“Guerrigliero del tempo Fidel Castro Ruz. Conversando con il leader storico della rivoluzione cubana”
di Katiuska BLANCO ,
Prefazione di Luciano VASAPOLLO ,
Zambon edizioni, 2017
con la collaborazione del Capitolo italiano della Rete di intellettuali e movimenti sociali in Difesa dell’ Umanità .
13 agosto 1926
Nasceva Fidel Castro, gigante della storia , comandante eterno , patrimonio dell ‘ umanità ! FIDEL VIVE , LA REVOLUCIÓN SIEMPRE SIGUE !!! YO SOY FIDEL !!
FIDEL VIVE !!
en recuerdo de los 92 de FIDEL gigante de la historia , comandante en jefe eterno , patrimonio de la humanidad . FIDEL VIVE LA REVOLUCION SOCIALISTA INTERNACIONALISTA SIGUE ! SIEMPRE CON FIDEL !! YO SOY FIDEL !!!
Raccomandazioni per affrontare l’attuale situazione economica e dare inizio un nuovo sviluppo dell'economia venezuelana
Written by Traduzione Flavia CappelloniDurante le ultime settimane, un gruppo di economisti e di accademici di differenti discipline si è riunito per sviluppare delle proposte sul tentativo di superare la situazione critica che sta attualmente vivendo il Venezuela. Le proposte sono state sviluppate senza sacrificare le già compromesse conquiste storiche, in nome di un falso “pragmatismo”, ottenute dal popolo venezuelano durante gli anni della Rivoluzione Bolivariana.
Mettendo da parte le varie differenze di pensiero su come attuare questa via d’uscita, il risultato di questo congresso è stato un insieme di raccomandazioni all'esecutivo Nazionale che vengono riportate qui di seguito. Sperando che siano utili per la comprensione di ciò che sta accadendo e allo stesso tempo per l'uscita del Paese dall’attuale situazione economica, sempre senza rinunciare ai principi bolivariani, le pubblichiamo su 15yultimo.com, confidando si suscitare un dibattito necessario e urgente.
Raccomandazioni per affrontare l’attuale situazione economica e dare inizio un nuovo sviluppo dell'economia venezuelana
Introduzione
Il presidente Nicolás Maduro ha sottolineato l’urgenza di un dialogo che abbia come oggetto la critica situazione economica in Venezuela e che possa presentare delle nuove “proposte economiche”. Considerata questa necessità, un gruppo di professionisti in questo settore ha elaborato il seguente documento, che riassume il lavoro di circa 15 giorni, ma in un certo senso ripercorre lo sforzo intellettuale di numerosi anni.
Obiettivo del lavoro
L’obiettivo è quello di pianificare alcune proposte per combattere e sconfiggere i meccanismi della guerra economica, i quali a loro volta sono strettamente legati al superamento della vulnerabilità dell'economia venezuelana. Per noi infatti è di massima importanza distinguere tra un’economia determinata dal pensiero capitalista, con le sue relazioni di dipendenza dal capitale transnazionale, e un'economia alternativa, fondata sul potere esercitato dal popolo, che ha come punto di riferimento il socialismo.
È importante quindi sottolineare che l'efficacia della guerra economica, mossa contro il Venezuela dai centri di potere egemonico, è relazionata con:
- La grande dipendenza dell'economia nazionale nei confronti delle imprese multinazionali che monopolizzano la produzione, l'importazione e la distribuzione di prodotti industriali, di medicine, di macchinari e di rifornimenti.
- La fuga dei capitali provenienti dalle esportazioni di petrolio.
Il nostro lavoro si concentra principalmente su:
- L’iperinflazione, indotta principalmente dalla manipolazione del tasso di cambio, che produce una distorsione del valore della valuta nazionale.
- La guerra dei prezzi.
- La penuria programmata e selettiva di cibo e medicine.
- La carenza di liquidità.
- I problemi legati alla fornitura di beni e servizi, in particolare nel trasporto pubblico e nel gas destinato a uso domestico.
La politica di dialogo e pace del Presidente Nicolás Maduro, incentrata sul rafforzamento del sistema di protezione per la popolazione venezuelana, attraverso il programma per la patria, i CLAP, le Case della Patria, le politiche abitative e pensionistiche e la “inamovibilidad”[1] dei lavoratori, ha segnato una serie di grandi vittorie politiche essenziali di fronte all’assedio imperialista.
È di fondamentale importanza, inoltre, consolidare le vittorie ottenute, infatti il popolo ha un impellente bisogno di risultati in ambito economico, nella lotta quotidiana contro l'iperinflazione indotta, a livello commerciale e finanziario e nell’ambito della guerra economica: per questo è necessario correggere gli errori commessi o impegnarsi là dove non si sta facendo abbastanza. È importante prendere delle decisioni che siano all’altezza della situazione e attuarle senza timore.
Proposte
- 1. Rafforzare il valore del Bolivar. A tal fine proponiamo:
- La creazione di un Bolivar che sia una moneta sovrana legata all’oro. Infatti, il valore dell’oro è assicurato dalla quantità depositata nelle casse del Banco Centrale del Venezuela. L’obiettivo è quello di ancorare il valore del Bolivar a un bene il cui prezzo è riconosciuto nel mercato internazionale e non è suscettibile di manipolazione da parte di terzi. Infatti, quest'ultima circostanza è stata il fattore determinante dell’iperinflazione indotta e della destabilizzazione economica. In alternativa si suggerisce di ancorare il valore del Bolivar al prezzo del petrolio, quindi in base alla sua quantità, come è stato realizzato nel caso del Petro.
- In entrambi i casi, però, il Petro funzionerebbe come valuta solo per il commercio con l'estero, e il Bolivar sovrano, assicurato in oro o in petrolio, circolerebbe come moneta nazionale.
- In ogni caso, entrambe le opzioni mirano sia a impedire l'acquisto del Petro con Bolivar sovrani, per evitare la fuga di capitali, sia a proibire il libero uso delle criptovalute all'interno del Paese, come avviene in Russia e Cina.
- 2. Migliorare l'evoluzione degli aggregati monetari:
- Aumentare in generale l'attuale coefficiente di riserva legale e attuare un modello dinamico che rappresenti la riserva legale specifica di ciascuna banca, in modo tale che il rispettivo coefficiente sia calcolato prendendo in considerazione il valore minore dell’oscillazione del margine di intermediazione dell’attività produttiva e il valore maggiore dell’oscillazione del margine finanziario (spread) di ciascuna banca. Quest’ultimo dovrà essere misurato come la differenza percentuale netta tra gli importi complessivi derivati dagli interessi e dalle commissioni su prestiti e dagli interessi maturati sugli investimenti, e l'importo totale degli interessi corrisposto ai correntisti. Inoltre, sarebbe necessario ridurre il suddetto coefficiente di riserva legale specifica, nel caso in cui ci fosse un maggior margine di intermediazione per l'attività produttiva o un minore margine finanziario inferiore (spread), sempre con le modalità che abbiamo indicato in precedenza.
- Modificare la “Legge Organica dell'Amministrazione Finanziaria del Settore Pubblico” (LOAFSP) per stabilire che tutti i fondi e gli attivi monetari dello Stato debbano essere depositati in un’unica banca statale, indipendentemente dalla loro origine, tipo, qualità, formato di emissione e destinazione, anche se amministrati da uno qualsiasi dei livelli politico-territoriali o da qualsiasi ente pubblico (inclusi trust, altri incarichi fiduciari e fondi autosomministrati).
- La Banca Centrale del Venezuela deve assumere il controllo della politica monetaria, cambiaria e fiscale, attraverso la proposta e l’attuazione di nuovi di strumenti e nuove strategie per attivare una coordinazione di varie politiche (monetarie, cambiare e fiscali).
- Creare un comitato permanente per il controllo e la coordinazione delle variabili economiche.
- Creare un ente operativo con capacità sanzionatorie, anche semplicemente migliorando “l’Ente de Interoperabilidad”, ad esempio, che è stato progettato ma che non è ancora attivo, in modo che sia controllato direttamente da Miraflores, che colleghi obbligatoriamente tutti i database degli organi pubblici, che elabori tutte le informazioni attraverso l'uso delle ICT e che produca dei report ufficiali in seguito a queste analisi.
- 3. Stabilizzare e rinforzare il controllo del tasso di cambio:
- Consolidare il sistema di calcolo del tasso di cambio, sospendendo l'assegnazione di denaro pubblico a società private e destinandolo alle importazioni dirette di beni essenziali per lo Stato e impiegarlo per ottenere una diminuzione della libera convertibilità del Bolivar sovrano.
- È infine necessario stabilire meccanismi di gestione della valuta che rispondano ai bisogni prioritari della popolazione venezuelana e alle politiche economiche del governo rivoluzionario.
- 4. Creare uno strumento legale di pianificazione delle spese, delle entrate e di utilizzo della valuta:
- Così come esiste una Legge organica annuale che ha come oggetto il “bilancio delle entrate e delle spese della Repubblica” (articolo 311 della Costituzione attualmente vigente), è necessario che venga approvata costituzionalmente una legge per preventivare e pianificare l’uso delle entrate provenienti dall’esportazione di materie prime o di qualsiasi altra entrata proveniente dalle esportazioni effettuate dal settore pubblico. La legge deve inoltre specificare le persone giuridiche che ne beneficeranno, le quantità che verranno assegnate e la motivazione.
- In ogni caso di assegnazione di denaro, è necessario basarsi su un criterio di valutazione dei prezzi internazionale, al fine di prevenire l'eccesso di fatturazione delle importazioni, la fuga di capitali, l'evasione fiscale causata dai prezzi di trasferimento e la ripercussione dei prezzi gonfiati sulle strutture di produzione e di distribuzione e sui costi di commercializzazione. Occorre inoltre valutare la ripartizione da parte dell'organismo competente, attraverso un’analisi incrociata tra i dati doganali delle importazioni registrate da SENIAT in ASYCUDA, per garantire la trasparenza della gestione valutaria, combattere la corruzione e consolidare il controllo sociale.
- Capitali esteri e settore privato: creare spazi in modo tale che il settore privato possa trasferire il denaro che ha depositato nelle banche internazionali, senza che lo Stato ritenga questi capitali rientranti come parte delle esportazioni di risorse naturali.
- In caso di eccezioni è necessario dare una pubblica giustificazione, basata su meccanismi finanziari e non di cambio. Invece di vendere le valute alle multinazionali, è necessario prestarle a interessi e con garanzie reali che garantiscano il recupero del prestito.
- Riesaminare l'Accordo Cambiario n. 34 del 30 agosto 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Bolivariana del Venezuela n. 40.985, in data 9 settembre 2016, con il quale gli esportatori possono accedere all’80 % della valuta corrispondente al valore delle loro esportazioni e consegnare solo il 20% delle esportazioni che erano obbligati a corrispondere alla BCV, al fine di rendere adeguati tali importi dal momento che questo impegno viene sistematicamente violato.
- 5. Rafforzare il sistema finanziario. A tal fine raccomandiamo:
- La fusione di tutte le banche di proprietà dello Stato (incluse le banche speciali e del microcredito) in un'unica Banca Pubblica. La tesoreria della Banca deve essere in contatto diretto con il Ministero del tesoro.
- Realizzare un organismo finanziario superiore, come previsto nell'attuale legge organica.
- 6. In materia fiscale, si propone:
- Stabilire l'imposta sul reddito in base al calcolo della percentuale di profitto rispetto alle vendite o agli attivi. Questa rimpiazzerebbe la tassa tradizionale sull'importo totale del profitto, allo scopo di neutralizzare gli effetti dell'abuso della posizione dominante sul mercato, delle speculazioni cambiarie e finanziarie, dei brevetti e dei marchi e delle manipolazioni contabili e legali.
Un aumento ingiustificato dell'utile rispetto all'importo delle vendite deve essere pagato interamente allo Stato. La riscossione di questa tassa deve essere mensile, soprattutto perché ciò avrebbe un impatto significativo sulla riduzione dei margini di profitto per i commercianti e gli industriali. - Creazione della “tassa dei beni non produttivi e dei grandi patrimoni”.
- Creazione della “tassa per le transazioni finanziarie ad alto valore”.
- Queste misure ovviamente richiedono il rafforzamento dei controlli e, quindi, un sistema automatizzato, completo e trasparente.
- 7. Mancanza di cibo programmata e selettiva, si suggerisce:
- Nell'ambito della Grande Missione dell’Approvvigionamento Sovrano (e del CLAP), è fondamentale stabilire un piano completo per la produzione, distribuzione e consumo di 8 articoli essenziali (farina di mais, riso, pasta, zucchero, legumi, formaggio, latte e un altro alimento ricco di proteine come pollo, uova o pesce). In quest’ambito è importante definire gli obiettivi e le strategie di produzione, nonché chi è responsabile di reperire risorse finanziarie, istituzionali, cognitive e organizzative disponibili. Il Governo nazionale deve definire gli obiettivi di produzione e ciascun produttore deve impegnarsi, pubblicamente e contrattualmente, a rispettarli. La produzione, la distribuzione e la determinazione del prezzo implicano un controllo stretto e rigoroso, dalle fabbriche al commercio finale.
- Imposte alle frontiere: tutta l'estrazione di prodotti dal Venezuela che non è coperta dalla rispettiva licenza di esportazione deve essere soggetta a una tassazione alle frontiere. L’obiettivo è quello di equiparare il prezzo dei beni nazionali rispetto a quello degli stessi prodotti all’estero. Qualsiasi disparità deve essere compensata dal sistema fiscale di imposte e quindi in tasse, che devono essere pagate al fisco nazionale.
- Dare impulso a un’economia alternativa: mobilitare le capacità e il potenziale delle iniziative socio-produttive del popolo venezuelano, attivando anche un supporto tecnico, organizzativo e finanziario.
- Riattivare e rafforzare la produzione di aziende statali e di EPS, in particolare quelle alimentari e industriali. Le materie prime importate dallo Stato devono essere utilizzate, alla pari di un sussidio, fondamentalmente, da società statali e proprietà sociali o comunali.
- Il governo rivoluzionario, a tutti i livelli, e le organizzazioni del popolo devono garantire l'applicazione delle leggi dei prezzi equi e dei prezzi concordati. Il sabotaggio e il boicottaggio della fornitura sono puniti dal momento che la legge organica dei prezzi equi (articoli 11, 55 e 56) prevede sanzioni che includono la confisca e la reclusione.
- Creare, nella Banca Centrale del Venezuela, un osservatorio sui prezzi nazionali e internazionali.
- Stabilire l'obbligo per cui i prezzi, la data di produzione e la scadenza dei prodotti siano impressi sulle confezioni, secondo le norme stabilite dalla legge e al momento della fabbricazione dei prodotti.
- Ridimensionare e rafforzare il sistema pubblico di distribuzione dei beni essenziali, in particolare il CLAP. Definire come applicare un sistema di supervisione e controllo dei canali di distribuzione privati, allo scopo di sradicare l'accaparramento e l’appropriazione dei prodotti, che avvenendo attraverso la proliferazione di reti di intermediazione distorcono l'offerta e aumentano i prezzi.
- Creare un comando politico (civile-militare, con partecipazione del popolo e della classe operaia) che abbia come scopo quello di supervisione della produzione primaria, del trasporto, delle fabbriche, fino alla commercializzazione.
- Rafforzare i meccanismi tecnologici di geolocalizzazione dei centri di produzione e stoccaggio dei beni essenziali, così come quelli dei mezzi di trasporto stessi, con l’obiettivo di un monitoraggio permanente e in tempo reale.
- Creazione di un Centro di coordinamento intergovernativo, tramite ANC, che monitori continuamente il processo di produzione e risolva i problemi che influenzano i processi di produzione, esportazione o importazione.
- Condurre studi sui cambiamenti nei modelli di consumo, al fine di riorientare la produzione nazionale.
- Creare una “Sala operativa di controllo delle situazioni”, attiva nel monitoraggio e nel controllo dei centri di produzione e stoccaggio di beni essenziali, nonché dei mezzi di trasporto.
- Stabilire meccanismi di incentivi per i cittadini che denunciano illeciti economici. Una volta che le informazioni sono state verificate dalle agenzie competenti, il denunciante sarà ricompensato con il 20% dell'importo della corrispondente sanzione pecuniaria.
- Stabilire forme di tassazione per le attività aziendali di tipo personale.
- Migliorare il controllo sull'evasione e sull'elusione fiscale, con l'applicazione di un sistema di controllo aziendale e cittadino sull'obbligo di emettere la fattura ai propri fornitori.
- 8. Misure per la fornitura di medicinali:
- Pianificare l'acquisizione e la distribuzione di medicinali essenziali e di quelli che hanno un costo elevato, in maniera tale da poter garantire una via di uscita dall’attuale situazione di carenza.
- Recuperare e rafforzare la produzione nazionale di medicinali nel settore pubblico, nelle aziende nazionali e nelle università. Lo Stato venezuelano deve garantire la produzione e la distribuzione di farmaci di base e quelli relativi alle malattie croniche.
- Creare un gruppo di supervisione civile-militare che, utilizzando un sistema pubblico automatizzato e una tecnologia di identificazione biometrica, assuma il controllo e la supervisione della distribuzione e vendita di medicinali.
- 9. Promuovere il commercio estero:
- Creare un Ente Superiore per il commercio con l’estero, allo scopo di garantire il controllo dello Stato sugli acquisti e le vendite di beni importati, nonché i processi amministrativi relativi a questo tipo di commercio. Questo organismo svilupperà l'interconnessione, grazie all’utilizzo di una piattaforma tecnologica, di tutti i sistemi legati alla gestione dei beni scambiati con origine e destinazione estera, dall'inizio della produzione fino alla conclusione dello scambio. I controlli verranno effettuati su, ad esempio l'allocazione di capitali esteri, l'importazione, i controlli statali (doganali, sanitari, fitosanitari, etc.), la distribuzione, il marketing, le tasse, le statistiche di produzione (CENCOEX, BCV, Insai, Sundee, Seniat, INE, tra gli altri), etc.
- Garantire la trasparenza nella gestione del denaro per prevenire la corruzione e facilitare il controllo sociale, attraverso la pubblicazione dettagliata di tutte le assegnazioni effettuate da parte dell'organo competente, incrociandola con i dati doganali d'importazione registrati dal Seniat in ASYCUDA.
- 10. Migliorare il servizio di trasporto collettivo e i servizi di base:
- Progettare e attuare fermamente un piano che garantisca l'acquisto a prezzi equi di carburante, gomme, lubrificanti e batterie, in maniera tale da renderli accessibili a coloro che gestiscono il trasporto e, quindi, ottenere il ripristino del traffico veicolare per tutta la popolazione in generale. I prezzi devono essere calcolati tenendo presente l’intervento statale nel ripristino del traffico veicolare.
- Promuovere un uso massiccio e intensivo a disposizione della popolazione, dei mezzi destinati al trasporto delle autorità pubbliche, sopratutto in quei momenti in cui non vengono utilizzate.
- È necessario un intervento militare e civile nelle strutture della Metropolitana di Caracas e nella ferrovia della Valle del Tuy. È importante inoltre applicare un piano di recupero per l'infrastruttura e uno di reintegro per le squadre di lavoratori.
- Spingere PDVSAGas a rivelare pubblicamente le motivazioni dei guasti che rendono inaccessibile questo bene essenziale alle famiglie venezuelane, poiché causano numerose proteste sia a livello nazionale che comunitario e aggravano la situazione generata dalle azioni di guerra contro la popolazione.
- Creare una rete nazionale di trasporto di alimenti e beni pubblici per garantire ai piccoli produttori sul campo la distribuzione dei propri prodotti.
- Creare uno Stato Maggiore Pubblico per garantire la fornitura di acqua ed elettricità nel Paese.
- Fornire al FANB la responsabilità di salvaguardare le strutture di servizi di base.
- 11. Lotta contro il boicottaggio dei pagamenti in contanti:
- Promuovere l'uso di mezzi di pagamento alternativi, come “biglietti preferenziali”, carte prepagate, valute comunali e locali.
- 12. Istituzione della Commissione per la verità economica:
- Creare, nell’ambito dell'Assemblea nazionale costituente, la Commissione per la verità economica. Il suo obiettivo sarebbe quello di indagare sui casi di destabilizzazione economica, boicottaggio, accaparramento, attacco valutario, speculazione e sottoporli agli organi di giustizia.
- 13. Nella comunicazione:
- Progettare una campagna per recuperare la fiducia, la morale e l'etica del popolo, tutte virtù necessarie per superare gli effetti della guerra totale non convenzionale.
- Per quanto riguarda la scienza e la tecnologia:
- Investimento diffuso e intensivo nel campo delle ICT per il monitoraggio, la valutazione e il controllo di procedure, sistemi, e processi per la distribuzione e la commercializzazione di merci.
- Accentramento delle varie organizzazioni ed entità con competenze in materia di distribuzione e commercializzazione dei beni, in un unico organismo con una centralizzazione normativa ma un decentramento operativo a livello statale e comunale.
- Implementazione della fattura elettronica.
- Creare un'entità operativa che possegga una capacità sanzionatoria, magari migliorando il progetto, pianificato ma non ancora realizzato, dell’Ente di Interoperabilità, controllato direttamente da Miraflores, che colleghi obbligatoriamente tutti i database di organismi ed enti pubblici, che processi tutte le informazioni attraverso l'uso delle ICT e che sviluppi a riguardo delle analisi.
- Creare un Ministero per la Scienza e la Tecnologia che abbia come missione fondamentale la promozione della ricerca e l'applicazione delle conoscenze scientifiche, nonché lo sviluppo delle ICT. Inoltre deve promuovere la formazione e l’aggiornamento delle conoscenze nelle comunità di ricercatori.
- 15. Altre misure:
- Rilancio della missione “Hipólita Negra”, in modo che sia soggetta a un controllo civile-militare, per aiutare i compatrioti nelle situazioni critiche.
- Rafforzamento del programma di alimentazione scolastica e delle “case del cibo”.
- Rilancio della Missione “AgroVenezuela”.
Documento elaborato e firmato da:
Adrianza, Vladimir
Aguilarte, Zuleima
Alcalá, Lida
Boza, Antonio
Calzadilla, Agustín
Cedeño Francisco
Corredor, Alexis
Curcio, Pasqualina
Díaz, María Alejandra
Escalona, Julio.
Galíndez, Omar
Giussepe, Andrés
Lazo, Carlos.
Marquina, Carlos
Molina, Edelberth
Nieves, David
Odremán, de Ochoa, Judit
Pacheco, William
Paravisini, David.
Pérez Lista, Amilcar
Piña, José Gregorio.
Rosales, Rafael
Salas Rodríguez, Luis.
Sanchez, María Isabel
Soto Rojas, Fernando.
Silva, Mario
Valdez, Juan Carlos
Valencia, Judith
[1] Se un lavoratore possiede le caratteristiche previste dalla legge, può essere protetto dalla “inamovibilidad” lavorativa, ovvero non può essere licenziato senza giusta causa,né demansionato o trasferito (N.d.T.).
Marcia dei berretti rossi, USB: così i braccianti rialzano la testa e l’Italia riscopre la vera pratica sindacale
Written by www.usb,itDietro la riuscita eccezionale dello sciopero generale dei braccianti del Foggiano e della combattiva marcia dei berretti rossi ci sono parecchi fatti sindacali e politici rilevanti. Certo il detonatore è stata, purtroppo, l’allucinante sequenza che ha visto nel giro di poche ore morire 16 braccianti in due incidenti (infortuni in itinere) mentre tornavano dai campi. Ma la condizione di sfruttamento giunta a livelli impressionanti di vera e propria schiavitù che si è finalmente imposta all’attenzione generale non è fatto dell’oggi né sconosciuto, se non forse nella sua consistenza e diffusione.
Il fatto nuovo è che per la prima volta dopo decenni quei braccianti hanno risposto alzando la testa e incrociando le braccia. E così facendo, e marciando verso il Palazzo di Governo, hanno costretto tutti a smettere di voltarsi dall’altra parte.
Hanno costretto ad esempio quei sindacati - grandi solo nei numeri e dimentichi della lezione di Di Vittorio, di come si sta fra la gente e di come se ne difendono gli interessi - a una grottesca rincorsa organizzando una loro manifestazione, in visibile contrappunto a quella di USB.
Hanno costretto la stampa, anche quella molto vicina a chi quel disastro sociale non ha voluto affrontare negli anni in cui era al governo, a guardare in faccia la realtà e, forse ad interrogarsi su come sia stato possibile a USB riuscire a costruire in poche ore una mobilitazione cosi partecipata e vera. Incredibilmente se lo sta chiedendo anche tutta la stampa estera più qualificata.
Hanno costretto la Regione e i rappresentanti del governo a lasciar perdere il burocratese e a discutere, finalmente davvero, con i braccianti e chi li rappresenta, non solo della drammaticità dell’oggi ma anche dei profondi mutamenti contrattuali e sociali necessari a cambiare strutturalmente quella situazione dando una disponibilità al confronto e all’azione che speriamo sia concreta, a partire dalla promessa partecipazione del ministro Centinaio all’assemblea nazionale USB del 22 settembre proprio a Foggia nella quale saranno illustrate la nostra piattaforma e le nostre proposte per il lavoro agricolo.
Hanno costretto molti, non tutti per la verità, a riporre l’arma spuntata e abusata dell’individuare nel fenomeno del caporalato l’unico responsabile di quanto accade in quei campi e a scoprire le responsabilità, enormi e non più ignorabili, delle aziende che quei braccianti ogni giorno ingaggiano per pagarli forse meno di un centesimo a chilogrammo di pomodori.
Hanno fatto emergere la catena del valore che parte da quei campi e arriva sulle nostre tavole attraverso processi di trasformazione e lavorazione del raccolto, la sua vendita in aste al massimo ribasso governate dalla grande distribuzione organizzata, attraverso la corsa dei mezzi della logistica i cui lavoratori sono forse, per sfruttamento, secondi solo ai braccianti, a una rete commerciale sempre più regolata dagli interessi delle grandi multinazionali che fanno cartello per costringere ogni giorno di più ad abbassare i prezzi al consumo, riversandone gli effetti sugli ultimi di questa catena del valore, i braccianti. Una filiera dello sfruttamento organizzato e standardizzato che poggia sulla fatica di uomini e donne ai quali non vengono riconosciuti i minimi diritti sindacali e sociali.
E allora questo 8 agosto del 2018 va oltre il valore in sé di una manifestazione e di uno sciopero di lavoratori, segna una profonda distanza e soprattutto una profonda rottura con quel modello di relazioni, nel conflitto tra capitale e lavoro, che certa area sedicente progressista, politica e sindacale, aveva fatto credere per decenni l’unico possibile, quello di inchinarsi ai voleri del padrone e di cercare soltanto di mitigarne gli effetti, senza tra l’altro in alcun modo riuscirci. I braccianti, sempre loro, hanno invece riscoperto la giusta pratica, che non deve valere solo per loro: davanti al padrone non ci si toglie il cappello.
Unione Sindacale di Base
L’attentato contro Maduro e il futuro dell’America Latina. Intervista con il prof. Vasapollo
Written by di Fabrizio Verde *«Le peggiori politiche di estrema destra e le pratiche degli imperialismi espansionisti, si realizzano con gli attentati terroristici, e gli omicidi politici», ci dice il professor Luciano Vasapollo al telefono. Una dichiarazione che spiega in maniera efficace quanto avvenuto nel pomeriggio di ieri in Venezuela. Lo abbiamo contattato proprio per provare ad approfondire e spiegare il significato dell’attentato contro la vita del presidente venezuelano Nicolas Mauro organizzato ieri a Caracas nel bel mezzo delle celebrazioni per l’anniversario di fondazione della Guardia Nazionale.
Luciano Vasapollo è uno dei maggiori esperti in Italia della realtà latinoamericana. Nessuno più di lui conosce le ‘vene aperte’ dell’America Latina e le trasformazioni in atto nel continente. Dove le destre più estreme in combutta con le oligarchie, in Venezuela così come in Nicaragua, prendono la strada del terrorismo aperto vista la totale incapacità di contrapporsi ai governi progressisti e socialisti sul terreno democratico.
Intervista
Professore, cosa è accaduto ieri a Caracas?
Innanzitutto permettimi di dire che il Governo Rivoluzionario della Repubblica Bolivariana del Venezuela e il suo Presidente hanno tutta la solidarietà degli intellettuali progressisti, democratici e rivoluzionari in tutto il mondo che sono più determinati che mai a seguire la via della pace, delle leggi democratiche e la Costituzione. Queste sono le strade della Rivoluzione Bolivariana e saremo sempre con il Presidente Maduro, con il suo governo e con il popolo rivoluzionario di Chavez.
Cosa è accaduto ieri? Almeno due esplosioni, con un atto di natura terroristica, si sono verificate contro la tribuna del presidente, e i membri della Guardia Nazionale durante la celebrazione del 81° anniversario delle forze armate. Gli esplosivi, pare del plastico C4, in dispositivi aerei (droni) sono stati diretti contro la persona del Presidente e il gruppo di membri del governo e alti funzionari che erano nella tribuna.
Ci sono stati dei feriti. Le forze di sicurezza hanno agito immediatamente e hanno arrestato diverse persone, autori dell’attacco. Abbiamo la piena convinzione che dietro questo tentativo di omicidio del Presidente vi sia l’oligarchia venezuelana e l’estrema destra fascista con il sostegno delle forze terroristiche internazionali che operano in funzione dei peggiori interessi imperialisti.
Quali obiettivi si celano dietro la volontà di eliminare fisicamente il presidente Maduro?
Non essendo in grado di affrontare Maduro e il chavismo sul terreno elettorale, le oligarchie e i fascisti venezuelani sono tornati al terrorismo aperto. Il metodo degli attentati politici è rivolto contro il popolo bolivariano contro la sua cultura politica di pace e autodeterminazione. Le peggiori politiche di estrema destra e le pratiche degli imperialismi espansionisti, si realizzano con gli attentati terroristici, e gli omicidi politici. L’attacco fallito è stato organizzato dall’ultra-destra venezuelana in collusione con l’oligarchia con il supporto assoluto del terrorismo internazionale legato a più forze dirette dall’impero e ai loro infami servi.
Siamo convinti che questo attacco abbia cercato di fermare l’attuazione di nuove misure per la ripresa economica annunciate dal presidente Nicolás Maduro contro la guerra economica dell’impero e per dare a tutti i cittadini stabilità e prosperità.
Cosa ha intenzione di fare il governo bolivariano per contrastare efficacemente l’assedio e la guerra economica?
Non è un caso che questo attentato sia avvenuto proprio ieri. Maduro stava per annunciare il nuovo programma economico che il governo bolivariano ha intenzione di implementare per procedere a una necessaria ristrutturazione e attualizzazione del sistema economico venezuelano. Attualmente il problema principale riguarda la diversificazione produttiva. Di fronte a una crisi sistemica a cui il capitalismo cerca di reagire per sopravvivere, era logico pensare che avrebbe giocato una partita pesantissima sul prezzo del petrolio. Si sarebbe dovuto tenere maggiormente in conto il pericolo di dipendere dal prezzo del petrolio e dall’agire delle borghesie transnazionali. Se dipendi dal prezzo del petrolio, ti colpiscono con una manovra speculativa sui tassi di cambio, impedendoti di emettere titoli del debito pubblico e agendo quindi sul mercato finanziario e poi su quello delle risorse naturali e delle merci.
Se un paese dipende fortemente e quasi unicamente dalle dinamiche indotte e controllate dai prezzi di mercato, lo colpiscono agendo condizionando e indirizzando a favore delle multinazionali i meccanismi di mercato. Perché quando il prezzo del barile scende dai 130 dollari a 35-40 dollari, quello venezuelano precipita a 22: sei volte di meno.
Immettono petrolio scadente estratto con la tecnica del fracking, devastante a livello ambientale, ma a basso prezzo. Si rivolgono e ricattano le petromonarchie e impongono regole speculative: metti dentro questo mercato quantità enormi di petrolio e abbassa il prezzo.
L’obiettivo primario è quindi quello di superare il cosiddetto ‘rentismo’, ossia andare oltre il modello economico basato esclusivamente sulla rendita derivante dalle commodities. Quelle materie prime di cui il Venezuela è ricchissimo. Il governo ha poi intenzione di recuperare il valore della moneta nazionale, il bolivar, attraverso una riconversione monetaria e agganciando il bolivar al Petro. Moneta virtuale ideata e lancia con l’obiettivo di superare i problemi di finanziamento provocati dalle illegali e criminali sanzioni imposte dal governo statunitense di Donald Trump.
Insomma, si punta a un netto cambio di direzione in ambito economico per dare nuova vitalità e slancio al socialismo bolivariano.
Perché tanta pervicacia e violenza contro il Venezuela?
Per quello che rappresenta il governo bolivariano. Un paese sovrano, libero, indipendente che può decidere per il suo popolo e non a vantaggio delle sole corporazioni finanziare come utilizzare le sue risorse. Un miraggio, un sogno per i paesi europei che hanno scelto l’austerità e la perdita dei diritti per seguire le gabbie di quelle organizzazioni sovranazionali che il Venezuela da Chavez a Maduro ha saputo cacciare. Perché il popolo venezuelano con la sua resistenza eroica ha mostrato ai popoli del mondo che l’impero non è invincibile.
Il nostro circuito mediatico mainstream come al solito cerca di minimizzare l’accaduto o mistificare.
Non è certo una novità. L’argomento lo abbiamo già affrontato in occasione della recente riforma della costituzione a Cuba. Sui media mainstream assistiamo a un incredibile impasto tra ignoranza e malafede. Utilizzano alla perfezione la tecnica che comunemente viene definita della post-verità. Si capovolge lo scenario reale facendo passare l’aggredito per aggressore. Così su questi quotidiani e telegiornali ormai morenti che non segue più nessuno vediamo il presidente Maduro dipinto come un pericoloso e spietato dittatore dedito a reprimere il proprio popolo. Quando invece lo scenario è esattamente opposto. Il presidente Maduro difende il popolo venezuelano dagli assalti dell’impero e dei suoi servi. Anche mettendo a rischio la propria incolumità.
Professore, in conclusione, quali prospettive per l’America Latina socialista e progressista? E questa rimane ancora un punto di riferimento per la sinistra italiana?
Le prospettive sono buone. Senz’altro le forze conservatrici hanno guadagnato delle posizioni, ma a mio avviso la teoria sulla fine del ciclo progressista è smentita dai fatti. In circa dieci anni sono riusciti a vincere solo due tornate elettorali. Le ultime presidenziali in Argentina, e le legislative in Venezuela. Poi c’è stato il tradimento di Moreno in Ecuador. Ma il nucleo duro della ‘Patria Grande’, ossia Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua – con Ortega che resiste alle sanzioni e la violenza terrorista scatenata dai soliti circoli imperialisti con la complicità delle oligarchie locali. Poi abbiamo Lula in Brasile che si trova incarcerato senza alcuna prova a suo carico, ma resta il grande favorito per le presidenziali di ottobre. Tutti i sondaggi lo indicano come il candidato preferito dal popolo brasiliano.
L’America Latina socialista e progressista resta, e così dev’essere, un riferimento imprenscindibile per la sinistra in Italia. Dove la sinistra ‘tradizionale’ è passata a armi e bagagli nel campo avverso introiettando in pieno il neoliberismo, espungendo di fatto il socialismo e ogni idea di trasformazione sociale. Un esempio su tutti, il Partito Democratico, che sostiene apertamente i fascisti venezuelani.
Mentre abbiamo una nuova sinistra, in fieri, che dovrebbe attingere a piene mani dall’esperienza latinoamericana. Quella bolivariana del Venezuela in particolare. Come affermava uno dei più grandi rivoluzionari di tutti i tempi, Fidel Castro, «rivoluzione è il senso del momento storico».
Questo è il momento del sostegno a Maduro e alla Rivoluzione Bolivariana. Serrare le fila per dire: No all’imperialismo, no alla guerra militare ed economica, psicologica e mediatica contro l’autodeterminazione del processo rivoluzionario chavista bolivariano, e condurre una dura lotta contro il terrorismo fascista e imperialista! Non saranno in grado di impedire o fermare il popolo e il governo venezuelano nell‘eroico sforzo di autodeterminazione per costruire una patria socialista e un mondo di pace e solidarietà internazionalista.
* da L’Antidiplomatico
Red de Comunistas de Italia expresa su solidaridad militante con el presidente Maduro y el pueblo revolucionario
Written by Ministerio del Poder Popular para Relaciones ExterioresEn nombre de la Red de Comunistas condenamos enérgica y absolutamente este infame ataque terrorista fascista contra la vida del presidente Nicolás Maduro y contra el Alto Mando militar.
Nuestra total solidaridad incondicional militante e internacionalista con el pueblo venezolano, su gobierno y su presidente.
¡No al imperialismo, no a la guerra militar y económica, psicológica y mediática contra la autodeterminación del proceso revolucionario chavista bolivariano, una dura lucha contra el terrorismo fascista e imperialista!
No podrán evitar o detener al pueblo venezolano y al gobierno en el heroico esfuerzo de la autodeterminación para construir una patria socialista y un mundo de paz y solidaridad internacionalista.
Texto Original:
Solidarietà militante al presidente Maduro e al popolo rivoluzionario chavista
A nome della Rete dei comunisti condanniamo con forza e assolutamente questo infame attacco terroristico fascista contro la vita del presidente Nicolás Maduro e contro l’Alto comando militare.
La nostra totale solidarietà internazionalista militante incondizionata al popolo venezuelano, al suo governo e al suo presidente.
No all’imperialismo, no alla guerra militare ed economica, psicologica e mediatica contro l’autodeterminazione del processo rivoluzionario chavista bolivariano, dura lotta contro il terrorismo fascista e imperialista! Non saranno in grado di impedire o fermare il popolo e il governo venezuelano nell ‘eroici sforzo di autodeterminazione per costruire una patria socialista e un mondo di pace e solidarietà internazionalista.
Chávez vive , la rivoluzione continua! Tutto il nostro appoggio rivoluzionario e solidarietà per il presidente Maduro e il suo governo e il popolo rivoluzionario!
Socialismo o morte vinceremo!
Segreteria nazionale e coordinamento nazionale Rete dei Comunisti Italia
Vicinanza umana al popolo greco. Massimo disprezzo per l’Unione Europea
Written by di Rete dei Comunisti
Le compagne e i compagni della Rete dei Comunisti esprimono la loro vicinanza umana e politica al popolo greco per i lutti provocati dall’ondata di incendi che ha colpito la regione di Atene.
Non sappiamo se tra le cause scatenanti di ciò che appare come una vera e propria apocalisse che brucia interi boschi, distrugge case ed azzera vite umane siano presenti fattori speculativi e/o forme di dolo anche se non le escludiamo aprioristicamente. Conosciamo le perverse dinamiche messe in atto – da sempre, in Grecia e non solo – dagli ambienti finanziari e criminali legati al comparto immobiliare, turistico ed affaristico connesso al ciclo dell’edilizia e del cosiddetto sviluppo urbano.
Ciò che, però, salta agli occhi dalle cronache a cui assistiamo con sgomento è l’evidente inadeguatezza tecnica e materiale, da parte dei servizi antincendio ellenici, i quali sono al di sotto di qualsivoglia standard minimo di efficacia in grado di opporsi a questo tipo di evenienza.
Tali forme di criticità – assimilabili al complesso dell’intero sistema infrastrutturale della Grecia – sono la drammatica conseguenza dell’infinita serie di tagli e ridimensionamenti operati dal governo Syriza/Akel per ottemperare (dopo l’accettazione dei vari Memorandum) ai dettami dell’Unione Europea.
Non c’è settore in Grecia (da quello sanitario a quello della previdenza fino a quelli di “prima necessità”) che non registri pesanti ridimensionamenti, tagli ai servizi ed un generalizzato abbassamento della qualità delle prestazioni.
Particolarmente per i settori popolari della società le condizioni di vita e di lavoro sono sempre più scadenti, mentre per un pugno di speculatori ed affaristi (nazionali ed internazionali) è sempre tempo di business in crescita costante.
Questo è un dato oggettivo, riscontrabile da tutti, e certificato dagli stessi istituti di rilevamento statistici ufficiali.
Un dato che sancisce, al di la delle cifre e dei decimali, che la macelleria sociale imposta dall’Unione Europea (accettata supinamente da Tsipras nonostante la vittoria dell’OXI al Referendum avesse offerto al capo di Syriza la “legittimità” per sottrarsi al pugno di ferro di Bruxelles) è tra le principali cause dei lutti odierni i quali pesano come macigni sulla borghesia continentale europea e sui suoi dispositivi di comando e dominio politico, economico e finanziario.
La Rete dei Comunisti rinnova, di nuovo, la sua solidarietà alle organizzazioni politiche, sindacali e sociali di classe della Grecia ed all’intero popolo greco in questi giorni di dolore e lutto.
Entrevista a prof Vasapollo : «Lo que está sucediendo es lo contrario de lo que podéis leer en los periódicos italianos. Claro que eso no es ninguna novedad...»
Written by di Fabrizio Verde -AntidiplomaticoDesmontada la fake news “ha llegado el capitalismo a Cuba”, por el Prof. Luciano Vasapollo, universidad Sapienza Roma , delegado del Rector a las relaciones internacionales con America Latina , coord capit italiano red defensa humanidad , secret y coord nacional RED Comunistas , y CESTES de unión sindical de base afiliada a federación sindical mundial
Cuba ha vuelto a ser objetivo de desinformación en las páginas de algunos encendidos periódicos de nuestro país. Los habituales como Repubblica y La Stampa se distinguen por la especulación y la hipocresía. De esta manera, como por arte de magia, el proceso de refuerzo y adecuación a los tiempos y a los desafíos actuales del socialismo cubano, son presentado como un proceso de abandono radical del actual sistema en una perspectiva de gradual acercamiento al capitalismo. El estilo es el clásico de la pos-verdad, utilizando las fakenews como instrumento principal para desacreditar a un sistema que continúa reforzándose y avanza a pesar del criminal bloqueo en vigor desde hace más de 50 años.
Hemos hablando sobre este tema con Luciano Vasapollo, profesor de Análisis de Datos de Economía Aplicada en la Sapienza Università di Roma, delegado del rector para las Relaciones Internacionales con los Países de América Latina y del Caribe; y profesor de la Universidad de La Habana (Cuba) y de la Universidad Hermanos Saíz Montes de Oca, de Pinar del Río (Cuba), para tener una opinión cualificada sobre la evolución del socialismo cubano. Nadie como él conoce las «venas abiertas» de América Latina y las transformaciones en curso en el continente.
-Profesor, los periódicos italianos afirman que Cuba abandona la vía socialista en favor del capitalismo. ¿Nos puede explicar qué está sucediendo en La Habana?
-Pues está pasando todo lo contrario de lo que leéis en los periódicos italianos. Claro que eso no es ninguna novedad. En La Habana se está celebrando la Asamblea Nacional del Poder Popular, un proceso muy importante, porque además de elegir al nuevo gobierno votará la nueva Constitución, que reformará la del 1976. ¿Es el final de CubQuerid, aquí va el texto de la entrevista Antidiplomatico en tema de nueva Constitución en Cuba y para modernizar y siempre más Re forzar el socialismo.Abrazos, salud y fuerza!!!siempre adelante !! Luciano y Rita
Desmontada la fake news “ha llegado el capitalismo a Cuba”, por el Prof. Luciano Vasapollo, universidad Sapienza Roma , delegado del Rector a las relaciones internacionales con America Latina , coord capit italiano red defensa humanidad , secret y coord nacional RED Comunistas , y CESTES de unión sindical de base afiliada a federación sindical mundial
Fabrizio Verde del AntiDiplomatico Entrevista a prof Vasapollo : «Lo que está sucediendo es lo contrario de lo que podéis leer en los periódicos italianos. Claro que eso no es ninguna novedad...»
Cuba ha vuelto a ser objetivo de desinformación en las páginas de algunos encendidos periódicos de nuestro país. Los habituales como Repubblica y La Stampa se distinguen por la especulación y la hipocresía. De esta manera, como por arte de magia, el proceso de refuerzo y adecuación a los tiempos y a los desafíos actuales del socialismo cubano, son presentado como un proceso de abandono radical del actual sistema en una perspectiva de gradual acercamiento al capitalismo. El estilo es el clásico de la pos-verdad, utilizando las fakenews como instrumento principal para desacreditar a un sistema que continúa reforzándose y avanza a pesar del criminal bloqueo en vigor desde hace más de 50 años.
Hemos hablando sobre este tema con Luciano Vasapollo, profesor de Análisis de Datos de Economía Aplicada en la Sapienza Università di Roma, delegado del rector para las Relaciones Internacionales con los Países de América Latina y del Caribe; y profesor de la Universidad de La Habana (Cuba) y de la Universidad Hermanos Saíz Montes de Oca, de Pinar del Río (Cuba), para tener una opinión cualificada sobre la evolución del socialismo cubano. Nadie como él conoce las «venas abiertas» de América Latina y las transformaciones en curso en el continente.
-Profesor, los periódicos italianos afirman que Cuba abandona la vía socialista en favor del capitalismo. ¿Nos puede explicar qué está sucediendo en La Habana?
-Pues está pasando todo lo contrario de lo que leéis en los periódicos italianos. Claro que eso no es ninguna novedad. En La Habana se está celebrando la Asamblea Nacional del Poder Popular, un proceso muy importante, porque además de elegir al nuevo gobierno votará la nueva Constitución, que reformará la del 1976. ¿Es el final de Cuba? Me hace reír la lectura de los artículos de sabiondos que conocen Cuba solamente por lo que han leído en las agencias de información que filtran las noticias desde Miami.
-¿Qué plantea la nueva Constitución?
-En Cuba se ratifica ahora esta nueva Constitución para modernizar el socialismo. Modernizar y actualizar las líneas del socialismo, porque en ningún punto se ha puesto en discusión la continuidad ni la dirección del Partido Comunista. Al contrario, se han reformado el papel del Partido dentro de la sociedad, de la democracia participativa y socialista de base; el papel de los Comités de Defensa de la Revolución (CDR), de los consejos de fábrica, de los consejo de barrio; y el papel popular, porque en el centro de la Constitución cubana está el pueblo. Así, también, los puntos principales del carácter socialista de la economía no se han tocado para nada. Por tanto, lo que se está viendo en los periódicos de Italia y Europa son solamente mentiras, mentiras y mentiras. ¿Pero no es eso lo que cuentan todos los días?
-¿Por qué tanto rencor contra Cuba?
-Si Cuba se mantiene firme, entonces es acusada de inmovilismo y de ser la nueva Unión Soviética, pero el comunismo es un proceso del devenir histórico que pasa por varias fases históricas. Si Cuba se mueve, entonces es acusada de orientarse hacia el capitalismo de Estado. El único mal que hay en Cuba es el de ser un pueblo que se autodetermina, el de querer hacer un recorrido propio, autónomo, que claramente se actualiza y se moviliza con el cambio de la sociedad en un momento histórico en que la sociedad está cambiando. Del mismo modo que la forma del imperialismo. Hemos pasado de la globalización a una fase de competición inter-imperialista. Una sociedad que en los países de capitalismo avanzado ha cambiado la estructura económico-productiva y social. Se mantiene la guerra contra los llamados ‘Estados canallas’: Cuba, Venezuela, Siria, Libia, Rusia de Putin Una guerra que puede ser militar, pero también económica y mediática. El capitalismo vive una crisis sistémica de sobreproducción que padecen con especial fuerza los países en vías de desarrollo, por tanto también Cuba.
Pero el congreso se está desarrollando con una serenidad absoluta. Las cosas que se dicen en los periódicos son absolutamente vergonzantes. Se habla del reconocimiento del mercado como si eso fuese alguna novedad. Cuba siempre ha reconocido el mercado, porque el mercado no es el capitalismo. Estos ignorantes de los periódicos italianos de ‘izquierda’, de la llamada ‘izquierda’, tienen que saber que el mercado es pre-existente al capitalismo. Por tanto el problema no es el mercado, sino la lógica que pasa por el mercado. O sea, si los bienes y sectores estratégicos y los bienes de primera necesidad son de propiedad pública o no.
Cuba ha convivido siempre con el mercado porque obviamente no es un país que esté fuera del contexto internacional. Pero allí todos los sectores estratégicos han sido siempre públicos. La energía sigue siendo pública, así como el transporte y las telecomunicaciones. Todo sigue siendo público y gratuito. No tiene sentido que la palabra mercado produzca miedo, el mercado ya existía antes del capitalismo.
Ya en las líneas de actualización y modernización de la planificación socialista del 6º Congreso, se afirmaba que la igualdad y el igualitarismo no son la misma cosa. Cuba, castigada con un terrible bloqueo económico, no podía mantener formas anacrónicas. Se ha abierto a formas de trabajo que denominan privado. Hoy, por ejemplo, hay una serie de bares que son gestionados de forma privada, o sea los gestores no son ya dependientes estatales. Pero esto solamente vale para actividades no estratégicas.
-¿Y en relación a la cuestión de la tierra?
-La propiedad privada en la agricultura: ya en el Congreso del 2011 y, después, ratificado en el 7º Congreso del 2016, se empezó el modelo de usufructo de la tierra. ¿Qué significa esto? Que la tierra continúa siendo propiedad del Estado pero se puede ceder en uso por 30 años a los agricultores. Si en los treinta años la productividad es buena: o sea, se obtiene producción para el Estado y para el mercado, después de los 30 años el usufructo se renueva. Nada que ver con lo que explican los periódicos.
-¿Cuba renuncia al comunismo?
-Desaparece la palabra comunismo. Está el artículo 6 de la vieja constitución donde se afirma que la sociedad socialista camina hacia el comunismo. En la nueva constitución se afirma que la sociedad socialista tiene que ser mejorada y actualizada, por el camino del socialismo, con las estructuras de democracia de base, manteniendo la centralidad del Partido. Y aquí también se revela mucha ignorancia. Filosófica, no solamente política. ¿Qué es el comunismo? El movimiento real que destruye y supera el estado presente de las cosas. Esto es lo que dice Marx. Para llegar a esta sociedad ‘utópica’ hay que pasar antes por la transición del capitalismo al socialismo, del socialismo al comunismo y después llegar a la sociedad de los absolutamente libres e iguales. La comunista. Pero eso no se ha realizado nunca, tampoco en la Unión Soviética. Puesto que el comunismo es un proceso del devenir histórico que necesita pasar por varias fases de transición.
¿Qué ratifica la nueva Constitución? Que estamos en una transición hacia el socialismo. ¿Qué más puede decir? Si hay democracia de base y socialista, si está el Partido Comunista, se defiende toda la propiedad pública y socialista; si la economía y la sociedad se basan en estos principios, no veo ningún problema.
-El reconocimiento del matrimonio homosexual y algunos cambios en el sistema económico. Algunos han intentado poner estas dos cuestiones en contraposición.
-Es otra cuestión que se resalta de forma casi negativa. En la Constitución se reconoce la posibilidad de matrimonio entre dos personas del mismo sexo. Quizás Italia está atrasada en este terreno. Se trata de un avance que da una lección potente a los países capitalistas o reformista que se creen más avanzados y a esa izquierda tonta que no entiende hacia donde va el mundo. Porque el hecho de que Cuba ratifique el matrimonio homosexual es un hecho extremadamente importante y avanzado del cual habría que tomar nota.
La sociedad civil que se desarrolla, los matrimonios homosexuales, el mantenimiento de la propiedad pública en todos los sectores estratégicos con formas de propiedad privada en las actividades no centrales y estratégicas representan la modernización y el reforzamiento de la sociedad socialista.
En este punto querría confirmar lo que Fidel y Raúl establecieron con firmeza para Cuba: los derechos son un bloque único o no son. Los derechos civiles pueden progresar solamente junto con los derechos sociales. Esto, en Cuba, está claro, mientras que en Europa, que niega el derecho a una existencia digna a millones de persona, desgraciadamente, no!
-A menudo, las críticas más duras contra Cuba y los países socialistas de América Latina surgen de ciertos sectores de la izquierda. ¿Por qué?
-Queda claro que esta izquierda sierva de la patronal, este centro izquierda expresión de las corporaciones financieras en toda Europa se ve cuestionado por todo lo que está sucediendo en La Habana. Es su perdición... Por eso reacciona de este modo esquizofrénico y pueril contra Cuba. El proceso revolucionario en Cuba simboliza cada día el precio del fracaso de la izquierda en Europa. En Italia, el abandono de la idea socialista, precedente al período de Bertinotti y que llega a los tiempos del PCI de Berlinguer, devino un movimiento estratégico.
El abandono completo de la idea de transformación en clave socialista de la sociedad capitalista fue puesto en discusión por una pequeña isla sin recursos naturales, con 11 millones de habitantes ya 90 millas de los USA, a pesar del bloqueo económico infame y con 3.800 muertos víctimas de atentado de la CIA, que consigue realizar el socialismo y ser punto de referencia a nivel internacional. Basta pensar en la concreta solidaridad con Mandela y con la lucha de liberación del colonialismo de los pueblos africanos como Angola, en los millares de médicos cubanos enviados a muchos lugares del mundo que han contribuido a derrotar virus letales como el ebola, a los profesores para apoyar la creación del ALBA. En el apoyo a los presidentes Chávez y Evo Morales. Cuba pone contra la pared a la izquierda retórica europea. Cuba muestra lo que se puede hacer incluso en un mundo capitalista si se tiene la voluntad de transformar y romper. Mientras, la izquierda europea renunció.
-Y pasa lo mismo ahora con la Nicaragua de Ortega. ¿Cómo es posible que los principales adversarios de las revoluciones progresistas que han emancipado de la pobreza a millones de persona provengan precisamente de la que en Europa se define como «izquierda»?
-Sí, es triste, pero es así mismo. Igual sucedió con Venezuela y el apoyo a la extrema derecha que intentó derrocar de forma violenta al presidente Maduro. Lo mismo sucedió en otros países del Oriente Medio. Se intenta desestabilizar con revoluciones de 'colores' a todos los gobiernos que no se pliegan al imperialismo de los Estados Unidos y el otro más ‘discreto’ o camuflado de la Unión Europea. ¿Qué decir de aquel tipo de izquierda que pide más Europa, o sea pide más colonialismo y ataca a todos los gobiernos que intentan emanciparse del neo-colonialismo y de las barbaries de nuestro tiempo? Para responder hago mías las palabras del gran intelectual argentino Atilio Borón sobre la “miopía de la izquierda que aprueba el golpe en Nicaragua” y abre las puertas a la derecha neo-colonial. Y, sobre lo que está sucediendo en Nicaragua en estos días, tomo sobre todo las palabras de Stella Calloni que declaró: “Es una vergüenza y es alarmante que no se diga verdaderamente quién está armando a los terrorista que atacan a los pueblos y matan de forma atroz a una multitud de personas. No ha sido el gobierno de Ortega. Han sido los terroristas, has sido los grupos violentos como sucedió en Venezuela. ¿Es tan difícil verlo?”. Pues parece que para algún falso progresista sí.
-¿Qué hacer? ¿Desde dónde recomenzar?
-El deber de la izquierda, de los comunistas y de los revolucionarios en Europa es poner en evidencia las contradicciones que existen en nuestro país y en Europa. Por ejemplo, situar en el centro la batalla contra los imperialista, contra Trump y la Unión Europa. Salir de la OTAN. Crear nuevas relaciones internacionales, abrirse a otros países. Salir de la Unión Europa y del euro. Volver a situar en el centro la cuestión de género y el conflicto capital-ambiente. Fuera de los esquemas de un Partido Democrático que hoy representa solamente a los intereses de las multinacionales. Como se ha demostrado, de forma flagrante en los últimos días con el problema personal del mánager Marchionne: los mas-media vinculados al Partido Democrático han hecho gala de total servilismo a la multinacional FIAT-FCA.
traduccion por pep valenzuela
Preside Raúl acto conmemorativo del 26 de julio en Santiago de Cuba
Written by Redacción Digital | internet@granma.cuJunto a miles de lugareños de esa demarcación que es en su totalidad obra de la Revolución, el combatiente fundador de ese mando rebelde comparte esta jornada patriótica signada por la gratitud hacia ese proceso de transformaciones económicas y sociales iniciado tras el triunfo en enero de 1959.
SANTIAGO DE CUBA, 25 de julio.- El Primer Secretario del Partido Comunista de Cuba, General de Ejército Raúl Castro Ruz, encabeza este miércoles en el municipio del Segundo Frente la celebración provincial de los 65 años del asalto al Cuartel Moncada.
Junto a miles de lugareños de esa demarcación que es en su totalidad obra de la Revolución, el combatiente fundador de ese mando rebelde comparte esta jornada patriótica signada por la gratitud hacia ese proceso de transformaciones económicas y sociales iniciado tras el triunfo en Enero de 1959.
El 11 de marzo de 1958 fue creado ese enclave insurreccional, cuyas avanzadas premisas de organización y desarrollo devinieron antecedente del actual municipio, enclavado en las montañas de la Sierra Cristal, según reseñó PL.
El Segundo Frente, desplegado en unos 12 mil kilómetros cuadrados de esas serranías, abarcó territorios de Alto Songo, Mayarí, Sagua de Tánamo, Baracoa, Yateras, Guantánamo y San Luis, con la posterior incorporación de Banes y Antilla, de la actual provincia de Holguín.
Bajo el nombre de Frank País García, joven líder de la lucha clandestina asesinado por tropas del dictador Fulgencio Batista en esta ciudad el 30 de julio de 1957, el funcionamiento del frente fue una significativa contribución a las acciones combativas que condujeron a la victoria revolucionaria en los días finales de 1958.
Mañana jueves, en el polígono de la antigua fortaleza militar asaltada por Fidel Castro y jóvenes revolucionarios el 26 de julio de 1953, tendrá lugar el acto central conmemorativo de esa gesta heroica, a partir de la cual comenzó la etapa definitiva de las luchas por la liberación en Cuba.
Vogliono impedire che il popolo scelga chi votare?
Sono incarcerato da più di 100 giorni. Fuori la disoccupazione aumenta, più padri e madri non sanno come mantenere le proprie famiglie, e un’assurda politica del prezzo dei combustibili ha causato uno sciopero dei camionisti che ha scombinato il rifornimento delle città brasiliane. Aumenta il numero di persone ustionate mentre cucinano con alcool a causa dell’altro prezzo del gas da cucina per le famiglie povere. La povertà cresce e le prospettive economiche del paese peggiorano ogni giorno.
Bambini brasiliani sono arrestati e separati dalle loro famiglie negli Usa, mentre il nostro governo si umilia davanti al vicepresidente americano. La Embraer (Empresa Brasileira de Aeronáutica S.A.), impresa di alta tecnologia costruita nel corso di decenni, è venduta a un valore così bassi che spaventa anche il mercato.
Un governo illegittimo nei suoi ultimi mesi corre per liquidare quanto più può del patrimonio e della sovranità nazionale: riserve del pré-sal, gasdotti, distributori di energia, petrolchimica, oltre ad aprire l’Amazzonia a truppe straniere. Mentre ritorna la fame, la vaccinazione di bambini crolla, parte del potere giudiziario lotta per conservare il bonus abitazione e, chissà, per ottenere un incremento salariale.
La settimana scorsa, la giudice Carolina Lebbos ha deciso che non posso rilasciare interviste o registrare video come pre-candidato del PT (Partido dos Trabalhadores – Partito dei lavoratori), il maggiore del paese, che mi ha indicato a suo candidato alla Presidenza. Sembra che non sia bastato arrestarmi. Vogliono farmi tacere?
Quelli che non vogliono che io parli, cosa temono che io dica? Cosa sta succedendo oggi con il popolo? Non vogliono che io discuta soluzioni per questo paese? Dopo anni passati a calunniarmi, non vogliono che io abbia il diritto di parlare in mia difesa?
È per questo che voi, i potenti senza voto e senza idee, che avete deposto una presidente eletta, che avete umiliato il paese internazionalmente e che mi avete arresto con una condanna senza prove, con una sentenza che mi manda in prigione per “atti indeterminati”, dopo quattro anni di indagini contro di me e contro la mia famiglia? Avete fatto tutto questo per paura che io dia interviste?
Mi ricordo che la presidente del STF (Supremo Tribunal Federal – Supremo tribunale federale) diceva “cala boca já morreu” (modo di dire brasiliano: sta zitto, è morto!). Mi ricordo del Gruppo Globo (televisione privata monopolistica), che non si preoccupa di questo ostacolo alla libertà di stampa, anzi lo festeggia.
Giuristi, ex capi di Stato di diversi paesi del mondo e anche avversari politici riconoscono l’assurdo del processo che mi ha condannato. Io posso essere fisicamente in una cella, ma sono coloro che mi hanno condannato che sono prigionieri della menzogna che li incatena. Interessi potenti vogliono trasformare questa situazione assurda in fatto politico consumato, impedendomi di concorrere alle elezioni, contro la raccomandazione del Comitato dei Diritti umani della Nazioni Unite.
Io ho già perso tre competizioni presidenziali, nel 1989, 1994 e nel 1998, e ho sempre rispettato i risultati, preparandomi per la elezione successiva.
Io sono candidato perché non ho commesso nessun crimine. Sfido coloro che mi accusano a mostrare prove di quello che ho fatto per trovarmi in questa cella. Perché parlano di “atti d’ ufficio indeterminati” invece di presentare prove di proprietà dell’appartamento di Guarujá, che era di una impresa, dato come garanzia bancaria? Impediranno il corso della democrazia in Brasile con assurdità come questa?
Dico questo con la stessa serenità con cui dissi a Michel Temer che non avrebbe dovuto imbarcarsi in una avventura per deporre la presidente Dilma Rousseff, che se ne sarebbe pentito. I più interessati al fatto che io concorra alle elezioni dovrebbero essere quelli che non vogliono che io sia presiedente.
Vogliono sconfiggermi? Lo facciamo in modo pulito, nelle urne. Discutano proposte per il paese e siano responsabili, soprattutto in questo momento in cui le élites brasiliane corteggiano proposte autoritarie di persone che difendono alla luce del sole l’assassinio di esseri umani.
Tutti sanno che, come presidente, ho esercitato il dialogo. Non ho cercato un terzo mandato quando avevo un indice di rigetto pari solo a quello di approvazione che oggi ha Temer. Ho lavorato perché l’inclusione sociale fosse il motore dell’economia e perché tutti i brasiliani avessero diritto reale, e non solo sulla carta, di mangiare, studiare e avere casa.
Vogliono che le persone dimentichino che il Brasile ha già avuto giorni migliori? Vogliono impedire che il popolo brasiliano – da cui tutto il potere deriva, secondo la Costituzione – possa scegliere chi votare nelle elezioni del 7 ottobre?
Cosa temono? Il ritorno del dialogo, dello sviluppo, del tempo in cui c’è stato meno conflitto sociale in questo paese? Quando l’inclusione sociale ha fatto crescere le imprese brasiliane?
Il Brasile ha bisogno di restaurare la sua democrazia e liberarsi dagli odi che hanno seminato per togliere il PT dal governo, impiantare una agenda di sottrazione dei diritti dei lavoratori e dei pensionati e ripristinare lo sfruttamento sfrenato dei più poveri. Il Brasile ha bisogno di ritrovarsi con sé stesso e di essere di nuovo felice.
Possono incarcerarmi. Possono cercare di farmi tacere. Ma io non cambierò questa mia fede nei brasiliani, nella speranza di milioni in un futuro migliore. Ho la certezza che questa fede in noi stessi contro il complesso del bastardino è la soluzione della crisi che stiamo vivendo.
* Traduzione a cura di Teresa Isenburg (Comitato Italiano Lula Livre) dell’articolo “Afaste de mim este cale-se” pubblicato su Folha de São Paulo il 19 luglio 2018. In portoghese, “cala-se” significa “taci”, mentre “calice” è il calice: il gioco di parole è evidente.