Appuntamenti: Sabato 13 aprile, dalle ore 10:00 alle 13.30, forum di discussione presso il Centro Convegni Villa Palestro – via Palestro 24, (vicino Stazione Termini/Piazza Indipendenza) Roma
A seguire, Sit-in piazza di Porta Pia dalle 14 alle 15.30

Giù le mani dal Venezuela! Hands off Venezuela!
Forum Venezuela

All’inizio dell’anno pensavamo di dover fare presto i conti con una nuova operazione di “regime change” contro il Venezuela, impostata negli Stati Uniti ed eseguita disciplinatamente da tutti gli apparati politici, diplomatici e mediatici anche in Europa e in America Latina.

L’autoproclamazione di un presidente (Guaidò) antagonista a quello eletto dal popolo venezuelano (Maduro) voleva sancire il progetto statunitense di riportare sotto il proprio dominio quello che ritengono, molto ma molto arbitrariamente, il loro “cortile di casa”.

Il vento degli ultimi due anni sembrava spirare a favore dei progetti di Washington. L’Argentina era già tornata in mano alla destra liberista, ma soprattutto nel gigante del latinoamerica – il Brasile – la destra era riuscita prima a deporre la presidente Dilma Roussef, poi ad impedire che Lula potesse ricandidarsi alla carica, infine ad eleggere come presidente un ex militare ultrareazionario che non avrebbe affatto sfigurato nel recente congresso di Verona. 

Prima ancora il governo dell’Honduras (di destra ma inviso agli Usa) era già stato rovesciato. I paesi della Costa del Pacifico dell’America Latina (Cile, Perù, Colombia) erano rimasti sempre allineati ai dettami di Washington anche nel ventennio progressista che ha investito il continente. La rivoluzione ciudadana in Ecuador era stata normalizzata con un repentino voltafaccia della nuova presidenza. E anche il Nicaragua sandinista aveva conosciuto un tentativo di revanche reazionaria, anch’essa fallita, finanziata e appoggiata dagli Usa.

La situazione, vista dalla Casa Bianca, era dunque eccellente.

Eppure in Venezuela non è andata secondo i piani di Washington, né secondo il copione ampiamente sperimentato in passato in altri paesi come Jugoslavia, Libia, Siria, Ucraina etc.

Diventa dunque interessante, e importante ai fini della ridefinizione in corso nei rapporti di forza a livello internazionale, provare a capire perché il Venezuela resiste ai tentativi di rovesciamento politico del suo governo.

In primo luogo va sottolineato come sia la costruzione del governo bolivariano che la sua difesa, sono sempre passati attraverso il processo democratico e costituzionale. Inclusa la rimozione dell’uomo di paglia di Washington, Guaidò.

L’elezione di Maduro e la nascita dell’Assemblea Costituente sono passati attraverso la verifica elettorale e popolare, la cui regolarità è stata certificata da osservatori internazionali non certo “amici” della Rivoluzione Bolivariana (tra di essi anche l’ex presidente Usa Jimmy Carter o l’ex premier spagnolo Zapatero).

In particolare, nelle votazioni per l’Assemblea Costituente, che ha fatto decadere la precedente Assemblea Nazionale, il fronte chavista si è misurato con tutte le forze di opposizione, mentre solo una piccola parte della destra – quella apertamente golpista – si è rifiutata di partecipare al voto.

E’ evidente come in Venezuela ci sia scontro politico e scontro di classe, tra settori sociali con interessi antagonisti tra loro attraverso le proprie rappresentanze politiche. La borghesia venezuelana, diversamente da quella cubana, non è scappata a Miami, ma in gran parte è rimasta nel paese, covando da anni rabbia e sentimenti di rivincita contro un modello politico e sociale che ha dato soluzioni e dignità ai settori più poveri della popolazione (che erano la maggioranza, in uno dei paesi socialmente più disuguali dell’America Latina). 

Per milioni di poveri, l’esperienza bolivariana ha significato materialmente l’uscita dalla povertà, abitazioni invece che baracche nelle favelas, sanità e cure invece che malattie e mortalità precoce, istruzione invece che analfabetismo.

Ma rovesciare completamente le regole del gioco e le priorità sociali, non è mai un processo pacifico né gratuito, soprattutto sul piano economico. Si procede spesso a tentoni e per tentativi, il nemico di classe ti sabota e ti boicotta, intralcia con ogni mezzo le soluzioni utili per un processo di cambiamento, il “fronte esterno” imperialista ti chiude molte vie decretando sanzioni e blocco economico.

Nasce anche da questo la penuria dei beni, la speculazione sulla moneta, l’assedio economico, il furto “legalizzato” delle risorse (vedi l’oro dello Stato venezuelano, rapinato dalle banche inglesi in cui era depositato), il ripetuto sabotaggio della rete elettrica e quant’altro.

Questi interessi sociali antagonisti non possono che confliggere tra loro, in Venezuela come in ogni società e in ogni paese. Se c’è un pezzo di società che si emancipa, un altro pezzo non può che perdere parte dei suoi privilegi.

Ma il terreno della violenza è stato scelto deliberatamente dalla destra e dalle forze dell’opposizione contro Chavez prima e Maduro poi. Le forze armate continuano a rispettare il dettato costituzionale ed a tenere un profilo basso nel controllo delle piazze. L’autodifesa popolare e la mobilitazione di massa del fronte chavista hanno hanno fatto vedere a tutto il mondo che il governo bolivariano è tutt’altro che privo di consenso in larga parte della società venezuelana.

Il tentativo di rovesciare la realtà delle cose è stato potente e prepotente, ma ha avuto successo soprattutto nel sistema mediatico occidentlale, ancora determinato in larga parte da agenzie che agiscono in modo sincronizzato, dal centro fino all’ultimo telegiornale delle tv locali. La manipolazione e disinformazione mediatica è parte strategica di quelle che Alvaro Verzi Rangel definisce “Guerre di Quinta Generazione”.

Ma se la realtà sul campo è di un certo tipo, le manipolazioni possono non bastare più a vincere le operazioni di regime change. Resta così la strada dell’intervento militare diretto da parte degli Usa, come avvenuto spesso in America Latina e in altri paesi.

Ma se l’aggressione militare diretta – o quella tramite le agenzie di contractors che ormai vanno sostituendo gli eserciti regolari su molti fronti – ha funzionato in passato, oggi il suo esito non è affatto scontato, anzi.

L’amministrazione Usa sbandiera sempre il fatto che il golpista Guaidò è stato riconosciuto da 53 Stati, ma dimentica che gli Stati membri dell’Onu – e dunque dell’intero mondo – sono ben 193. E se gli Usa affermano che con loro sono schierati la gran parte degli Stati europei o Stati importanti dell’America Latina, il governo venezuelano di Maduro viene riconosciuto da Stati altrettanto e tendenzialmente più importanti: per popolazione, peso economico e politico. Infine i tre quarti degli Stati del mondo non hanno obbedito a Washington e non hanno riconosciuto Guaidò.

Sono tutti dati che debbono guidare l’azione di solidarietà popolare e internazionale con il Venezuela, avendo ben chiaro che si sono forze che condividono politicamente il processo bolivariano, altre che non lo condividono ma che gli sono solidali e altre ancora che lo rispettano senza condividerlo, né solidarizzano con esso. Ma sono tutte forze reali che hanno contribuito ad impedire il rovesciamento di un governo legittimo. Per lavorare unitariamente con questo atteggiamento, il prossimo 13 aprile a Roma si riunisce per la prima volta il Forum Venezuela.

Ci troviamo dunque di fronte ad una esperienza politica e statuale, quella del Venezuela bolivariano, che sta resistendo efficacemente ad uno scenario di destabilizzazione fino ad oggi senza ostacoli.

E’ un segno dei cambiamenti in corso nel mondo, cambiamenti significativi che indicano le evidenti difficoltà del primus inter pares – gli Stati Uniti – di tutti gli assetti strategici della fase storica precedente. Un indebolimento che lo rende meno capace di dettare i destini di tutto il mondo ma non per questo meno pericoloso. Il Venezuela resiste e dobbiamo essergliene grati.

Dimostriamolo il prossimo 13 aprile.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

“PIGS . LA VENDETTA DEI MAIALI”

MINISTERO DELL’ECONOMIA E FINANZE

ORE 10.00

VIA XX SETTEMBRE 97-ROMA

INTERVENTI DI

LUCIANO VASAPOLLO

ON. ALESSIO MATTIA VILLAROSA

Seminario de encuentro sobre la situación en Venezuela hoy.

En la reunión se presentará el libro "La mano visible del mercado".

de Pasqualina Curcio


Incontro seminario sulla situazione del Venezuela oggi.

In occasione delll'incontro sarà presentato il libro "La mano visibile del mercato"

di Pasqualina Curcio

 

Seminario tenuto da Luciano Vasapollo dirigente della rete dei Comunisti

Questo libro della cara amica e compagna Pasqualina Curcio e ‘ la storia politica ed economica di una guerra d ‘ assedio imperialista . Un economia sotto assedio e un assedio militare vero e sullo sfondo l’esplicita ambizione degli imperialismi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea di rovesciare il governo Maduro e l’esperienza chavista socialista bolivariana che ha segnato una netta rottura con l’egemonia imperialista in Venezuela e in America Latina.

Sono anni ormai che L’oligarchia interna e gli imperialismi di Usa e Ue stanno preparando un golpe contro Maduro l’unico Presidente legittimo eletto a stragrande maggioranza dal popolo venezuelano.
Ma l’economia non è solo un problema relativo al ruolo del Venezuela nelle transazioni internazionali. Sull’economia interna pesano sfide estremamente impegnative, ma anche sfide politiche per molti aspetti minacciose e di vero e proprio terrorismo da parte dell ‘oligarchia e degli apparati economici e militari fascisti pagati e sostenuti dagli imperialismi e dalle multinazionali , cioè da tutti i vampiri del petrolio e della democrazia popolare e partecipativa.
Ma Caracas non è sola in questa sfida globale per l’auto determinazione dei popoli: ci sono tra i tanti Cuba , Bolivia , Nicaragua , Siria , India , l’Iran, la Russia e la Cina; e poi ci sono i tanti sinceri progressisti democratici e rivoluzionari nel mondo che rispondono quotidianamente alla falsità della comunicazione deviante e alla barbarie capitalista della società del profitto con il sacrificio del proprio lavoro e del lavoro negato e con l’orgoglio di lottare ogni giorno per un mondo di giusti senza frontiere e senza catene.
Luciano Vasapollo e Rita Martufi
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La guerra militare , psicologica , massmediatica ,accompagnano una tremenda guerra economica sempre più intensa e feroce contro il popolo venezuelano; la guerra espansionista imperialista per distruggere la nostra esperienza rivoluzionaria bolivariana chavista non è terminata, al contrario è stata intensificata.
Le mani che hanno manipolato e distorto i mercati, mirando alla destabilizzazione economica e sociale, e alla sconfitta della rivoluzione bolivariana, si sono rese sempre più visibili.
Stiamo ingaggiando una battaglia eroica. Il popolo venezuelano è combattivo, paziente, democratico e molto cosciente del potere del nemico che sta affrontando, e di quanto vaste e crudeli siano le sue azioni. E’ un popolo che è stato capace di resistere a una guerra che, non essendo convenzionale, ha continuato a mutare, affinando certe armi e creandone e intensificando altre.
I due carissimi amici , il professor Luciano Vasapollo e la dottoressa Rita Martufi, mi hanno onorato del loro interesse nel tradurre e pubblicare il libro in Italia. Questa nuova edizione, e su ciò mi sono trovata d’accordo con Luciano e Rita, ha richiesto vari aggiornamenti e aggiustamenti per L edizione italiana .
Sono davvero pienamente soddisfatta dell’eccellente e minuzioso lavoro che hanno realizzato e a loro sono molto grata per la gentilezza e interesse politico e scientifico e la sempre più viva amicizia .
Sono certa che questo libro possa contribuire anche in italia , nel vivo dell’impero , a dare un contributo di verità rivoluzionaria per difendere la democrazia partecipativa del mio paese e l‘ autodeterminazione di tutti i popoli contro le aggressioni imperialiste .
Pasqualina Curcio Curcio

http://cestes.usb.it/leggi-notizia/articolo/la-mano-visibile-del-mercato-guerra-economica-in-venezuela.html

 

"Un grande popolo. Pensatela come volete... ma gloria e rispetto per la resistenza eroica del popolo venezuelano". Luciano Vasapollo ad un'iniziativa di ieri a Pisa.

Si è svolto a Pisa, presso la sede della Rete dei Comunisti, un decisivo e importante, quanto delicato, seminario tenuto dal Professor Luciano Vasapollo, dirigente della RdC, docente di economia alla Sapienza di Roma e delegato del Rettore per i rapporti internazionali con l’America Latina; l’incontro, dal tema sul “Venezuela: contro il tentativo di golpe in atto in quel paese – La posta in gioco e la necessità della mobilitazione”, ci ha permesso di entrare nel merito dei motivi geopolitici ed economici alla base del tentativo di golpe in corso nel Paese, andando a ripercorrere la storia della rivoluzione chavista , le grandi conquiste economiche sociali e politiche che hanno dato dignità e prospettiva socialista di benessere alle classi povere , ai proletari , ai piccoli produttori imprenditori e a tutto il popolo rivoluzionario ; durante il significativo incontro c’è stata la solidarizzazione con l’eroica resistenza del popolo chavista che di nuovo è sotto attacco del terrorismo massmediatico e della guerra economica che è anche in questi giorni guerra psicologica con il criminale sabotaggio attraverso il blocco energetico diretto dalla CIA , dall’ imperialismo USA e attuato per mano dell’oligarchia venezuelana con la complicità del governo colombiano e della manovalanza criminale fascista , dei narcos e paramilitare.

Secondo il Prof Vasapollo la numerosa partecipazione al seminario, l’attenzione e le domande di merito che hanno seguito la sua relazione ci fanno capire che in una parte del mondo giovanile, dei lavoratori coscienti e dei militanti comunisti è forte l’esigenza di “capire per agire”, in sostegno del popolo e del governo venezuelano di Nicolas Maduro. Durante il tavolo di confronto si è discusso della prossima manifestazione nazionale in preparazione per il 13 aprile, con la quale organizzazioni politiche, sociali e sindacali intendono dare una sponda a tutti coloro i quali intendono scendere in piazza al fianco della rivoluzione bolivariana, contro l’imperialismo statunitense e della UE, intenzionate ad impadronirsi di un paese ricchissimo di materie prime.

Qui il video dell’intero seminario: https://www.facebook.com/380974915406758/videos/272738823653326/

 

 

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-dopo_il_terrorismo_militare_e_quello_economico_il_popolo_venezuelano_ha_sconfitto_anche_il_terrorismo_elettrico/5694_27530/

 

 

 

“Schiavi mai!”. La resistenza eroica del socialismo venezuelano che nelle ultime settimane ha respinto un golpe e il tentativo di invasione da parte degli Stati Uniti, così come la lotta per i loro diritti portata avanti dai migranti nella tendopoli di San Ferdinando (entrambe eroiche) richiamano le celebri parole di Giuseppe Di Vittorio il padre del sindacalismo di sinistra italiano: “Non dovete togliervi più il cappello di fronte a nessuno, di fronte al padrone, perché siete uguali agli altri”. E in effetti per non togliere il cappello sono morti, in tanti, in troppi, un prezzo di classe incalcolabile.

A loro è dedicato il secondo volume del “Trattato di critica delle politiche per il governo dell’economia” di Luciano Vasapollo e Joaquin Arriola (con la collaborazione di Ramiro Chimuris, Pasqualina Curcio e Rita Martufi) come un tributo degli autori e di tutti i compagni intellettuali rivoluzionari che da decenni li accompagnano nella lunga, dura e stupenda “battaglia delle idee”, anche nel centro studi della USB, il CESTES, luogo, nonostante la sua giovane vita politica di poco più di venti anni, di sintesi politica dei percorsi di democrazia partecipativa, politica ed economica. Il volume introduce del resto in una dimensione chiave di qualsiasi progetto del futuro di alternativa di sistema: essere integralmente nella trasformazione democratica anche nella sfera economico-produttiva, essere universalmente cittadini che vivono di lavoro (cittadinanza globale del lavoro). In questo modo, quando l’attività economica finirà di essere parte della sfera del privato, si starà camminando verso un mondo diverso dal capitalismo nei percorsi della transizione al socialismo.

Per Marx – spiega Vasapollo – gli esseri umani vengono formati dalle relazioni sociali in cui si sviluppano. Ciò non vuol dire che le caratteristiche personali non contano; ma nel capitalismo, gli individui si muovono in un sistema inerentemente contradditorio la cui caratteristica principale è lo sfruttamento. Il caso gioca un ruolo solo all’interno della determinazione sociale, la partita delle relazioni internazionali si gioca in fondo sulla relazione di classe.

Vasapollo dunque ci mette a disposizione, per un approfondito studio di formazione culturale e politica sulla competizione economico – finanziaria interimperialistica, il secondo volume di questa importante, e davvero oseremo dire unica, opera di articolato e profondo studio di impostazione coerentemente marxista mettendo a fuoco tutte le dinamiche produttive, commerciali e monetarie sul piano teorico e fattuale della guerra in corso fra poli imperialisti.

Luciano Vasapollo, ordinario di economia politica alla Sapienza, ormai da tempo riferimento internazionale di tantissimi studiosi marxisti intellettuali militanti profondi critici dell‘ economia, con i suoi più vicini collaboratori, a partire da Joaquín Arriola e Rita Martufi, ci offre tanti elementi di approfondita analisi che vuole chiudere un cerchio sulla dimensione e particolarità dell’ attuale competizione interimperialistica in atto.

Obiettivo di questo lavoro è dunque fornire un quadro critico dei principali approcci teorici alla Politica Economica Internazionale (PEI), esplorati nel loro rapporto con la teoria delle Relazioni Internazionali (RI), per fare emergere la necessità di un punto di vista marxista di critica alla politica economica convenzionale, raccogliendo gli spunti che provengono dai più eterodossi tra questi orientamenti, spesso tuttavia confinati a un’artificiosa dimensione puramente “cattedratica”, che noi invece vogliamo superare nella nostra impostazione teorica e politica.
L’intenzione è quella di portare un contributo allo sviluppo di una teoria marxista della politica economica internazionale che permetta dunque di guardare alle dinamiche superficiali dello scontro politico a livello mondiale tramite le lenti delle categorie e della metodologia marxista, ovvero a partire dallo svolgimento storico concreto delle dinamiche immanenti al modo di produzione capitalistico.

Secondo Vasapollo, la stessa rigida distinzione disciplinare tra Relazioni Internazionali e Politica Economica Internazionale va messa radicalmente in discussione, come pure, ingaggiando un confronto ravvicinato con una dura battaglia delle idee (come la definiva Fidel Castro), tutte le teorie geopolitiche e della “governance” internazionale che prescindono dall’analisi delle dinamiche capitalistiche di fondo. La saturazione dei mercati nazionali ha richiesto una nuova fase di mondializzazione dell’economia capitalista in senso imperialista.

Ma il modo di produzione capitalistico in crisi sistemica non dispone al proprio interno delle leve con cui rilanciare un nuovo ciclo di accumulazione; crisi e tendenza alla guerra vanno di pari passo, poiché una delle principali contromisure alla caduta tendenziale del saggio di profitto è la spesa in armamenti e la distruzione di capitale fisso (e anche variabile, cioè umano). È qui che si condensano e macinano le contraddizioni che, come vedremo, alla fine del percorso possono spingere ad esiti di rottura.

Idealmente, il Trattato muove dalla critica delle visioni più ortodosse della Politica Economica Internazionale e delle Relazioni Internazionali, per passare gradualmente a quelle più radicali, keynesiane e marxiste accademiche, facendo emergere lungo il testo e poi probabilmente in una specifica parte finale il punto di vista marxista che vuole sviluppare; adottando un metodo che sa sempre ricondurre le teorie e le loro critiche ai cambiamenti strutturali dei modelli di riproduzione del capitale, e dunque alla dinamica profonda del modo di produzione capitalistico.

Fino ad oggi però l’assenza di un adeguato sviluppo della teoria monetaria marxista rappresentava una delle difficoltà nel completare la critica dell’analisi borghese delle dinamiche economiche. È a questo livello che il Trattato analizza la moneta di credito (moneta bancaria) e la sua funzione nell’accelerare l’accumulazione di capitale, aspetto al quale Marx non ha dato una forma nemmeno parzialmente definitiva nella sua teoria del capitale in generale.
Ne risulta quindi un Trattato come lavoro di taglio teorico, di confronto metodologico tra diversi approcci, e non di un lavoro applicativo; tuttavia, alcuni casi studio permettono di offrire ai lettori qualche esempio concreto utile per arricchire un lavoro che è comunque diretto in primo luogo a giovani, studenti, militanti politici e dunque deve saper proporre uno stile “accessibile” accanto all’analisi teorica.

Ciascuno di questi esempi richiede una teoria marxista che la differenzi dalle teorie mainstream, essi devono essere ricondotti alle relazioni internazionali di classe, alla divisione sociale internazionale del lavoro, proprio per marcare la differenza dagli approcci tradizionali. Essi, anche se sono casi concreti, richiedono un’ulteriore sviluppo della teoria marxista.

È infatti nell’analisi del capitale in generale che deve essere affrontato il problema della possibilità di smaterializzazione del denaro, o della sua conversione in una rappresentazione del valore puramente ideale, stabilito per convenzione. Nello sforzo di sviluppare una teoria monetaria adeguata all’analisi del capitale, è stata introdotta una maggiore confusione con la (apparente) perdita di riferimento materiale del denaro. Ma c’è un’altra strada possibile: nelle pagine del volume si coglie accanto ad una forte idealità anche il contribuito scientifico di Vasapollo e del suo gruppo al nuovo piano economico che attraverso il Petro, la nuova criptovaluta venezuelana, spinge il più importante paese-laboratorio socialista del Sudamerica fuori dalla crisi economica che gli è stata indotta dagli Stati Uniti e dai suoi alleati interni ed esterni. Compresa la balbettante e prona Unione Europea.

Recensione a cura di Casa editrice EFESTO, febnraio 2019

 

http://www.farodiroma.it/le-moderne-teorie-economiche-ispirate-a-marx-come-via-per-luguaglianza-sociale-vasapollo-e-arriola-rilanciano-lesortazione-di-di-vittorio-non-toglietevi-piu-il-cappello-abbiamo-tutti-la-stes/

 

METODI DI ANALISI DEL TERZO CICLO DELL’ESPANSIONE IMPERIALISTA

TRATTATO DI CRITICA DELLE POLITICHE PER IL GOVERNO DELL’ECONOMIA (VOL.2)

Di LUCIANO VASAPOLLO e JOAQUIN ARRIOLA

CON LA COLLABORAZIONE DI

RAMIRO CHIMURIS, PASQUALINA CURCIO, RITA MARTUFI

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http://cestes.usb.it/leggi-notizia/articolo/consigli-per-la-lettura-metodi-di-analisi-del-terzo-ciclo-dellespansione-imperialista.html

Dopo PIANO , MERCATO E PROBLEMI DELLA TRANSIZIONE ( TRATTATO DI CRITICA DELLE POLITICHE PER IL GOVERNO DELL’ECONOMIA ) - edizione. Efesto 2018 - Vasapollo ci mette a disposizione per un approfondito studio di formazione culturale e politica sulla competizione economico - finanziaria interimperialistica , il secondo volume di questa importante e davvero oseremo dire unica opera di articolato e profondo studio di impostazione coerentemente marxista mettendo a fuoco tutte le dinamiche produttive , commerciali e monetarie sul piano teorico e fattuale della guerra in corso fra poli imperialisti . Con TEORIA E CRITICA DELLE POLITICHE ECONOMICHE E MONETARIE DELLO SVILUPPO. METODI DI ANALISI DEL TERZO CICLO DELL’ESPANSIONE IMPERIALISTA

 

 

Obiettivo di questo lavoro è fornire un quadro critico dei principali approcci teorici alla Politica Economica Internazionale , esplorati nel loro rapporto con la teoria delle Relazioni Internazionali, per fare emergere la necessità di un punto di vista marxista di critica alla politica economica convenzionale.

 

L’intenzione è quella di portare un contributo allo sviluppo di una teoria  della politica economica internazionale che permetta dunque di guardare alle dinamiche  dello scontro politico a livello mondiale tramite le lenti delle categorie e della metodologia marxista, ovvero a partire dallo svolgimento storico concreto delle dinamiche immanenti al modo di produzione capitalistico. La stessa rigida distinzione disciplinare tra Relazioni Internazionali e Politica Economica Internazionale va messa radicalmente in discussione, come pure, ingaggiando un confronto ravvicinato con una dura battaglia delle idee (come la definiva Fidel Castro), tutte le teorie geopolitiche e della “governance” internazionale che prescindono dall’analisi delle dinamiche capitalistiche di fondo. 

 

Vasapollo ormai da tempo riferimento internazionale di tantissimi studiosi marxisti intellettuali militanti profondi critici dell‘ economia, con i suoi più vicini collaboratori, a partire da Joaquín Arriola e Rita Martufi, ci offre tanti elementi di approfondita analisi che vuole chiudere un cerchio sulla dimensione e particolarità dell’ attuale competizione interimperialistica in atto , contenuta in questo secondo volume del suo davvero insostituibile TRATTATO DI CRITICA DELLE POLITICHE

PER IL GOVERNO DELL’ECONOMIA (VOL.2 , pagg . 500) , ediz. Efesto , febbraio 2019 .

 

Ma il modo di produzione capitalistico in crisi sistemica non dispone insomma al proprio interno delle leve con cui rilanciare un nuovo ciclo di accumulazione; crisi e tendenza alla guerra vanno di pari passo, poiché una delle principali contromisure alla caduta tendenziale del saggio di profitto è la spesa in armamenti e la distruzione di capitale fisso (e anche variabile, cioè umano). È qui che si condensano e macinano le contraddizioni che, come vedremo, alla fine del percorso possono spingere ad esiti di rottura.

 

Idealmente, il Trattato muove dalla critica delle visioni più ortodosse della Politica Economica Internazionale e delle Relazioni Internazionali, per passare gradualmente a quelle più radicali, keynesiane e marxiste accademiche, facendo emergere lungo il testo e poi probabilmente in una specifica parte finale il punto di vista marxista ; adottando un metodo che sappia sempre ricondurre le teorie e le loro critiche ai cambiamenti strutturali dei modelli di riproduzione del capitale alla dinamica profonda del modo di produzione capitalistico.

 

 

La teoria del processo di produzione di Marx richiede una teoria del denaro che si accordi a tale principio. E infatti la si ritrova sviluppata nel capitolo III del primo libro de Il capitale. Tale teoria è anche valida per l’analisi del processo di circolazione del capitale, così come è spiegato nel libro II.

 

 

Il problema è che l’analisi del processo globale della produzione capitalista, in cui agiscono altre determinazioni generali nella dinamica dell’accumulazione, come le tendenze all’equalizzazione dei tassi di profitto settoriali e la formazione dei prezzi di produzione, non hanno uno sviluppo equivalente della teoria monetaria adattata a questo livello di determinazione dell’analisi. È risaputo che nel manoscritto con cui Engels compose il libro III, le parti che si riferiscono alle questioni monetarie compilate nella sezione V del libro sono le meno elaborate.

 

 

Poiché è a questo livello di analisi generale che si situa l’analisi della macroeconomia neoclassica, è proprio l’assenza di un adeguato sviluppo della teoria monetaria marxista una delle difficoltà nel completare la critica dell’analisi borghese delle dinamiche economiche. È a questo livello che siga analisi  dellamoneta di credito (moneta bancaria) e la sua funzione nell’accelerare l’accumulazione di capitale, aspetto al quale Marx non ha dato una forma nemmeno parzialmente definitiva nella sua teoria del capitale in generale.

 

Ne risulta quindi un Trattato come lavoro di taglio teorico, di confronto metodologico tra diversi approcci, e non di uno speciale fare co è limitato lavoro applicativo; tuttavia, alcuni casi studio permettono di offrire ai lettori qualche esempio concreto utile per arricchire un lavoro che è comunque diretto in primo luogo a giovani, studenti, militanti politici e dunque deve saper proporre uno stile “accessibile” accanto all’analisi teorica. Ciascuno di questi esempi richiede una teoria marxista che la differenzi dalle teorie mainstream, e gli studi di contesto devono essere ricondotti alle relazioni internazionali di classe, alla divisione sociale internazionale del lavoro, proprio per marcare la differenza dagli approcci tradizionali. Essi, anche se sono casi concreti, richiedono un’ulteriore sviluppo della teoria marxista.Il caso gioca un ruolo solo all’interno della determinazione sociale, la partita delle relazioni internazionali si gioca in fondo sulla relazione di classe.

Per Marx gli esseri umani vengono formati dalle relazioni sociali in cui si sviluppano. Ciò non vuol dire che le caratteristiche personali non contano; ma nel capitalismo, gli individui si muovono in un sistema inerentemente contradditorio la cui caratteristica principale è lo sfruttamento.

 

Per questo, la democrazia partecipativa, politica ed economica è una dimensione chiave di qualsiasi progetto del futuro di alternativa di sistema: essere integralmente oggetti della trasformazione democratica anche nella sfera economico-produttiva, essere universalmente cittadini che vivono di lavoro (cittadinanza globale del lavoro)o di lavoro negato .

 

In questo modo, quando l’attività economica finirà di essere parte della sfera del privato, si starà camminando verso un mondo diverso dal capitalismo nei percorsi della transizione al socialismo.

Casa editrice EFESTO , feb . 2019.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-consigli_per_la_lettura_metodi_di_analisi_del_terzo_ciclo_dellespansione_imperialista/5694_27529/

Seminario sulla situazione in Venezuela tenuto da Luciano Vasapollo

Sabato 9 marzo ore 17.30

Via Sant’Andrea 31, Pisa

Realizzazione: Natura Avventura

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