written by Redazione Nuestra AmericaIl 29 ottobre 2014 si è tenuta nell'Aula degli Organi Collegiali del Rettorato della Sapienza Università di Roma, nell’ambito degli Incontri Internazionali alla Sapienza, la lezione “Solidaridad, complementariedad y autodeterminación de los pueblos” di Evo Morales Ayma, Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia.
Il Rettore Luigi Frati nel suo indirizzo di saluto ha definito un’occasione speciale nel mandato di un Rettore la presenza del Presidente Morales, figura di grande caratura morale, un’occasione rara poter ascoltare alla Sapienza la storia del suo ingresso in politica, grazie anche al gran lavoro di intensificazione delle relazioni internazionali di Sapienza svolto da molti anni dal Prorettore Vicario Antonello Biagini e dal Delegato del Rettore per le Relazioni con i paesi dell’ALBA Luciano Vasapollo.
A sua volta il Prorettore Biagini ha sottolineato come la politica della Sapienza sia improntata sull’apertura ai rapporti internazionali e come questa iniziativa come tutta la fruttuosa e importante attività culturale e di ricerca con i paesi dell’ALBA sia stata fortemente voluta e realizzata dal Prof. Vasapollo Delegato del Rettore.
Si è augurato, inoltre, che si possa realizzare in futuro un incremento dei già ottimi rapporti con le Università Boliviane. Ringraziando non in maniera formale ma veramente sentita il Presidente Morales che ha voluto onorare la Sapienza con la sua presenza e augurando una nuova e più lunga e articolata visita nelle varie strutture di Sapienza.
Il Prof. Luciano Vasapollo ha rivolto un ringraziamento al corpo diplomatico e al Cancelliere di Bolivia, invitando i presenti a salutare con affetto culturale e politico sociale con un gran applauso Evo Morales Ayma ,rieletto Presidente per la terza volta, un grande leader dell’umanità intera che con le sue parole e politiche di difesa degli sfruttati sta segnando un’epoca.
La vittoria del compagno campesindio Evo rafforza il “triangolo resistente e costituente” Cuba, Venezuela, Bolivia per la transizione al Socialismo del XXI secolo
Written by Rita Martufi e Luciano Vasapollo1. La nuova fase di mondializzazione del capitalismo del XXI secolo è caratterizzata da un’accelerata integrazione internazionale delle attività economiche, sia nelle forme tradizionali, commercio e investimenti diretti all’estero, sia in forme nuove, come investimenti finanziari, nell’espropriazione dei beni collettivi comprendendo i saperi, ma che disegna nella competizione globale il nuovo scenario dello sfruttamento, mostrando tutte le sue gravi ricadute sull’intera umanità , senza risparmiare assolutamente i lavoratori anche dei paesi a capitalismo maturo,attraverso gli esiti della crisi sistemica del capitale internazionale.
Lo pseudo-sviluppo dei Sud del mondo resta ancor più fortemente subordinato alla guida economica e alle esigenze della nuova geopolitica-economica ridisegnata sulla nuova divisione internazionale della produzione e del valore e di distribuzione consumistico delle regioni ricche che non può certo più dirsi del benessere.
L’America Latina è ancora una terra di sfruttamento coloniale o neocoloniale, terra a cui anche la stessa Europa guarda per le opportunità di mercato che offre e mai per i chiari messaggi politico-sociali che invia. La dipendenza dell’America Latina continua a rappresentare quel contesto in cui si approfondisce il crescente controllo trasnazionale dei processi di accumulazione nazionale, non solo attraverso la compressione dei diritti del lavoro e dei diritti sociali ma soprattutto negando l’accesso alla proprietà sociale dei beni comuni, collettivi.
Proprio perché l’attuale crisi del modello di sviluppo capitalista è non solo a carattere economico-finanziario e delle possibilità di un rilancio dei processi di accumulazione del capitale, ma anche la peggiore crisi socio-ambientale, energetica, climatica, alimentare della storia: è per questo che è da considerarsi crisi globale e sistemica, è ancor più evidente il perché il ruolo di semiperiferia economico-produttiva assegnato all’America Latina ne fa un’area in cui più alto e diretto è il conflitto di classe, nella centralità del conflitto capitale-lavoro e nell’esplicitarsi concreto e selvaggio e senza mediazione delle contraddizioni capitale-natura, capitale-scienza, capitale-democrazia, capitale-diritti meglio con la negazione dello Stato di diritto attraverso la brutale repressione dei movimenti di classe.